0.6

13 2 0
                                    


"Beh...vuoi cominciare tu?" disse la donna indicando la ragazza accanto a me.
"Ciao...sono Simone, ho 19 a-" cominciò, essendo poi interrotta dalla donna dal rossetto brutto, dicendole che doveva parlare di ciò che le passava in testa in quel momento.
"Ah okay, allora...Io ho il potere dell'invisibilità, basta battere le mani e-e p-più nessuno mi vedrà.." disse, con così tanta sicurezza da farmi paura.
Battè le mani, e poi cominciò a correre per la stanza, andando poi da un ragazzo, dandogli qualche pizzicotto, poi batté di nuovo le mani dicendo "Vedete? Non vi siete nemmeno accorti che io sono andata dall'altra parte della stanza..Dovete ammetterlo: io non sono pazza, io sono speciale!" ammiccò a quel ragazzo, e un brivido percorse anche il suo corpo.

"Beh, tu invece? Che hai da dire?" indicò me, con faccia disgustata.
'Senti amore mio forse quella faccia la dovresti fare guardandoti allo specchio..' pensai.
" Mmh...Sono Abigail...posso dire proprio tutto ciò che mi passa per la mente?" chiesi alzando un sopracciglio, perfettamente disegnato, e con un sorrisetto malizioso, ricevendo da parte sua un alzata di occhi al cielo.
"Okay okay, ho capito. Allora...occhi verdi, laggiù.." feci una mossa col capo verso il ragazzo dai capelli blu, "..mi sta fissando da quando sono arrivata. Comunque se te lo stessi chiedendo, anche io penso che tu sia proprio un gran figo, se vuoi il mio numero.." proposi, notando la faccia del ragazzo cambiare, per poi avere un'espressione spiazzata.
Cosa avevo detto di male?
Cioè...bionda, bella, intelligente, per la precisione, qualcuno dentro di me era intelligente, non proprio io...perché non gli sarei dovuta piacere?
"Vi diamo un piccolo momento di svago, e poi ci ritroveremo di nuovo qui per prendere le pillole..." assunse in aria più rilassata la donna, sapendo di non dover badare a noi per un po' di tempo.

Cominciai a camminare verso il giardino, quando sentii una mano prendermi il braccio con forza.
"Ma chi cazzo sei tu?" disse capelli blu avvicinandosi a me.
Alzai un sopracciglio.
"Sono Abigail...ma dimmi un po'..chi sei Tu?" feci scivolare ogni parola con delicatezza e lentezza, cosa che faceva impazzire ogni ragazzo con cui flirtavo.
"Sono Michael, Zoe non mi riconosci più?" continuo lui, facendo provocare una fitta allo stomaco: dentro di me, quel viso, quei occhi verdi, quelle labbra rosso fuoco, quei capelli blu come il mare...tutti quei particolari facevano scattare una molla dentro di me.
E non la solita sensazione di quando vedo un bel ragazzo e dentro di me penso " Ecco chi devo aggiungere alla mia Sex List."
Quella sensazione era diversa, era come se lo avessi già visto, avessi già pensato a questo ragazzo, come fosse un dejavu.
"Io sono Abigail, per un po' di tempo Zoe non si presenterà. Abituati a me ora." digrignai leggermente i denti. Odiavo con tutta me stessa quando una persona mi dava l'impressione di preferire Zoe a me, la ragazza più chiusa e introversa, alla ragazza solare e con la voglia di scalare anche il monte Everest.
Sin da piccola avevo avuto questa strana competizione con lei, era come se io non fossi abbastanza, non fossi mai stata accettata per quella che ero.

Il ragazzo continuò a fissarmi, senza proferire parola.
Stranamente non trovai quel silenzio imbarazzante, sentivo Zoe dentro di me parlarmi, raccontarmi di lui, e pian piano quel silenzio fu di mille parole: tra me e Zoe, tra lui e Zoe.
Ci sedemmo a terra, non smettendo nemmeno per un secondo di fissarci.
Se qualcuno da fuori ci avesse visto, avrebbe capito subito che siamo pazzi, che andiamo contro le regole convenzionali, che noi siamo così disconnessi dal mondo.
"Siamo davvero matti.." sussurrai, per un motivo non preciso, con un piccolo sorriso sul volto.
"La normalità mi fa così schifo." sussurrò anche lui, stendendosi completamente, beandosi degli ultimi momenti caldi di questa stagione.

Una mezz'ora passò così: tra qualche parola senza senso e un tranquillo silenzio, che in altri casi avrei odiato.
"Signorina Scott, signorino Clifford, per favore alzatevi e dirigetevi nell'aula principale!" disse un uomo sulla quarantina, con un camice bianco e un espressione stralunata , data dai suoi occhi vicini e sporgenti, e  dal suo naso storto e quasi inesistente.
"Mio dio..ha fatto davvero incazzare madre natura questo.." commentai, facendo trattenere le risate al ragazzo accanto a me.
"Sai che se ridi nessuno ti ammazza?" continuai a parlare io.
Scosse le spalle, per poi alzarsi e cominciare a dirigersi verso la grande e bianca aula.
Mi fermai un attimo, solo per far camminare lui davanti a me: era decisamente un gran bel pezzo di figo.

Quel ragazzo era un pezzo di carta, una pagina piena di tante, troppe parole senza senso per molti, ma non per tutti..

Wrong » mgcDove le storie prendono vita. Scoprilo ora