Josh notò subito qualcosa di diverso quella sera, dopo essersi seduto come tutti i giorni sulla finestra della sua camera.
Ci mise diciassette minuti a capire quale diavolo potesse essere l'elemento che stava completamente distruggendo l'equilibrio della vista dalla finestra di camera sua che per anni e anni, era rimasta sempre la stessa.
Strizzò gli occhi, se li strofinò, si scervellò per ben diciassette minuti, deciso a non muoversi finché non avesse capito cosa c'era, quella notte, che stava completamente cambiando il panorama di casa sua.
L'ultimo minuto dei diciassette decise di contare gli alberi, ma si perse al numero due.
"Lasciamo stare, ci sono tutti", si disse.
Eppure il fatto di non capire lo stava facendo andare fuori di testa, e l'idea di lasciar perdere non gli sfiorava minimamente il cervello.Ammetteva essere un bel paesaggio e ogni tanto scaldava la voce urlando lettere, vocali, suoni a caso, per provare in continuazione la sensazione di vertigini che una volta terminato l'urlo si impossessava di lui e lo lasciava andare solamente qualche secondo dopo.
Come se se ne fosse accorto solo in quel momento, Josh si girò di scatto verso l'interno della camera, dopo aver udito un urlo strozzato e disperato, che pareva provenire da una donna.
"CHE CAZZO È STA ROBA!!?", urlava.
"JOSH CHE CAZZO È QUESTA ROBA?", urlò di nuovo.
Tutto ciò che riusciva a vedere erano le vene della fidanzata di suo fratello che pulsavano sul collo e davano l'impressione di poter esplodere ogni volta che si gonfiavano.
Non capiva il perché di tutta questa agitazione, e a dirla tutta, lo infastidiva molto."JOSH CHE CAZZO CI FAI QUI?", lui rise.
D'improvviso, come un lampo in cielo durante una tempesta, capì finalmente cosa c'era che non andasse: non era casa sua.
"Uh, perdonami", disse ridendo ancora più forte.
"Pensa te!", sghignazzò premendosi l'indice contro la tempia destra.
Abbassò lo sguardo e vide sparsa per terra il resto di coca rimasto.
Si ricordò di quando provava a prenderla in mano, ma di mani ne vedeva due, perciò confuso la gettava via.Suo fratello gli aveva dato le chiavi di casa, sperando che le usasse in caso di bisogno, (dato che a casa con i suoi genitori ci stava solo la sera, per due ore) e di certo non per usare la sua stanza come luogo di assunzione droghe.
Kiley scoppiò in un pianto soffocato, prese Josh per un braccio e lo cacciò fuori, loro due non erano mai stati in buoni rapporti, e lei non pensò neanche di aiutarlo, anche se sapeva perfettamente che in quelle condizioni a casa non ci sarebbe mai arrivato.
Appena uscito di casa si rannicchiò vicino alla porta , prendendosi le gambe con le braccia e infilandosi la testa nelle ginocchia.
Aspettando un sonno di pace.
"Ma stai calma, dico io", urlò scoppiando in una risata.
"Che sclerata, va be', tanto io dormo anche qui", concluse sbuffando.E finalmente, dopo qualche minuto, chiuse gli occhi e cadde in un sonno profondo.
Quando li riaprì la comodità su cui poggiava era cambiata, ora sotto di lui giaceva qualcosa di morbido, ma confuso da questo accorgimento si chiese per quale motivo si era addormentato su qualcosa di così scomodo, e perché non si ricordasse di cosa si trattava.
Ehilà !!!!
Spero che come inizio vi piaccia!
Fatemi sapere!
A prestooooo !!!
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Goner || Joshler [ITA]
FanfictieJosh si droga, è fragile, è senza anima, o meglio, non ha nessuno che riesca a curarla nel modo in cui dovrebbe. È una persona debole, che ha deciso di gettare la sua vita nel cesso e di tirare lo scarico, ma presto un ragazzo dagli occhi inquieti...