L'ombra di un sorriso

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Nei giorni che seguirono Piton la ignorò completamente, come se lei fosse la solita irritante So-Tutto-Io e lui il classico professore bastardo e menefreghista. Hermione non tentò più di trovare occasioni per star sola con lui, ma lo guardava. Non solo lo guardava, lo studiava. Studiava le sue espressioni durante le lezioni, il suo interloquire con i professori nei corridoi, una sera a cena individuò l’ombra di un sorriso sul suo volto, mentre parlava con il professor Vitius.
Naturalmente Ginny si era accorta che qualcosa era cambiato nella ragazza, la quale era sempre più distratta e naturalmente aveva chiesto spiegazioni, ma Hermione non aveva avuto il coraggio di raccontarle la verità, aveva troppo paura della sua reazione, di perdere la sua amicizia.
Venerdì mattina stava uscendo dalla Sala Grande diretta a Trasfigurazioni, quando fu dirottata da Dean, che l’aveva presa per mano e portata in un angolo della Sala d’Ingresso.
“Allora, né parliamo?” domandò Dean, provocando un moto di insicurezza e paura nella ragazza “Non c’è bisogno che continui ad evitarmi Hermione, diciamo le cose come stanno”.
Hermione abbassò lo sguardo, Dean le mise un dito sotto il mento e la costrinse a guardarlo, passò poi la mano delicatamente sulla guancia della ragazza “Mi sembrava che ti fossi divertita Sabato, che stessi bene con me”.
“È stato molto bello” ammise Hermione “Tu sei fantastico, davvero, sei stato un vero cavaliere Sabato”.
“Sento che è in arrivo un ‘ma’ “.
“Ma… Mi sono resa conto di non essere ancora pronta per qualcosa di più, non dopo Ron” mentì Hermione, le dispiaceva dirgli una bugia, ma non poteva di certo dirgli che dopo il suo dolce bacio, né aveva ricevuto un altro appassionato che l’aveva stravolta e le impediva di pensare ad altri fuorché alla persona del bacio.
“Lo capisco”.
“Davvero?” chiese Hermione, sorpresa.
“Certo! Tu e Ron siete amici da una vita, poi avete deciso di mettervi assieme e adesso non vi parlate da quanto, tre mesi?” rispose Dean, facendole un sorriso rassicurante. 
Hermione annuì “È così, mi spiace Dean”.
“Hermione, davvero, capisco” disse il ragazzo, si avvicinò a lei e le diede un bacio sulla guancia “Dai! Andiamo a lezione o arriveremo in ritardo”.
Hermione sorrise e annuì, aveva avuto paura della reazione di Dean, ma fortunatamente lui aveva di gran lunga superato le sue aspettative. Con la coda dell’occhio vide una sagoma nera andare verso i sotterranei, li aveva visti, sapeva che aveva visto quella carezza e quel bacio.
La lezione di Trasfigurazione fu abbastanza noiosa, il nuovo professore non riusciva certo a tenere il controllo della lezione come la professoressa McGranitt. In seguito, durante l’ora di pozioni era stato chiesto loro di preparare degli antidoti avanzati. Piton l’aveva trattata con il solito incredibile distacco che da cinque giorni a quella parte riservava solo a lei.
Finalmente la campanella suonò ed Hermione si sentì libera. 
“Un attimo, signorina Granger, ho bisogno di parlarle” disse Piton, prima che lei riuscisse ad uscire dall’aula.
La ragazza si avviò alla cattedra con rassegnazione, Piton le porse un plico di fogli di pergamena e lei lo prese incuriosita.
“È l’articolo concluso, desidero che tu lo legga e me ne faccia una recensione. Lunedì mattina lo devo inviare alla redazione del Pozionista Pratico” disse Piton, in tono molto solenne.
“Contiene ancora la parte sulle creature magiche?”
“Certo” rispose Piton. 
“Allora non vedo perché dovrei leggerlo” disse Hermione, restituì l’articolo e si voltò.
“Devi leggere questo articolo, Granger!” ringhiò Piton. 
“Perché?”
“Perché te lo sto ordinando, sciocca ragazza!” 
Hermione lo guardò, il professore stava davvero iniziando ad arrabbiarsi. “Senti, Granger. Quando si fa una ricerca non si possono mostrare solo i risultati che ci fanno più comodo o che ci piacciono” aggiunse Piton, tentando di suonare calmo “Io ho fatto questa scoperta e sono obbligato a riportarla. Non sono un ricercatore da quattro soldi e tu non dovresti permettere alle tue stupide emozioni di intralciare il lavoro. Quindi smettila di essere una spina nel fianco e prendi questo dannato articolo”.
Hermione lo fissò, quasi colpita dalle sue parole, si avvicinò e prese l’articolo dalle sue mani.  Alzò lo sguardo e fissò gli occhi neri del professore pieni di determinazione.
“Credo che tu debba andare Granger, arriverai in ritardo”.
“Ho ora buca” borbottò automaticamente Hermione, senza staccare gli occhi dai suoi. 
“Ma io no, ora fuori da qui”.
Hermione iniziò a sentire un vociare di ragazzini che percorrevano il corridoio, corse fuori dall’aula, si appoggiò al muro, ansante, mentre i primi ragazzini del secondo anno iniziavano ad entrare in classe. Che diavolo le era preso, rimanere lì come un’idiota a fissarlo, sperando di ricevere qualche particolare attenzione. Sei proprio una stupida, Hermione pensò la ragazzaÈ meglio che ti dai una controllata se vuoi passare quei dannati M.A.G.O!

A Strange LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora