noise + namjin

27.

[Namjoon]

Mi sentivo ancora pieno di vergogna per aver pianto la notte precedente e per qualche ragione, sentivo il bisogno di dirlo a Jin. Senza un attimo di esitazione uscii di casa, chiusi la porta prima di avventurarmi nel corridoio con il mio pigiama.

Fu quando mi trovai al di fuori della sua porta che iniziai a mettere in discussione la mia scelta. Erano le sei del mattino e non credo che nessuno sarebbe felice se qualcuno li svegliasse così presto. Restai in piedi, il mio pugno si congelò prima che potessi bussare. Mi resi conto di quanto sarebbe sembrato strano se qualcuno sarebbe passato e l'avrebbe guardato.

Proprio mentre stavo per andarmene, la porta si spalancò e urlai, indietreggiando. Jin urlò anche lui, il che mi spaventò di più. Prendemmo entrambi un respiro profondo. Ci fissammo prima di scoppiare a ridere.

Jin jin jin jin jin jin jin

"Stai bene?"

Fai portato fuori dai miei strani pensieri, potei sentire il rossore sul mio viso crescere con l'imbarazzo. Ripeté la domanda, questa volta preoccupato. La sua voce confortante era più che sufficiente per abbattere i miei muri.

"No." Sussurrai la risposta e la stanza si fece silenziosa, sembra come se stessi urlando. "Che succede?" Il modo in cui sembrava ci tenesse continuava a colpire la mia barriera emozionale e prima che ne fossi a conoscenza stavo piangendo di nuovo.

L'unica differenza era che questa volta ero tra le braccia di Jin, con lui che mi sussurrava cose dolci nelle orecchie, con lui che mi diceva che sarebbe andato tutto bene.

Alla fine piansi tutte le mie lacrime, con il naso che colava e la testa dolorante. Volevo prendermi a pugni per aver pianto davanti a Jin, tra tutte le persone. Avevo sempre più paura che lui potesse giudicarmi. Anche se sapevo che Jin non l'avrebbe fatto, mi schierai automaticamente con i miei pensieri negativi.

Mi tirai via dalla sua presa, lasciando un ampio spazio tra di noi. Ci fu di nuovo silenzio, ma non imbarazzo. Ero troppo intimidito per parlare, e Jin probabilmente pensava fossi troppo patetico per rivolgermi la parola.

Dopo un paio di minuti in cui non venne detto nulla, guadagnai un po' di coraggio e presi parola.

"Scusa."

Il viso di Jin cadde ed io mi presi di panico, pensando che lui fosse disgustato per aver avuto l'audacia di parlargli dopo quello che era successo. Mi allontanai lentamente ma questo lo fece solamente accigliare di più. Non ero mai stato così confuso nella mia vita.

"Sei dispiaciuto per aver pianto?" Annuii in risposta e lui sospirò, facendomi indietreggiare. "Namjoon. È okay piangere. Solo perché piangi, non sei più debole e questo non mi fa pensare umilmente di te. Se lo facessi, se qualcuno lo facesse, li renderebbe degli ipocriti? Come puoi chiamare chi non ha mai pianto durante tutta la sua vita? Non devi aver paura d'essere umano, dovresti piangere e lasciare uscire la tristezza prima che diventi troppo da affrontare. E da quello che ho appena visto, hai pianto ogni emozione in questo momento, ed è dannatamente stancante."

Le sue parole mi colpirono, ma alzai le spalle in risposta. "Ho pianto di più ieri." Mi diedi mentalmente uno schiaffo. Non avrebbe dovuto sapere che avevo pianto due volte in 24 ore. Mi odierà, penserà che sono debole, pense-

"I-Ieri? Perché?" Sembrava triste, qualcosa che ruppe il mio cuore. "Tutta la notte." Sussurrò un lieve 'oh' abbracciandomi di nuovo.

Mi rilassai nelle sue braccia, confuso ma calmo perché per una volta, sapevo di non essere da solo.

"Fare un urlo femminile non è qualcosa su cui piangere." Sussurrò Jin, ridendo leggermente. Risi anch'io, non amaramente o sarcasticamente, una risata genuina. Perché anche dopo tutta questa tristezza, ho trovato una fonte di felicità su cui aggrapparmi e adesso, il mio cuore non poteva sentirsi più luminoso.

"Non lo è, quindi anche tu faresti meglio a non piangere." Jin annuì alla mia risposta, sorrise luminosamente e sorrisi anch'io accoccolandomi nel suo caldo abbraccio.

Jin jin jin jin jin jin jin jin