25. Message Man

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"Dai, forza", lo spronò Tyler più volte, Josh però non era più molto convinto.

"Non so se ne ho voglia, questa volta", il suo viso era immobilizzato dalle lacrime che si erano aggrappate al suo viso con cattiveria.

"E perché no?"

"Ormai lo conosco il tuo gioco, cosa pensi? Vuoi distrarmi da quello che è appena successo per poi scomparire prima che mi ricordi di chiederti perché sei così maledettamente stronzo!", uscì dal bagno sorpassando Tyler e entrando a passi lenti e malinconici nella sua stanza.

"Se ho detto che ne parliamo domani mattina, ne parliamo domani mattina", ripeté per l'ennesima volta, ma Josh si era stancato alla grande di quella frase, anche perché era convinto al duecento per cento che la mattina dopo, lui, non ci sarebbe stato.

Si accovacciò sul letto intenzionato a non muoversi di lì, il viso però era ancora rivolto verso Tyler.
"Possiamo stare qui, sul letto, insieme. Io ti guarderò tutta la notte, potrai dormire se vuoi e domani ne parleremo, o altrimenti vai a farti fottere. Perché io fuori non esco", Tyler lo guardò cercando di trattenere una risata che sembrava isterica, poteva ridere quanto voleva, Josh era più determinato che mai.

"Un Josh non avventuroso non fa per me", gli rispose.

"Vaffanculo", il moretto si avvicinò alla coperta e fece cenno a Josh di spostarsi indietro.

"Ho vinto io?", gli chiese afferrandogli la mano.

"Solo per oggi"

"Se te ne vai non ti parlo mai più", non lo stava guardando in faccia, la sua testa era sopra il petto di Tyler che appoggiava il mento sopra di essa, e così lo sentì annuire.

"Non me ne vado", Josh si impose di non addormentarsi, purtroppo le palpebre non erano molto d'accordo, anzi, si chiudevano quando più gli faceva comodo.

"Ho saputo che hai conosciuto una ragazza", Josh spalancò la bocca attonito e ridacchiò.

"Come fai a saperlo?"

"Ti ho visto"

"E perché non sei venuto?"

"Avevo da fare"

"Ah"

La porta si aprì di colpo, Josh sussultò e alzò la testa.
"Chi è?", in realtà lo vedeva bene chi era, suo padre che lo fissava con due occhi enormi, più grandi del solito, erano sproporzionati, rotondi, immensi.

"Josh?"

"Non c'è nessuno, Josh", gli disse Tyler premendo contro la sua fronte, affinché tornasse giù.

Improvvisamente era sparito, tra i secondi, tanto che pensava di aver solo avuto un' allucinazione.

"Credevo di aver visto mio papà"

"Non è entrato nessuno, Josh", sciolse i muscoli e tornò sopra il petto di Tyler.

"Stavamo dicendo?"

"È simpatica, si chiama Riley. Ha detto che ci tiene a conoscerti", il corpo rimbalzò sotto la sua guancia. Gli era uscita come una risata strozzata.

"Io no", Josh si tirò su di scatto e lo guardò negli occhi.

"Ma che scherzi?"

"No che non scherzo, non voglio conoscere quella lì"

" 'quella lì' è Riley. Ed è mia amica"

"Esatto. Tua. Non mia", Josh era come sconvolto dalle parole tanto crudeli. Era abituato ad un dolce Tyler, ad un gentile Tyler, amichevole, socievole e buono.

"Non mi piaci così, Tyler"

"Non vuoi mai conoscere nessuno", continuò aggrottando le sopracciglia.

"Mi basti tu"

Josh sbuffò "stronzate!"

"Josh...", Josh si alzò del tutto, mettendosi seduto bene e non toccando più Tyler, con nessuna parte del corpo.

"Bastarsi l'un l'altro non significa ignorare il mondo intero, perché fai così? Mi sembra come se non te ne fregasse niente, il mondo potrebbe crollare in questo esatto istante e tu potresti avere la certezza che a salvarsi saremmo io e te e sorridere ... ", era una critica così poetica che Josh si fermò un attimo a pensare che anche lui stesso avrebbe sorriso.

"Ahahah"

"Non c'è niente da ridere", invece rideva.

"Mi farebbe solo piacere che avessimo qualche amico in comune, sai così quando litighiamo... c'è come nei film, no? Qualcuno che ci faccia fare pace"

"Io e te non litighiamo"

"Ah no?"

"Punto due, l'unico motivo per cui questa Riley ti piace tanto è che vorresti che risolvesse i nostri problemi?"

"No, non intendevo questo..."

"Allora cosa?"

"Stiamo litigando adesso"

"Allora chiamala"

Josh non riusciva a stargli dietro, sapeva di avere ragione ma Tyler sembrava così bravo con le parole, più bravo di lui.
Lo guardava sgranando gli occhi, perché a fare l'indifferente e convinto di sé ci aveva già provato prima e non aveva funzionato molto bene .

"So che mi ami", sorrise Tyler.

"Vaffanculo", rassegnato tornò a sdraiarsi, non su di lui però , o almeno, inizialmente.
Poi la mancanza di contatto lo fece avvicinare senza rendersene conto, ogni tanto pensava che fosse stato lui ad appoggiarli nuovamente la testa sul suo petto, ma addormentato com'era non poteva averne la certezza.

Ora che era accanto a lui però, e giustamente aggiungerei, ne approfittava.

Tyler aveva da poco socchiuso gli occhi, anche quelli di Josh volevano, ma lui era più severo.
Anche perché non era tanto difficile tenerli aperti sul quel tenero viso che si ritrovava davanti.
Avrebbe potuto continuare a fissarlo per giorni e giorni, le palpebre sarebbero state onorate di rimanere aperte.

Era così strano il loro rapporto, Tyler era come un extraterrestre che pensava di conoscere alla perfezione un secondo, il secondo dopo quasi sembrava uno sconosciuto.

Non dava molto peso alle cose che non riguardassero loro due, non era normale, ma aveva una sua filosofia.

"Sei stato tanto male?", non stava dormendo.

"Si, tanto"

"Scusami"

"Ti perdono"

"Non ne stiamo parlando adesso, vero?", risero insieme.

Poi Josh tornò sdraiato, non vedeva Tyler ma lo circondava con ogni sua cellula.

"Stronzo".

E quasi in sincronia si addormentarono, all'unisono.







Oggi sono felice.

Spero anche voi

Goner || Joshler [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora