Hermione entrò al Paiolo Magico sorridendo, erano quattro giorni che non vedeva Severus, quattro giorni di tristezza, ansia e pensieri, ma finalmente da lì a trenta minuti avrebbe rivisto il professore.
Era tesa e sapeva di essere arrivata a Diagon Alley con largo anticipo, ma era troppo impaziente per rimanere a casa. Così, dopo che aveva passato l’ultima ora camminando avanti e indietro nella sua camera, aveva deciso di uscire di casa in anticipo, di certo il tempo sarebbe passato più in fretta a Diagon Alley che a casa.
Il Paiolo Magico aveva sempre lo stesso aspetto. Tom, il barista, le fece un sorriso, lei chinò il capo in segno di saluto e passò oltre, diretta sul retro.
“Hermione?”
La ragazza si voltò cercando di individuare il volto della voce così famigliare che l’aveva chiamata “Remus!” esclamò la ragazza, trovando il mannaro seduto a un tavolo a due metri da lei.
“Cosa ci fai qui?” domandò raggiungendolo in fretta.
Remus le sorrise “Sono dovuto passare alla Gringott, tu invece come mai da queste parti? Bevi qualcosa?”
Hermione annuì e si sedette di fronte a lui “Certo, ho giusto mezz’ora prima di vedere… Bè… Mi devo incontrare con Severus davanti alla farmacia”.
“Sono contento che riusciate a vedervi anche durante le vacanze” disse Remus, sorrise e bevve un sorso di burrobirra.
“Le porto qualcosa, Miss Granger?” chiese Tom, facendole un profondo inchino.
“Una burrobirra, grazie” rispose Hermione.
Il barista s’inchinò di nuovo e si diresse verso il bancone.
“Come vanno le vacanze?” domandò la ragazza.
“Molto bene” rispose Remus, sorridendo. “Sto passando molto tempo con Teddy, penso di portarlo a fare un giro da qualche parte per l’inizio di Agosto. Non so ancora, mare o montagna”.
“Bè, sono entrambe mete molto interessanti, ci sono dei posti bellissimi nel Sud della Francia, sono stata lì con i miei genitori qualche anno fa” consigliò Hermione.
“Ci avevo pensato, ma ho sentito dire che ci sono dei bellissimi posti nelle montagne svizzere, che sono splendidi anche d’estate, sai un po’ di aria fresca” commentò il mannaro, per poi bere un altro sorso di burrobirra.
Hermione annuì e per qualche istante calò il silenzio tra loro, finché la ragazza non ricordò le prime parole di Remus.
“Allora!” esclamò Hermione, facendo un sorriso sornione “Alla Gringott eh? Credevo che la tua amica, se così la vogliamo definire, iniziasse a lavorare solo ad Agosto”.
Remus le lanciò uno sguardo indecifrabile, un misto di imbarazzo, irritazione e divertimento. Bevve ancora un sorso di burrobirra e rispose “Non sono andato alla Gringott per piacere, come potresti insinuare tu, dovevo fare un prelievo”.
“Quindi…”
“Quindi la mia amica” la interruppe Remus “Perché è così che si deve definire, non c’era, in quanto inizierà a lavorare solo a fine Agosto”.
“Ah-ah”.
“Che c’è sei gelosa?” la punzecchiò Remus, sghignazzando.
Hermione spalancò la bocca, allibita.
“Una burrobirra, come chiesto, signorina” disse Tom, prima che Hermione potesse rispondere qualcosa di tagliente.
“Grazie Tom” disse la ragazza, seguendo il barista che tornava al bancone con lo sguardo. Si voltò verso Remus “E comunque non lo sono gelosa, lupastro che non sei altro, solo interessata… Per il tuo bene”.
Remus sghignazzò di nuovo.
“Stavo solo scherzando, Hermione”
“Lo spero per te” rispose la ragazza, con tono minaccioso.
Remus rise di nuovo e poco dopo Hermione gli fece eco.
“Scusate, non vorrei interrompere l’idillio!”
“Severus!” esclamò Hermione, ritrovandosi a guardare il suo professore, vestito con il solito completo nero. “Sei in anticipo”.
“O in ritardo” rispose Severus, fulminando Remus con lo sguardo.
Hermione alzò gli occhi al cielo “Ho incontrato Remus, mentre andavo sul retro e mi sono fermata a bere qualcosa con lui mentre ti aspettavo”.
“Siediti, Severus. Prendi qualcosa da bere” disse Remus, tranquillo, indicando il posto vicino ad Hermione.
Severus sembrò valutare la proposta, poi fece un cenno a Tom e si sedette accanto alla ragazza. Lei gli prese la mano sotto al tavolo, Severus si liberò dalla presa e la guardò con severità, Hermione sbuffò e poi sorrise.
“Professor Piton” disse Tom, raggiungendo il tavolo con un bicchiere di liquido ambrato “Ecco, il suo solito”.
“Grazie, Tom” rispose Severus, prese il bicchiere e ne bevve un sorso.
“Non è un po’ presto per il Whisky Incendiario?” domandò Hermione, con un tono di rimprovero.
“No”.
La ragazza alzò le spalle e si rivolse di nuovo a Remus “Ho ricevuto notizie da Bertus Johnson, Lunedì”.
“Davvero? Racconta!” disse Remus, entusiasta.
“Bè, mi ha confermato la data di partenza, il ventotto di Agosto, e inoltre mi ha scritto che lo assisterò nelle sue lezioni di Trasfigurazioni e Incantesimi. Inoltre, ha consigliato, di iscrivermi a un corso di Difese Contro le Arti Oscure avanzato, in quanto tutti gli assistenti seguono quel corso. Il che non è male per me, Difesa è l’unica materia nella quale non sono mai riuscita a prendere Eccezionale negli esami”.
“Bè aspetta il risultato dei M.A.G.O almeno” rispose Remus, fiducioso.
“Sono in ansia, quand’è che hai detto che arriveranno, Severus?” mormorò Hermione, pensierosa.
“Per la centesima volta, non prima dell’inizio della prossima settimana” rispose Severus, un po’ spazientito. Infatti, Hermione gli aveva già chiesto diverse volte quando sarebbero arrivati i risultati dei M.A.G.O, non ultimo quel Lunedì quando gli aveva mandato un gufo per riferirgli le informazioni ricevute da Johnson.
“Una cosa mi chiedo, però” disse Lupin, toccandosi il mento con aria pensierosa “Come fa Johnson a seguire due materie diverse? Insomma, tra i compiti di preside e il resto, già io con le mie sette classi di Difesa faccio fatica a stare al passo e immagino sia lo stesso per Severus”.
Il professore di pozioni si limitò annuire leggermente con il capo.
“Lo so, infatti, Johnson insegna solo alle classi del quinto, sesto e settimo anno” spiegò Hermione, giocherellando con la bottiglia di burrobirra.
“Capisco” disse Remus, annuendo.
Severus si scolò il resto del suo Whisky e si alzò “Vogliamo andare? Si sta facendo tardi”.
“D’accordo” rispose Hermione, annuendo. Bevve l’ultimo sorso di burrobirra e si alzò a sua volta “Bè, spero di rivederti presto Remus”.
“Anch’io” rispose Remus, sorridendo.
“Lupin” mormorò Severus, muovendo impercettibilmente il capo e gettò qualche moneta sul tavolo per pagare il suo Whisky e la burrobirra di Hermione.
“Ragazzi!” tutti e tre si voltarono e videro la signora Weasley, che stava evidentemente arrivando da Diagon Alley, venire verso di loro “Oh che piacere vedervi, cari”.
“Signora Weasley, come sta?” salutò Hermione, sorridendole radiosa.
“Oh molto bene, cara. Ma ti prego, chiamami Molly” disse la donna, abbracciandola.
“Certo, Molly”.
“Remus, Severus, come state?” domandò Molly, guardando gli uomini con un sorriso.
“Molto bene, grazie Molly. Come stai? Come mai a Diagon Alley?” rispose Remus, alzandosi per ricevere la sua dose di abbraccio stritolante.
“Solo qualche compera, sai il necessario. Pensavo di organizzare un bel pranzo Domenica, tutti assieme. Avevo giusto intenzione di mandarvi un gufo per invitarvi. Remus? Hermione e Severus? Sapete Ginny Sabato ha il provino con le Holyhead Harpies e mi sembrava carino organizzare qualcosa per lei”.
“Accetto molto volentieri” rispose subito Hermione, si voltò verso Severus che sembrava scioccato e indignato da quell’invito.
“Certo” disse Remus, sorridendo.
“E porta anche Teddy mi raccomando, lo sai che non possiamo fare a meno delle sue guancette rosa” rispose Molly, esibendo la sua solita espressione materna.
“Sarà fatto” le assicurò il mannaro.
“Mi vedo costretto a rifiutare” s’intromise Severus “Sono molto occupato con delle nuove ricerche al momento e non ho proprio tempo”.
“Oh che peccato” mormorò Molly, che sembrava genuinamente dispiaciuta “Bè, passa almeno per il dolce, così potrai vedere anche la nostra Hermione”.
“Vedremo, ora scusa Molly. È tardi” rispose Severus e fece cenno ad Hermione di seguirlo.
Hermione salutò Remus e Molly, dopo di che seguì Severus sul retro.
“Ti rendi conto!” sbottò Severus, una volta davanti al muro di mattoni “È tutta colpa tua!”
“Che cosa?”
“Sei andare e spiattellare di noi alla Weasley e adesso pensa di potermi invitare a pranzo! È semplicemente ridicolo!”
“Potresti non fare l’asociale per una volta e accettare” rimbeccò Hermione “Sarebbe una buona occasione per stare assieme”.
“Sì, con tutta la famiglia Weasley che ci fissa? Assolutamente no!”
Hermione alzò gli occhi al cielo “Almeno avresti potuto trovare una scusa migliore di queste fantomatiche ricerche”.
“Non è una scusa!” ringhiò Severus, irritato “Credi che me ne stia tutto il giorno a casa a far niente?”
“Quindi stai davvero facendo ricerche di pozioni?” domandò Hermione, sorpresa.
“Certo”.
“E perché non me l’hai detto?”
“Volevo aspettare…"
“Cosa?”
“Niente” rispose Severus, estraendo la bacchetta “Non perdiamo altro tempo e andiamo a Diagon Alley”.
“Aspetta!” esclamò la ragazza, si sporse verso di lui e lo baciò con passione.
Severus la strinse a sé rispondendo al bacio con lo stesso calore.
“Finalmente un saluto come si deve” mormorò Hermione, sorridendo maliziosamente.
Severus alzò gli occhi al cielo e borbottò “Piccola peste”.
“Come prego?”
“Niente” rispose il professore, alzando le spalle, tocco i mattoni con la bacchetta e si aprì la via su Diagon Alley.
Camminarono lungo la via, diretti alla farmacia, dove Severus doveva comprare gli ingredienti per le sue pozioni.
“Aspetta!” esclamò Hermione, fissando con desiderio la gelateria Fortebraccio riaperta di recente “Voglio un gelato”.
“Stai scherzando, spero” mormorò Severus, scuotendo il capo.
“Per niente, ho caldo!”
Il professore sorrise appena, notando solo in quel momento il suo tipico abbigliamento estivo Babbano di Hermione, completo di maglietta che arrivava a stento alla vita, shorts e delle buffe scarpe con la scritta All Stars sulla caviglia.
Hermione lo prese per la manica della veste e lo trascinò fino alla gelateria.
“Un gelato alla ciocconocciola, per favore” mormorò una volta arrivata davanti al bancone.
“Arriva subito” rispose un uomo dai lunghi capelli castani, che sembrava avere all’incirca l’età di Piton.
Il gelataio porse il gelato a Hermione e chinò il capo verso Severus, che stava guardando la scena a qualche metro di distanza. Hermione pagò e si voltò appena in tempo per vedere Severus fare un pigro gesto di saluto all’uomo.
“Lo conosci?” domandò la ragazza, avvicinandosi a Severus.
“È Marcellus, il figlio di Florian. Era nei Serpeverde, è arrivato a Hogwarts un anno dopo di me” rispose il professore, accelerando il passo.
Hermione aumentò l’andatura per stargli dietro “Ma suo padre?”
“Non l’hanno preso i Mangiamorte se è questo che pensi”.
“Ma ricordo che quando ha chiuso gelateria dicevano che…”
“Dicevano, ma il vecchio Florian è riuscito a darsela a gambe e a entrare in clandestinità prima che riuscissero a mettergli le mani addosso, credo che adesso viva a Los Angeles, dicono che abbia aperto gelateria lì che va per la maggiore, per questo non è più tornato a Diagon Alley, credo” spiegò Severus, fermandosi davanti alla farmacia “Non vorrai entrare qui con quel coso, spero?”
“No, finisco il mio gelato, ti aspetto qui di fuori” rispose Hermione, continuando a leccare il suo cono con aria paziente.
Severus si voltò ed entrò nella farmacia, Hermione sospirò. La gita a Diagon Alley si stava profilando decisamente diversa da quella che aveva sperato.
“Hermione!”
“Ehi Neville!” esclamò Hermione, voltandosi “Come stai?”
“Bene e tu? Finiti gli esami?” domandò il ragazzo, abbracciandola.
“Sì, ora mi godo un po’ di vacanze” rispose Hermione, sorridendo.
“Ho visto Luna due giorni fa, mi ha detto che andrai a lavorare con Bertus Johnson in Autunno, bel colpo!” disse Neville, ammirato.
“Senti chi parla, proprio tu che lavori con il dottor Erbor, il massimo esperto di Erbologia dell’intera Europa!” rispose Hermione, sorridendo.
Neville alzò le spalle “Non mi posso lamentare, anzi! Sono tornato una settimana fa dal Tibet, eravamo in un gruppo di ricerca, è stato strepitoso!”
“Un bel passo avanti dalle serre di Hogwarts!” esclamò la ragazza, facendogli l’occhiolino.
“Sì, ma devo ammettere che il castello mi manca, chissà, se un giorno la professoressa Sprite decidesse di andare in pensione ed io avessi l’esperienza necessaria, non mi dispiacerebbe tornare” confessò Neville, guardando in alto con occhi sognanti.
“Devo ammettere che l’idea dell’insegnamento inizia a piacere anche a me, però non so, vorrei fare qualcosa di più” mormorò Hermione, assumendo un’aria pensierosa.
“Dannazione!” esclamò Neville, facendo sobbalzare la ragazza “Ecco cosa non mi mancherà di Hogwarts, quello non è Piton?” e indicò qualcosa oltre la vetrina della farmacia.
“Penso di sì” mormorò Hermione, cercando di far suonare la sua voce più neutrale possibile.
“Bè, allora è meglio che vado, non vorrei imbattermi in lui” disse Neville, si avvicinò alla ragazza e l’abbracciò ancora una volta “Ci vediamo, Hermione”.
“Stammi bene”.
“Quello non era Paciock?” chiese Severus, due minuti dopo uscendo dalla farmacia.
“Proprio lui”.
“È corso via piuttosto in fretta, hai spiattellato la verità su di noi anche a lui?”
Hermione lo fulminò con lo sguardo e incrociò le braccia “Se proprio lo vuoi sapere se né andato perché non voleva incontrarti”.
“Meglio così allora, dai, andiamo al Ghirigoro” rispose Severus, indicando la libreria poco più avanti.
In quel momento una donna piuttosto anziana passò accanto a loro, fissandoli senza ritegno.
“Forse venire a Diagon Alley assieme non è stata una buona idea dopo tutto” mormorò Severus, corrucciato.
