Spinner's End

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Hermione era seduta abbracciando le ginocchia sotto il grande leone a Trafalgar Square, aspettava con ansia lo scoccare dell’orologio e l’arrivo del suo amato. 
Ancora non capiva perché non si potessero incontrare direttamente a casa sua, lui le aveva detto di incontrarsi a Londra, perché andare da sola a Spinner’s End era pericoloso, il quartiere non era il più sicuro dell’Inghilterra. Hermione scosse la testa a quel pensiero, era ridicolo e lei non era di certo una bambina senza alcuna difesa. 
Finalmente il grande orologio scoccò le due del pomeriggio, Hermione volse lo sguardo verso il Tamigi e poi si guardò in giro alla ricerca di Severus. Finalmente, lo vide attraversare la piazza, camuffato nei suoi vestiti Babbani rigorosamente neri. 
La ragazza sorrise, era strano vederlo avanzare verso di lei con pantaloni e camicia, come un classico Babbano. 
“Ciao” salutò Hermione, raggiungendolo. 
“Ciao” rispose Severus e la ragazza si scaraventò tra le sue braccia “Ehi con calma, siamo in un luogo pubblico”.
“Quanto sei noioso” rispose Hermione, ma sorrideva. Gli scoccò un bacio sulla guancia e raccolse lo zaino. 
“Non hai caldo?” domandò la ragazza, indicando i vestiti neri del professore. 
“No”.
“Ma ci saranno almeno trenta gradi” disse Hermione, stupefatta. 
Severus ghignò “Non per questo c’è bisogno di andare in giro svestiti” disse, analizzando la minigonna di jeans e la magliettina bianca che portava Hermione. 
“Sì, fa caldo” protestò la ragazza. 
“Vieni, andiamo” disse Piton ed Hermione lo seguì in un vicolo poco lontano, si allontanarono dalla folla e finalmente si smaterializzarono. 
Ricomparvero in un vicolo molto più sporco di quello precedente, Hermione sentì il rumore di un fiume, ma prima che potesse cercare di percepire altro, Piton la prese per il braccio trascinandola via. 
Passarono qualche casa e finalmente si fermarono davanti a una delle tante case simili di Spinner’s End, Severus aprì la porta e la fece entrare prima di lui. 
Aveva fatto un solo passo ed entrò direttamente in un piccolo salotto. Le pareti erano completamente ricoperte di libri, la maggior parte di essi rilegati in vecchio cuoio nero o marrone. Hermione si fermò un attimo a contemplare la grande libreria con interesse, leggendo i titoli dei volumi che le stavano di fronte, tutta via, benché fosse una grande lettrice, non conosceva molti dei libri incastonati nella libreria del professore. 
Si voltò e notò un divano logoro, una vecchia poltrona e un tavolino traballante. Il posto aveva un'aria di abbandono, come se di solito non fosse abitato. 
Hermione se l’era aspettato, sapendo che il professore passava quasi tutto il suo tempo a scuola e veniva in quella casa solamente durante le vacanze estive. Appoggiò lo zaino sul divano, continuando a guardarsi in giro, benché la stanza fosse un po’ logora, non vi era nemmeno un granello di polvere.
“Sta arrivando un temporale” dichiarò Severus. Estrasse la bacchetta e la puntò su il lampadario a candela appeso sul soffitto, le candele si accesero subito.
“Peccato” disse Hermione, guardando fuori dalla piccola finestra “Non possiamo nemmeno andare a fare un giro”.
Severus emise un verso divertito e si sedette sulla poltrona “E dove vorresti andare? Non c’è niente che valga la pena vedere da queste parti”.
Hermione sbuffò “Mi fai almeno vedere la casa?”
Severus la fissò per un attimo e poi si alzò “Andiamo”.
Hermione lo seguì oltre la porta che era incastonata tra due librerie “Lì c’è la cucina” disse indicando una porta subito alla loro sinistra e iniziò a salire le scale. 
Hermione si fermò sulla soglia e sbirciò oltre la porta, ritrovandosi a guardare una cucina non troppo grande, con un tavolo in fondo, appoggiato alla parete. Chiuse la porta e seguì Severus che si trovava già in cima alle scale. 
“Lì c’è una stanza che uso come magazzino” disse Severus, indicando la porta alla sua destra “L’altra invece è la mia camera e lì c’è il bagno”.
Hermione avanzò lentamente verso la porta e la aprì. Entrandovi riconobbe lo stesso stile della camera di Severus a Hogwarts, questa era di certo molto meno lussuosa, ma lo stile era inconfondibile. 
Posò lo zaino ai piedi del letto e si voltò a guardare Severus appoggiato sullo stipite della porta, le sorrise. 
“È una bella camera”. 
Severus alzò le spalle e si avvicinò alla ragazza “Serve al suo scopo”.
“Lo sai che non ci siamo ancora salutati come si deve?” domandò Hermione, sorridendo maliziosamente. 
“Davvero?”
“Sì” confermò la giovane, gli mise le mani dietro al collo e lo attirò a sé baciandolo con passione. 
“Mi sei mancato” disse Hermione, respirando il suo profumo. 
“Mmm”.
Hermione lo baciò di nuovo, lisciandoli il petto con una mano, raggiunse il primo bottone della camicia e lo liberò. 
“Frena ragazzina” sussurrò Severus, afferrandole la mano. 
“E perché dovrei?” domandò Hermione, confusa.
Severus indietreggiò appena e un ghigno gli si aprì sul volto “Sei così schiava dei tuoi ormoni”.
“Mi sei mancato” ripeté Hermione, agguantando di nuovo le sue labbra.
Sentì ogni barriera del professore cedere a quel secondo bacio di fuoco, Severus le passò le mani sulla schiena, infilandosi sotto la maglietta. Il professore le baciò il collo e Hermione sentì un forte brivido salirle lungo la schiena, mentre con sempre più foga cercava di liberare i bottoni della sua camicia. 
Finalmente, fece saltare l’ultimo bottone e passò le mani sulla pelle bianca del suo petto, fino alle spalle, facendo poi scivolare via la camicia, che toccò terra senza rumore.
Hermione gli sorrise e lui la strinse ancora più forte, baciandola di nuovo. La ragazza sganciò il bottone della sua minigonna e dei pantaloni di Severus. Il professore le mise le mani sui fianchi e fece scivolare via la gonna delicatamente. Hermione si tolse la maglietta e Severus si fermò un attimo a contemplare la bellezza della ragazza e i decori del suo intimo verde pastello. 
Senza preavviso la prese in braccio, Hermione si lasciò sfuggire un gridolino e scoppiò a ridere, mentre Severus la lasciava cadere sul letto mettendosi sopra di lei.
Hermione gli mise le mani sui fianchi e lo aiutò a liberarsi dai pantaloni, che caddero per terra assieme al resto dei vestiti. 
Gli accarezzò la guancia con la mano sinistra, mentre la destra era intrecciata a quella di Severus. Hermione sorrise “Ti amo”.
“Anche io ti amo” rispose Severus e il sorriso della ragazza si fece ancora più largo. 
Si baciarono di nuovo, Severus iniziò a baciare ogni centimetro della sua pelle candida, scendendo verso il basso e sfilandole l’intimo al suo passaggio.
La ragazza si sentiva eccitata più che mai e quando lui raggiunse la sua femminilità emise un gridolino, che fu seguito da molti altri. 
Dopo qualche minuto in cui Hermione si era persa nella passione, Severus tornò a guardarla sorridendo e si lasciò cadere accanto a lei “Non abbiamo nemmeno iniziato e già vuoi farti sentire dai vicini?”
Hermione rimase a bocca aperta e gli diede un pugno sul braccio “Ti pentirai di questa affermazione” disse mettendosi a cavalcioni su di lui. 
Severus la guardò divertito “Ah sì?”
Hermione non gli rispose, iniziò a baciargli il petto, poi la pancia e finalmente raggiunse il suo obiettivo.
Severus stava per ridere di nuovo, ma la risata venne fermata dall’irruenza della ragazza, che si stava impegnando decisamente più del solito e iniziò a gemere. Strinse il cuscino, provando sempre più piacere, cercava di controllarsi ma non ci riusciva, Hermione lo stava facendo impazzire, lo stava sconvolgendo. Poi il piacere cessò così come era iniziato, Hermione si sdraiò accanto a lui sorridendo, mentre Severus cercava di riprendere fiato. 
“Allooooora” disse Hermione, ghignando “Chi è che disturba i vicini?”
“Tu di più” rispose Severus, finalmente ritornato in controllo del suo respiro. 
“Mmm… Non sono così convinta”.
Severus si mosse con velocità e si mise sopra di lei “Vedrai, piccola”.
