"Jordan?", disse quando riconobbe il mobile di suo fratello.
Appena entrò in camera si assicurò che capisse bene quello che avrebbe detto prima di cominciare a parlare, ma Josh non fece in tempo neanche a salutare che egli si mise ad urlare "SEI UN COGLIONE! COME DIAVOLO TI SEI PERMESSO DI ENTRARE DROGATO IN CAMERA MIA?", Josh balzò, non si ricordava nulla."Ma che stai dic-..."
"STAI ZITTO, KILEY È MORTA DI PAURA, TE SEI PAZZO! PROVA ANCORA A SPAVENTARLA TI RIEMPIO DI BOTTE , SONO STATO CHIARO?", rendendosi conto di ciò che aveva combinato la sera prima, Josh impietrito non riusciva a trovare le giuste parole per scusarsi con il fratello, che fino ad allora lo aveva aiutato in qualsiasi cosa e che adesso aveva deluso. Completamente. Più di quando facesse di solito."Jordan, mi dispi-", iniziò, ma l'ira del fratello non si era ancora placata.
"DAMMI LE CHIAVI", Josh spalancò la bocca, non poteva seriamente privarlo di ciò che fino ad allora gli aveva permesso di rimanere vivo.
"Ascoltami bene, sono stufo di badare a te, STUFO! La sera sai che non ci sono! LO SAI BENISSIMO!""Jordan", Josh era in lacrime.
"JOSH DAMMI LE CHIAVI O ME LE PRENDO IO".
"Ti prego", provò di nuovo, ma il fratello non sembrava dare l'ombra di cambiare idea.
"DAMMELE!!", urlò più forte.
Con la mano che tremava Josh si toccò le tasche, le prese e gliele appoggiò sulla mano.
"PROVA SOLO A BUSSARE ALLA MIA PORTA E SEI MORTO", continuò.
Jordan non aveva mai reagito così male ad un comportamento di Josh, mai.
Forse il fatto che fosse entrato in presenza della sua ragazza l'aveva fatto andare giù di testa, e Josh poteva immaginare, chi non si sarebbe incazzato a sapere che il proprio fratello stava spargendo cocaina in casa dove vi era solo la propria fidanzata.Neanche immaginava quanto poteva essere turbata Kiley e, anche se voleva scusarsi direttamente con lei, pensò che non fosse il caso di disturbarla ancora.
Andava avanti così da quando aveva 17 anni, ora ne aveva 21 e ancora non si era liberato dalla droga, tutti pensavano fosse un miracolo che fosse ancora vivo.
D'altronde l'unico motivo per cui Jordan fino ad allora era stato disposto a dargli una mano, era perché sapeva del loro padre violento e della loro mamma, che non faceva molto per sistemarlo in prigione.
Jordan era riuscito a scappare dalla sua vita con Kiley e faceva il medico, addirittura.
Josh lo invidiava molto, ma l'invidia la metteva volentieri da parte, perché prima di tutto verso di lui provava gratitudine.La sua vita era diventata un cumulo di tempo freddo e triste che riusciva a spazzare via solo con l'alcol e droga. Nessuno se ne preoccupava, tranne il fratello.
O meglio, tranne il fratello fino a quel momento.
Non studiava, non faceva alcuno sport, non aveva hobby, non aveva amici.
Molti lo conoscevano: vecchi ragazzi delle medie e di inizio liceo, che lo odiavano per il fatto che stesse sempre per conto suo.Passava le giornate a prendere soldi dal fratello e vivere nel parchetto vicino a casa sua, la sera tornava a casa, per prendersi la dose quotidiana di botte da suo padre, che invece di spronarlo, incoraggiarlo, mostrargli un minimo di affetto, riusciva solo a esprimere il suo disprezzo che aveva verso di lui.
Gli aveva anche spezzato un braccio, quando si era tinto i capelli di rosso e fatto un piercing al naso.
Nemmeno lui sapeva perché era ancora in vita, la cosa più triste era sapere che a nessuno sarebbe mai importato di lui.
Era diventato invisibile, e se ne era fatto una ragione.
Era un fantasma, a lui andava bene così.
E quando cadeva nel suo mondo tutto si colorava di toni che non esistevano veramente, ma che a lui piacevano tanto, per cui: perché privarsene?Josh si sedette di nuovo sotto il solito albero dalle foglie simili a quelle di una mano, del quale ovviamente non sapeva il nome, gli piaceva molto quell'albero, sapeva che qualsiasi cosa fosse successa quell'albero sarebbe rimasto lì.
Ogni tanto afferrava una foglia fingendo fosse una mano vera, fingendo che qualcuno finalmente si fosse deciso a dargli una mano.
Fingeva che all'albero importasse di lui.
Ogni tanto capitava di parlarci, quando si infilava in bocca quel quadratino colorato di LSD, a volte capitava anche quando era sobrio, ci era affezionato.
Lo adorava."Che bello che sei oggi!", affermò appena sedutosi sull'erba che lo circondava.
"Aspetta, hai una formica addosso, adesso te la tolgo", e con un piccolo colpetto dell'indice fece volare la formica a pochi metri da loro.
"Ecco".
"Oggi va peggio del solito", consolidò.
"Mi sa che ho perso l'appoggio di mio fratello, ho perso proprio tutti completamente, ma questo già da un po'" , stava strappando l'erba davanti a se."Ogni tanto penso ai Josh, insomma, ci saranno mille Josh migliori di me, Josh con in testa qualcosa di sensato, Josh con una strada dritta difronte. Di Josh peggiori di me ce ne sono pochi, probabilmente", si fermò un momento.
"Hai ragione, non conosco nessun Josh, non posso giudicare. Però di persone, parlando in generale, tipo quella signora la tutta in uniforme che sta leggendo un libro, lei è migliore di me, si vede, non c'è bisogno di conoscerla", si girò dall'altra parte, il tono della voce cominciò ad alzarsi e lui ad innervosirsi "quel ragazzo là", e indicò un biondino intento a palleggiare con la testa insieme al fratellino più piccolo biondo come lui "non c'è bisogno di conoscerlo per capire che è una persona migliore di me, e c'è qualche minima possibilità che il piccoletto si chiami Josh, giusto?"
"E perché quello ha il mio stesso nome ed è migliore di me?", gridò e poi sbuffò.
"SONO FOTTUTAMENTE CONVINTO CHE NESSUN JOSH IN QUESTO MOMENTO STIA PARLANDO CON UN MINCHIA DI FOTTUTISSIMO ALBERO!!!!", urlò sbattendo il palmo della mano contro la corteccia, quell'urlo richiamò per qualche secondo l'attenzione dei passanti, che si rigirarono subito dopo per proseguire la loro routine.
"Cazzo", disse appoggiando la testa contro la corteccia dell'albero."Ti chiamerò Tyler", disse. "Tyler, con la speranza che tu diventi una persona vera".
Heilá!!!
Spero che il secondo capitolo vi sia piaciuto!Lasciate una stellina per il prossimo!
Un baciooo!
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Goner || Joshler [ITA]
FanfictionJosh si droga, è fragile, è senza anima, o meglio, non ha nessuno che riesca a curarla nel modo in cui dovrebbe. È una persona debole, che ha deciso di gettare la sua vita nel cesso e di tirare lo scarico, ma presto un ragazzo dagli occhi inquieti...