15. Polarize

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"Sei sicuro di stare bene?", gli richiese per la quarta volta, e Josh rispose sempre con lo stesso tono al più possibile convincente.

Arrivarono al centro commerciale in pochi minuti e non appena Tyler varcò la porta automatica, fece un sorriso a ventiquattro denti, sbattendo forte le mani e inoltrandosi tra gli scaffali. Josh rischiò di perderlo di vista, ma per fortuna fu stranamente abile nel raggiungerlo.

I negozi, in generale, avevano sempre messo allegria a Josh. Li aveva sempre inquadrati come un qualcosa di magico, perché sono pieni di ciò che la gente desidera.
Qualsiasi persona ci andava per comprare una certa cosa e ne usciva con una in più , totalmente improvvisata e inaspettata.

"Voglio un solo alimento", lo informò Tyler prendendo un carrello alla loro destra e sorridendo in un modo maliziosamente sexy.
I due si guardarono e sorrisero, lanciandosi una specie di sfida.

Non è possibile.
"Oreo", dissero contemporaneamente.

"Non ci credo!", Josh era basito e allegro, gli batteva forte il cuore.

Cercò di togliere immediatamente quell'espressione di stupore che sentiva renderlo ridicolo e brutto e cercò di sembrare divertito, si impegnò anche tanto.
"Si ma non ti gasare che sono una cosa mia", lo informò Josh dirigendosi con fare diplomatico verso i biscotti.

"Mi scusi"
Presero sei scatole di oreo, che inizialmente erano dieci, ma fortunatamente entrambi ebbero al momento giusto la consapevolezza dell'esagerazione.

Tyler lo bloccò prendendolo forte per le spalle.
"Signori e signore", si schiarì la voce.
"Questa è la prova del nove: Li dividi quando li mangi?", Tyler lo guardò sgranando gli occhi, come se volesse comunicargli la risposta esatta e fare in modo che la dicesse, indipendentemente da se era la verità o no.

Josh si schiarì la voce a sua volta.
"Mi sento di dire di no".
"WOAH", urlò, facendo girare il vecchietto, probabilmente diventato sordo (a giudicare dalla faccia infastidita che aveva assunto).
"Tu pure?", Tyler annuì.

"Sei proprio la mia anima gemella", e quel commento, che doveva essere di poca rilevanza, creò un enorme imbarazzo tra i due, tanto che i loro sorrisi svanirono, come catturati da un mostro di attrazione.

Entrambi girarono dieci volte per gli stessi settori poiché troppo pigri per uscire fuori al freddo, che non era freddo, ma in confronto alla temperatura del supermercato lo era.

Tra i mille giri a vuoto Josh si fermò davanti alla pescheria e commentò turbato "Poveri pesci, guarda che faccia ha quello", Tyler gli diede due veloci pacche sulla schiena.

"Ti assomiglia".

Josh lo guardò spalancando la bocca e poi tornò a fissare quella specie di merluzzo sconvolto, anche lui con la bocca aperta e occhi sbarrati.
Chiuse velocemente le labbra.
Caspita, mi somiglia davvero.

Tyler, e successivamente anche lui, scoppiarono in una risata e il moretto dovette assicurargli più e più volte che quel pesce non gli somigliava affatto e che, anzi, era proprio il suo opposto.

"Non mi è mai piaciuto il pesce", c'era davvero poca gente.

"Il pesce mi ricorda tanto le vacanze al mare con la mia famiglia", commentò Tyler "neanche a me piace", concluse.

Josh pensò fosse meglio stare zitto, anche se fu per un lungo tempo tormentato dall'indecisione, Tyler aveva assunto un'espressione malinconica e si era messo a fissare il pavimento.
Si grattò la testa e si guardò rapidamente attorno, indeciso sul da farsi.

Goner || Joshler [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora