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Luke.
Fin da quando lo vidi la prima volta, capii che era ossessionato da quei stupidi animali.
Era fine del terzo anno, alla notte bianca dei liceali, i ragazzi più grandi decisero di stare in pigiama, così lo facemmo tutti. Era la prima volta che stavo fuori casa, che festeggiavo e mi divertivo come una normale ragazza di 16 anni.
"Dai..ci divertiremo" mi assicurò Ashton, avvolgendomi in un abbraccio da cui io mi scostai.
Non amavo molto gli abbracci...o perlomeno, questa mia personalità.
Era da una settimana che non prendevo le pillole che mi aveva prescritto il mio vecchio psicologo.
Non avevo ne voglia né forza, e sentivo una delle mie altre personalità cominciare a salire in superficie, sentivo la percezione di ciò che avevo intorno cambiare, mutarsi in altri pensieri, molto diversi.
Provai a tenerli a bada, almeno per quella sera.

Cominciai a prepararmi mettendo un semplice pigiama nero composto da una maglietta e un pantaloncino.
"Dai stronzetta...metti qualcosa di più scoperto..", mi istigava una piccola voce nel mio cervello malsano.
Stavo già intuendo quale mia personalità stava prendendo il sopravvento..
Abigail saliva in superficie sempre più velocemente.
"Stronzetta...chiama Ashton..Potremmo proporgli di fare un po di ritardo alla festa.." sussurrava Abigail.

C'erano ragazzi col pigiama di flanella, chi con quelli colorati, poi c'era lui, questo alto e bellissimo ragazzo dagli occhi azzurri, che si intonavano al suo pigiama di cotone azzurro, con tanti pinguini stampati sopra. Lo trovai molto ridicolo, ma interessante: sapevo che non era normale, era come me, qualcosa nel suo cervello non funzionava come in quello degli altri.
Era un'altra macchia nera e opaca, ma nascosta da tutti quei animaletti.
Quei stupidi pinguini erano il suo scudo, il suo modo per proteggersi dallo schifo del mondo, da tutti i pregiudizi contro quelli come noi.
Mi avvicinai dicendo.." Tu sei come me."
Il biondo mi guardò interdetto, per poi chiedere, "Che cosa intendi?"
"Il tuo sguardo non è come quello degli altri. Il tuo sguardo lo riconoscerei anche da lontano...Ma anche i tuoi vestiti danno un piccolo accenno."
Si grattò la nuca, imbarazzato, per poi ridere.
"Come ti chiami?"
"Z-Abigail, tu?" dissi, per poi salutare mentalmente Zoe: io ero finalmente tornata, e di certo avrei fatto tesoro di ogni singolo istante, cominciando dal divertirmi un po' con questo biondino.
"Luke.." sorrise.
"Abigail, siccome hai detto che sei come me, cos'hai che non va?" chiese incuriosito, anche se io già stavo pensando che sarebbe stato anche meglio senza quei vestiti..
"Oh..lo scoprirai presto." sorrisi maliziosamente, per poi avvicinarmi ancora di più, appoggiando una mano sulla sua spalla.
"Che ne dici di andare a ballare?" chiesi, sapendo che non avremmo fatto per tutta la sera quello.
Dopo qualche ora, quello che avevo previsto successe: Luke mi prese dai fianchi e mi baciò.
Non sentivo né brividi né morse allo stomaco, avevo baciato così tanti ragazzi, così tante volte, era solo uno dei tanti.
C'è chi mi può chiamare troia, io mi definisco solo una ragazza che vuole dimostrare il suo amore per la vita in un modo un po' diverso, differente dalle convenzioni.

« Zoe...ci sei?» mi chiese Luke, passando una mano davanti ai miei occhi.
« A cosa stavi pensando?» chiese ancora il biondo.
« Mi era ritornato in mente il nostro incontro...scusami ancora per ciò che ho fatto!» dissi, ricordando di avergli spezzato il cuore.
Due anni fa, Abigail mentì a Luke, facendogli credere di esserne invaghita.
Oltre alla simpatia, Abigail sapeva come far innamorare ogni ragazzo di lei.
« Ormai è andata. Però dai..se non avessi conosciuto Abigail, non avrei mai trovato la mia migliore amica!» affermó abbracciandomi, ma staccandosi subito, sentendo il mio corpo irrigidirsi.
« Com'è andata ieri dallo psicologo?» chiese Luke, incuriosito.
« Uno schifo. È tutto così bianco, così chiuso. Penso che, se mi lasciassero lì per un giorno intero, ne uscirei completamente matta. Lì, gli altri pazienti, sono andati, sembrano come drogati. Tranne uno.» spiegai, ricordando quei magnetici occhi verdi.
« Oh...che merda. Per fortuna che non sono nei tuoi panni. Invece mia mamma, ha nascosto tutti i miei pinguini peluche. Mi manca troppo la compagnia di Alfred, Mitchel e Joe mentre studio nella mia stanza.» piagnucolò, abbassando la testa.
« Ma dai, non ti preoccupare. Di certo fra qualche giorno Liz te li rimetterà al posto loro. Intanto potrebbero farti compagnia Ben e Jack!» dissi, ringraziando Dio che in questo momento non c'era Abigail. Sicuramente anche lei avrebbe voluto la compagnia dei fratelli del biondo.
Arrivammo a scuola con un leggero ritardo e, ad aspettarmi c'erano già Ashton, Calum e Clarissa.
Un'altra giornata di merda era appena iniziata..

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