Hermione lo fissò “Come mi hai chiamato?”
“Lascia stare, un attimo di distrazione” rispose Severus, riassumendo il suo solito tono austero. 
Hermione sorrise e lui la baciò di nuovo, le accarezzò la coscia sinistra e lei divaricò le gambe. Si insinuò in lei con la solita delicatezza. Hermione gli sorrise e gli accarezzò di nuovo la guancia “È già stato detto che ti amo?”
“Sì” mormorò Severus, iniziando a muoversi dentro di lei “Ma ti prego…” sussurrò aumentando la velocità “Continua a ricordarmelo”.
Hermione non rispose, troppo distratta da sentire altro che la crescente eccitazione e trasporto che crescevano dentro di lei. Chiuse gli occhi e iniziò a gemere sempre più forte. Piton si fermò un attimo e la baciò con foga, Hermione rispose al bacio mettendogli una mano dietro al collo. “Tocca a me” disse la ragazza, staccandosi dal bacio. 
Prima che Severus se ne rendesse conto Hermione aveva già invertito le posizioni. 
“Questa è casa mia” disse sorridendo “Comando io”.
“Aspetta” gli sussurrò all’orecchio Hermione, prima che lui potesse di nuovo cambiare posizione. La ragazza iniziò a muoversi e l’idea di cambiare posizione scomparve dalla mente di Severus. Iniziarono a muoversi assieme, tenendosi per mano, mentre le loro voci s’intrecciavano, gemendo, gridando di piacere, si fondevano l’un l’altra fino ad arrivare al massimo istante di piacere. 
Hermione mise le mani sul petto di Severus, tentando di regolare il respiro, di prendere di nuovo controllo del suo corpo. Scostò i capelli e diede un bacio a fior di labbra a Severus. Lui sorrise. 
“È stato davvero bello” disse il professore, con semplicità. 
“Bellissimo” replicò Hermione sorridendo. 
“Mi è mancato questo”.
“Solo questo?” chiese Hermione, assumendo un espressione triste. 
Severus scoppiò a ridere “Mi sei mancata anche tu, sciocca”.
Hermione sorrise e si sdraiò accanto a lui, poggiando la testa sul suo petto. 
“Ascolta” le disse Severus, indicando il soffitto. 
Hermione tese l’orecchio e sentì le prime gocce di pioggia infrangersi contro il tetto e contro la finestra. In lontananza si udì un tuono.
“Mi piace stare a letto quando fuori piove” disse Hermione, sospirando. 
“Gran perdita di tempo, c’è di meglio da fare”.
“Forse” mormorò Hermione stringendosi nelle spalle. 
Severus si mise a sedere, saltò fuori dal letto e uscì dalla camera. 
Tornò qualche minuto dopo, Hermione era ancora sdraiata sul letto. 
“Bagno?” chiese la ragazza, sorridendo. 
“Ah-ah” borbottò Severus, si avvicinò all’armadio e prese una delle sue solite vesti da mago.
Hermione lo guardò vestirsi, analizzando ogni suo movimento, così da poterlo tenere impresso nella mente una volta che si fossero di nuovo separati. 
“Vestiti” disse Severus, una volta allacciato l’ultimo bottone “Ti aspetto di sotto”.
Hermione lo seguì con lo sguardo mentre usciva dalla stanza e sospirò. Si mise a sedere e agguantò i suoi vestiti, tolse dallo zaino un paio di jeans e vi ripose la minigonna. 
Trovò Severus seduto sulla poltrona nel salotto, che leggeva un libro. 
“Sarebbe questo che intendevi con: c’è di meglio da fare?”
“Cosa c’è di meglio di un buon libro e un bicchiere di idromele?” commentò Severus, senza staccare gli occhi dal libro. 
“Pensavo di fare altro” commentò Hermione, guardando fuori dalla finestra.
“Che vuoi fare? Piove!”
La pioggia si faceva più intensa e un lampo squarciò il cielo oltre le case, subito dopo si udì un forte rombo. 
“Con tutta la fatica che ho fatto a convincere mia madre a lasciarmi andare” sussurrò Hermione, stringendosi nelle spalle. 
“Hai detto qualcosa?” mormorò Severus, voltando pagina. 
“No” rispose Hermione, ma era vero, sua madre era stata davvero molto contrariata nel vederla ripartire dopo solo una settimana che era tornata a casa.

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