Hermione lo superò arrabbiata, sbattendo la spalla contro quella del professore, oltrepassò il Ghirigoro senza fermarsi e qualche centinaio di metri dopo entrò in un negozio dalle insegne molto colorate.
Strinse i pugni, cercando di far sbollire la rabbia, come poteva Severus dire una cosa del genere, poteva capire che era irritato dall’invito della signora Weasley, ma non aveva diritto di comportarsi in quel modo con lei.
Si avvicinò a uno scaffale la scritta ‘Marchi Neri commestibili’ che luccicava cangiante.
“Quelli ti danno una nausea garantita”.
“Ciao George” mormorò Hermione, avvilita, rimettendo al suo posto la confezione di Marchi Neri “Come stai?”
“Bene e tu? Mi sembri un po’ giù di tono”.
Hermione alzò le spalle “Non è niente”.
“Immagino che il tuo niente sia fuori dal negozio a guardare dentro la vetrina” disse George, divertito.
Hermione vide una sagoma nera e diede le spalle alla vetrina “Allora, lo sai” mormorò, riprendendo in mano la confezione che aveva posato poco prima.
“Io e Bill abbiamo sentito mamma e papà che ne parlavano in cucina, l’altro giorno” le disse il gemello senza orecchio.
“Quindi Bill l’ha detto a Fleur e ora lo sanno tutti i Weasley”.
“Bè non credo che Percy lo sappia, ma immagino che tu l’abbia detto a Ron e Ginny”.
Hermione annuì “Tua madre sa che lo sai?”
“Sì… Ecco, io e Bill eravamo… Diciamo… Sorpresi dalla notizia che non ci siamo nemmeno accorti che la mamma stava uscendo dalla cucina e ci ha beccati lì ad origliare, se ti consola non era affatto contenta che noi stessimo ascoltando” rispose George, assumendo un’aria dispiaciuta.
Hermione alzò le spalle e gli sorrise “Non fa niente, ma insomma, che ne pensi?”
“Credo che tu sia adulta e che tu possa prendere da sola le tue decisioni e nessuno ha il diritto di dirti niente” rispose il rosso e poi le fece un gran sorriso “Bè insomma, io avrei scelto me invece che Piton, ma ehi… Se a te piace lui e con lui sei felice, sono contento per te”.
Hermione rise, rincuorata dallo spirito di George “Vorrei solo che anche tuo fratello la pensasse così”.
“Ah, non farci caso, Ron è ancora innamorato di te e non gli si può dar torto per questo, ma insomma sai com’è, è Ron, non si può certo dire che sia il più sveglio della famiglia”.
“Grazie George, sai sempre cosa dire per farmi stare meglio” rispose Hermione, mettendogli una mano sulla spalla.
“Questo è perché io sono il più sveglio della famiglia”.
Hermione rise di nuovo e posò per la seconda volta la scatola di Marchi Neri, con cui stava giocherellando, sullo scaffale.
“Tienila” mormorò George, rimettendole la scatola in mano “Nel caso che il pipistrello non facesse il bravo glieli puoi rifilare come dolcetti assieme al tè”.
“Lo terrò presente, grazie George” rispose Hermione e uscì dal negozio.
“Credevo non uscissi più” osservò Severus, appoggiato all’insegna dei Tiri Vispi Weasley. Hermione lo osservò per un istante, sembrava quasi preoccupato.
“Ti ho preso qualcosa” rispose acida la ragazza e gli ficcò in mano la scatola di Marchi Neri Commestibili.
Severus la fissò un attimo con il sopracciglio inarcato “Andiamocene” prese la ragazza per il braccio e girò su se stesso.
“Credevo che dovessi andare al Ghirigoro” mormorò Hermione, attraversando il losco vicolo di Spinner’s End.
“Lascia stare”.
Hermione alzò le spalle e lo seguì fino a casa senza parlare.
“Allora, si può sapere che diavolo ti prende?” le chiese Severus, una volta entrati nel piccolo salotto ricoperto di libri.
“Davvero vuoi farmi questa domanda? Dopo quello che hai detto?” rispose la ragazza, arrabbiata.
“Quello che ho detto non centra niente con te” replicò Severus.
“Come non centra con me? Hai detto che sarebbe stato meglio non vederci!”
“Bè hai visto come ci ha guardato quella donna, hai sentito quello che ha detto Molly Weasley!”
“Da quando ti interessa quello che la gente pensa di te?” gli chiese Hermione, lanciandogli uno sguardo diffidente.
“Non mi interessa quello che la gente pensa di me, non voglio che si intromettano nella mia vita” ringhiò in riposta Severus.
Hermione agitò le braccia allibita “Intromettersi nella tua vita? Molly ti invitato per essere gentile non per intromettersi, si chiama cortesia!”
“Non mi interessa, non voglio che quella donna pensi di poter fare o dire quello che vuole, non sono affari che la riguardano”.
“Sei ridicolo, il problema è che non ti va che i miei amici sappiano di noi”.
“Sì!” esclamò Severus “Non capisco perché hai dovuto dirglielo”
“Perché sono miei amici” rispose Hermione, decisa a fargli capire quello che lei sentiva “Come puoi davvero pretendere che io voglia vivere tutto questo di nascosto, che voglia nascondere il nostro amore!? È assurdo! Io ho bisogno dei miei amici, ho bisogno di parlare con loro, di essere sincera con loro e non puoi pretendere che io rimanga con te nascondendomi, non adesso che ho finito la scuola, non sono più una studentessa e tu non sei più un mio professore! Quindi non vedo perché dovremmo continuare a nasconderci! Ti da così fastidio che gli altri ti vedano con me? Ti vergogni così tanto?”
“Ora sei tu ad essere una ridicola” replicò il professore, scuotendo la testa.
“Io voglio solo vivere la nostra storia alla luce del sole” disse Hermione, sferzando l’aria con la mano “Non stiamo facendo niente di sbagliato, Severus. Ma tu ti comporti come se ti aspettassi che da un momento all'altro mettessi un annuncio sulla Gazzetta del Profeta per informare la comunità magica della nostra relazione!”
Lui tacque, lanciandole sguardo torvo. Hermione si voltò, non sapeva che più cosa dire, quella giornata era stata molto diversa di quanto si era immaginata e di quanto aveva sperato.
“È meglio che vada” mormorò la ragazza “Ho detto mamma che sarei tornata per l'ora del tè”.
Severus non rispose, si limitò a fissare la sua schiena.
“Beh allora ci sentiamo” aggiunse Hermione, uscendo. Era quasi arrivata alla porta d’ingresso quando sentì la mano di Severus afferrarle delicatamente il braccio "Aspetta!" esclamò il professore “Non andartene, non così. Mi dispiace, sono stato un'idiota, l’invito di Molly mi ha sorpreso e poi ho mandato tutto a rotoli”.
Hermione si voltò e si perse nell’immensità dei suoi occhi scuri, Severus le sfiorò la guancia con un dito, sorrise leggermente e la prese in braccio.
“Che vuoi fare?” gridò la ragazza.
“Farmi perdonare”.
Con un leggero sforzo la portò in camera da letto e la adagiò delicatamente sul letto, mettendosi sopra di lei.
Sì baciarono lentamente, mentre il professore iniziava a slacciarle gli shorts. Hermione sentiva il corpo di Severus fremere sopra di lei. Iniziò a sbottonargli la veste, continuando a bearsi dal sapore delle sue labbra. Severus le sorrise e la trascinò in un lungo momento di passione.
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A Strange Love
FanfictionLa storia si svolge dopo la fine della guerra, Hermione si reca a Hogwarts per l'ultimo anno di scuola, dove Piton è tornato a insegnare pozioni. La ragazza si sente sola, senza i suoi amici, ma trova ottimi confidenti in Ginny e nel nuovo professor...