10. Doubt

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Josh si trovò improvvisamente nel suo letto, come se fosse stato catapultato in un millesimo di secondo in quelle morbide e vecchie lenzuola.
Si sentì disorientato, l'ultima cosa che ricordava era il bellissimo panorama formato da sfumature di colori scuri che erano stati violentemente sostituiti dalla vernice bianca e sbiadita della sua stanza.

Si strofinò forte gli occhi, e il male alla testa sembrò accorgersi della sua veglia e si fiondò nelle sue tempie per farsi sentire.
Non ero qui un secondo fa. Pensò.
Josh provò a sedersi ma il dolore che avvolgeva brutalmente ogni centimetro della sua nuca lo strattonò sul cuscino. Che diavolo era successo?

Provò nuovamente a strizzare gli occhi, ma non capiva, il cuore cominciava a essere conscio del panico che lo stava assalendo e cominciò a battere insistentemente, non capiva più nulla.

Si sentì mancare l'aria, ogni tanto nel suo campo visivo si presentavano delle macchie grigio scuro decorate con piccole, minuscole stelline di tutti i colori.

Com'era possibile? Perché non era più accanto a Tyler?
"Tyler?", provò a chiamarlo, magari era andato via e con lui si era portata tutta l'atmosfera che era riuscito in un bosco a creare, ma era proprio sull'orlo di chiamarlo un'altra volta quando un enorme dubbio gli piombò tra i pensieri.
"È stato tutto un sogno?", la voce smorzata strappò l'ultima parola impedendole di uscire chiara.

No, non è possibile, è stato tutto troppo vero per...no, Josh.

È successo davvero, solo che dato che eri ancora sotto effetto della droga, il tuo cervello contaminato ha eliminato la parte in cui tornavamo a casa.

Può essere che mi sono addormentato?

Può essere che mi abbia portato a casa Tyler...

Può essere tutto tranne che un sogno.

"No! No! No! No!", disse e si alzò velocemente sedendosi sull'orlo del materasso e appoggiando i piedi per terra, non badando a quel cerca-attenzioni del mal di testa.

Se fosse stato realmente tutto un sogno, una sensazione così grande e mai provata, neppure Josh avrebbe saputo cosa fare, come reagire.

Poi iniziò a fare due o tre conti.
"Si, Josh, convinto... conosci un ragazzo e il giorno dopo ti porta su un albero, sei proprio un illuso", si disse, e dentro di sé si mosse qualcosa che gli graffiò ogni organo presente e che gli fece uscire una piccola goccia di acqua salata dall'occhio destro.

"E adesso che vuoi tu?", le chiese Josh stringendo i pugni per fare in modo che nessun'altra forma liquida si azzardasse ad abbandonare i suoi occhi scuri come il cielo della sera prima.

Il fatto che non riuscisse a capire se si trattava di un sogno o meno lo mandò completamente in crisi. Pensava di essere andato del tutto fuori di testa, di aver raggiunto il massimo dell'assurdità e si rese conto contemporaneamente quanto questo Tyler avesse esageratamente e inutilmente preso parte della sua vita.

"Glielo chiederò, gli chiederò se è successo o no io...", singhiozzò, ed un'altra lacrima gli sfuggì scorrendo velocemente sulla sua ruvida pelle.
"Io...vorrei solo parlarne con qualcuno, io... io sto parlando da solo, da solo ! Sono pazzo! IO SONO PAZZO!", urlò.

Velocemente raccattò le sue cose e uscì di casa, consapevole del fatto che non avrebbe trovato Tyler in nessun modo, se non si fosse fatto lui stesso vedere, nonostante questo dopo aver sbattuto violentemente la porta di casa urlò "TYLER!", un goccio di rabbia accompagnava la totale confusione, una piccola porzione in confronto.

Fece i primi passi, continuando ad alternarli con urli e grida che facevano allontanare spaventata qualsiasi persona che gli passasse di fianco.

Anche quella mattina il sole vantava una grande luminosità , poiché non era coperto da nuvole, ma purtroppo esso non riuscì neanche per un minimo a confortare l'anima frastagliata e in guerra di Josh.

Goner || Joshler [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora