Il compagno di classe e l'insegnante

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Hermione rimase fuori dall’infermeria, ritta, immobile, in attesa che il professore uscisse. Un solo pensiero le assillava la testa, come mai Piton si era messo davanti a lei per proteggerla? Aveva forse ragione Ginny? Piton aveva una maggiore tolleranza per lei? Aveva cercato di proteggere la sua allieva preferita? No, lo avrebbe fatto per qualsiasi studente si disse Hermione. Lei era solo una petulante allieva per il professore, una fastidiosa e irritante So-Tutto-Io. L’unico motivo per cui l’aveva protetta era per non rimanere invischiato in qualche problema burocratico perché un alunno era rimasto ferito nel suo ufficio. C’era un altro fatto che Hermione non poteva di certo ignorare, molto più importante del motivo per cui Piton si era gettato su di lei. Era il fatto che quella vicinanza con il professore non l’aveva imbarazzata, né disgustata come avrebbe immaginato. Il viso del professore a pochi centimetri dal suo e il corpo premuto con forza contro il suo l’avevano fatta sentire sicura e protetta, con schifata o disgustata. Questo, in relazione al professore di pozioni era un fatto alquanto incredibile. 
Dopo circa mezz’ora di attesa la porta dell’infermeria finalmente si aprì e uscì Piton, zoppicante. Hermione balzò in piedi.
“Che cosa ci fai ancora qui?” domandò Piton, sorpreso di vederla. 
“Volevo accertarmi delle sue condizioni” rispose Hermione, avvicinandosi. 
“Perché?”
“Perché è colpa mia se è finito in infermeria” disse Hermione, accigliata. 
“Sei stata tu ad appellare tutti quei libri? A me non sembra” disse Piton, avviandosi lungo il corridoio.
“Sì, ma se li è presi in schiena perché non arrivassero addosso a me” controbatté Hermione, seguendolo.
“Bazzecole. La smetti di seguirmi?”
“Volevo solo assicurarmi che stesse bene” rispose Hermione, abbassando lo sguardo.
“Sto bene! Sano come un pesce, qualche livido e una costola incrinata, niente di più. Non che siano affari tuoi, Granger!” rispose Piton, spazientito.
“Lo sono invece, da quando ha rischiato la sua salute per la mia incolumità” rispose Hermione, guardandolo con decisione. 
“L’avrei fatto per chiunque”.
“Questo lo so, ma la ringrazio che l’abbia fatto anche per un’insopportabile So-Tutto-Io”.
“Tu non sei insopportabile” disse Piton, esasperato “Sei una tragedia, vuoi smetterla di seccarmi e andare a dormire?”
“Un’ultima cosa” tentò Hermione, insicura. 
“Che diavolo ci può essere ancora?”
“Verrei frustata 10 volte se ora decidessi di abbracciarla?'”
“Non osare, Granger” ringhiò Piton “Non ti azzardare nemmeno a…”
Ma Hermione raccolse tutto il suo coraggio, così lo ringraziò e lo zittì con un abbraccio.
“Hai finito?” domandò Piton, resistendo a due impulsi, il primo desiderio fu di strozzarla, ma un secondo desiderio più profondo gli diceva di ricambiare l’abbraccio.
“Sì, scusi” rispose Hermione, allontanandosi da lui “Bè grazie di tutto” stava per correre via, ma prima che potesse farlo Piton l’afferrò per il braccio “Non così in fretta, Granger! 30 punti in meno a Grifondoro per avermi abbracciato e altri 30 punti in meno per avermi dato del tu”.
“Non l’ho fatto” disse Hermione, arrovellandosi per cercare di ricordare quando mai si fosse rivolta a Piton usando la forma informale. 
“Oh sì che lo hai fatto, prima nel mio ufficio, dopo che i libri mi hanno colpito” rispose Piton. 
“Davvero?”
“Sì, Granger. Davvero! Ero un po’ stordito ma non sordo!” ribatté il professore con veemenza.
“Ora posso riavere il mio braccio?” chiese Hermione, visto che il professore non mollava la presa. 
“Immagino di sì, basta che tu non lo usi per saltarmi addosso di nuovo” rispose Piton, lasciandole il braccio.
“Quanto è esagerato. Non le sono saltata addosso, era solo un abbraccio di ringraziamento” disse Hermione, agitando il braccio.
“Ti do un consiglio, la prossima volta aspetta che te lo chieda” ringhiò Piton.
Hermione rise “Se aspetto che me lo chieda passerà un’eternità”.
“Appunto, Granger. Ora sparisci, sono sicuro che non vedi l’ora di raccontare alla Weasley che il signor Thomas ti ha chiesto di uscire”.
“A dir la verità me n’ero dimenticata” rispose Hermione, mettendosi un dito sul mento con aria pensierosa.
“Te ne vai o no?”
“Volo” mormorò Hermione e sparì per il corridoio alla loro destra.

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