CAPITOLO 6 ※ Rabbia dominante ※

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Come mi aspettavo dopo qualche giorno arrivò una lettera in raccomandata del fratello maggiore di Vicktor. "Un invito speciale alla donna speciale del re Gabriel; Dal re del regno vicino Lucian III." Per lungo tempo lasciai correre quell'invito ma ogni giorno iniziarono ad arrivare delle rose nere al castello indirizzate a Cristal dal re Lucian, all'inizio lasciai perdere buttandole ed evitando che lei ne venisse a conoscenza, ma ad un certo punto rinunciai. Sapevo bene che quell'uomo non avrebbe smesso affinché non avremmo accettato il suo invito così organizzai tutto ed insieme a Cristal partimmo. Decisi che avremmo viaggiato in incognito utilizzando i mezzi pubblici come il treno e che avremmo svelato la nostra identità solo una volta arrivati al castello. Quando salimmo sul treno Cristal sembrava estasiata.
«Wow è così grandeeee!»
Mi sedetti sul sedile e la invitai a fare lo stesso. Per tutto il tragitto guardò fuori dal finestrino facendomi mille domande di come facesse il treno a muoversi o cose del genere. Una bambina si avvicinò a noi mentre teneva in mano delle mele rosse, la piccola guardò Cristal e sorrise entusiasta indicandola. Lei ricambió il sorriso con un all'altro sorriso.
«Che bello... cos'è quello che avete sul petto signorina?»
Lo sguardo di Cristal divenne cupo, il viso pallido, con movimento veloce si coprì la spalla con il lembo della stoffa scivolata che lasciava scoprire il lato del petto dove il marchio giaceva poco sotto la scapola destra. Lei fece una risata nervosa ed intervenni facendo perdere l'interesse di quell'osservazione alla piccola, appena andò via rivolsi la mia attenzione a Cristal.
«Va tutto bene?»
«Si.»
La sua risposta fu secca, ma il suo volto la tradiva rivelava perfettamente che era in qualche modo stata ferita. Questo mi portò alla mente che in qualsiasi circostanza quel segno era stato coperto, l'avevo visto solo quando il signor gatto me lo mostrò nella grotta. Che in qualche modo lei lo odiasse? Che ci fosse un legame particolare a ciò? Quelle domande iniziarono a vorticare nella mia mente come un uragano. La sera arrivò presto e lei si addormentó in un secondo stremata dal suo primo viaggio in treno. Era così bella e sembrava così fragile mentre dormiva come se in un momento all'altro si potesse spezzare. Mi addormentai anche io poco dopo ma venni svegliato all'improvviso da alcuni lamenti. Aprii di scatto gli occhi e vidi Cristal mentre nel sonno si muoveva freneticamente. Mi avvicinai a lei e le bloccai le braccia prendedola dai polsi ed iniziando a chiamarla, lei aprì gli occhi di scatto pronunciando un urlo secco strozzato nella gola dal terrore. La lasciai e lei si sedette riprendendo fiato.
«Era un incubo, va tutto bene sei al sicuro.»
«Dove siamo?»
«Siamo quasi arrivati, è l'alba tra un'ora dovremmo arrivare alla stazione.»
«Non ti va di dirmi cosa hai sognato?»
Lei non rispose e si incupí, era così taciturna dopo che la bambina le aveva rivolto le sue attenzioni. Avrei pagato in oro per sapere cosa stesse pensando. Avrei tanto voluto che si aprisse con me, che si arrabbiasse o che piangesse nelle mie braccia, ma lei non voleva il mio aiuto, non voleva l'aiuto di nessuno. Arrivammo al castello ed una donna con un abito nero, capelli castani ed occhi nocciala ci corse in contro. Con un salto si aggrappó al mio collo, alzai le mani.
«Ohhh! Re Grabriel finalmente siete qui! Non sapete con quanta ansia ho atteso questo momento!!!»
Dalle scale scese anche il principe Viktor.
«Rose ti prego abbi un po' di contegno... È un piacere avervi qui, scusate mia sorella a volte è molto sfacciata.»
«Ciao piccolo marmocchio.» Disse Cristal sorridendogli mentre portava le mani dietro la testa come suo solito fare. Viktor arrossí e tossendo si girò. La donna al mio collo, Rose, si sganció e si avvicinò a Cristal guardandola dalla punta dei piedi fino al capo, fece una smorfia ed iniziò a camminare.
«Prego venite, mio fratello il re vuole ricevervi.»
La seguimmo ed entrammo in un enorme sala con al centro un immenso trono dove sedeva il re Lucian mentre con una mano accarezzava un cane e nell'altra teneva un calice di vino rosso. Appena ci vide entrare si alzò camminando veloce verso Cristal, lui le prese la mano per fargli il bacia mano ma lei la tirò subito in dietro.
«Non toccatemi.»
«Sono desolato, spero che il viaggio sia andato al meglio.»
Intervenni: «Perfettamente, posso chiedere il motivo di questo invito?»
«Non siate cosi formale Gabriel, siete anche voi un re diamoci del tu. Anche voi Cristal datemi del tu ne sarei lusingato.»
«Come vi pare.» Disse lei guardandosi in torno. Lui si avvicinò e prese una rosa nera da un vaso.
«Ho sentito molto parlare di te Cristal, hai salvato la vita di mio fratello, te ne sono molto riconoscente.»
«Vedo che sei informato.»
«Sei famosa sai? Tutti qui vorrebbero vedere una vostra evocazione, ho deciso di organizzare una festa per questo evento.»
Il re si avvicinò porgendogli la rosa, lei la prese portando il bocciolo di petali nel suo palmo. Guardò fisso il re per poi stringere la mano e lanciargli i petali separati in faccia.
«Vi sembro un attrazione per caso? Non provarci neanche, non sai neanche quanto io possa essere pericolosa.»
«Molto interessante.»
«Basta! Lei non farà un bel niente. Andiamo Cristal.»
Lei lo fissò ancora male, poi girò su se stessa e mi seguì. Quando rimanemmo da soli lo prese a mali parole ed anche pesantemente rivelandomi che non gli piaceva quel posto e che voleva tornare a casa. "Casa" non si era neanche accorta di aver definito il mio castello come casa, questo mi fece ridere ma anche rimproverare da lei. Per tutto il giorno visitammo il castello, cenammo ed andammo a dormire. Il giorno dopo nell'ora di cena il re Lucian ci chiamò a recarci nella sala del trono. Lui era ben vestito i lunghi capelli neri mossi erano ben sistemati come se fosse ad una festa. Un gufo entrò dalla finesta posandosi sul bracciolo del trono corperto da una tenda cadente. Rose apparve dal nulla ed afferrando il mio braccio mi portò via dalla sala. Iniziò a correre trascinandomi con sé in un giardino, quando mi lasciò andare mi guardai intorno, ero circondato da siepi. Un labirinto!
«Rose!»
«Anvanti Gabriel, cercatemi se mi trovate avrete un premio molto speciale.»
«Non voglio nessun premio! Portatemi fuori da questo labirinto!»
«Perché?!»
«Devo andare da Cristal!»
«Cristal di quá, Cristal di là! C'è sempre lei! Mio fratello maggiore parla sempre di lei, il minore lo stesso ed anche voi! Cosa vedete in quella sgualdrina!»
«Rose! Smettetela!»
«Io vi amo! Vi amo con tutto il mio cuore! Vi ho aspettato, vi ho osservato di nascosto ma voi pensate a quella lurida strega! Non avete bisogno di me cercate l'uscita da solo!»
Imprecai, come avevo fatto ad esser così stupido ed abbassare la guardia! Iniziai a correre, ma ovunque andassi trovato un vicolo cieco. Dovevo correre da lei! Era questo lo spoco di Lucian, avere per se Cristal restare solo per fare qualsiasi cosa. A quel pensiero un lampo di furia salì lungo il mio corpo, corsi con tutto il mio fiato cercando un uscita al più presto. Poi mi fermai, dovevo calmarmi e riflettere non dovevo farmi prendere dalla rabbia. Così con la mente lucida mi venne un idea, avevo bisogno di qualcuno che dall'alto mi mostrasse l'uscita, qualcuno in grado di saltare sulle alti siepi chi non altri era meglio in quella situazione? Respirai profondamente e gridai forte.
«SIGNOR GATTO!!!»
Dopo qualche secondo dal terreno uscì lui sorridendo.
«Un umano che mi chiama è così divertente.»
«Ho bisogno di te, devo uscire da qui... Cristal potrebbe essere in grave pericolo!»
Il sorriso scomparve all'istante dal suo volto e senza dirgli nulla saltò sulle siepi mostrandomi la via di uscita. Dopo qualche minuto era fuori, corsi così veloce che il cuore mi sembrava che stesse per scoppiare. Nelle mie orecchie mi sembrava di sentire la voce di Cristal mentre mi chiamava. Arrivai d'avanti alla porta e cercai di aprirla ma era chiusa a chiave. Dietro di me comparve Viktor.
«Grabriel cosa state facendo? Dov'è mia sorella?»
«Che diavolo ne so io! Apri questa maledetta porta Lucian!»
Vicktor si avvicinò alla porta cercando di aprila con la chiave che aveva, ma non ci riuscii.
«Non capisco... Fratello cosa succede!» Gridó lui.
Dalla stanza provenne una risata e poi si sentì il rumore che qualcosa venisse infranto a terra ando in mille pezzi. Quei semplici rumori fecero perdere del tutto la mia lucidità. Indietreggiai e corsi verso l'enorme porta dandogli una spallata. Rifeci quell'operazione più volte fino a quando senza fiato mi accasciai mentre del sangue alla fronte iniziò a rigarmi il viso.
«Gabriel fermatevi, così vi ferirete gravemente.»
«Lei mi sta chiamando...»
Indietreggiai muovamente e con tutta la mia forza andai verso la porta che si aprì. Mi pietrificai all'istante quando vidi Lucian inginocchiato a terra con in mano il lembo del corpetto di Cristal mentre lei sedeva a terra in un cerchio illuminato. Vidi Cristal che con le lacrime agli occhi mi osservò, poi cercò di alzare una mano verso di me ma la luce del cerchio divenne più forte riportandogli la mano a terra con forza.
«Ga-ga-br-y...»
Appena le mie orecchie sentirono al sua voce straziata pronunciare il mio nome la mia mente andò in frantumi. L'unica cosa, l'unico pensiero che mi passó per la mente era uno solo. -Sei morto.- Sfoderai la mia lama e mi avvicinai a Lucian che ridendo si alzò allargando le braccia.
«Ahahahah... sai Gabriel ti sei trovato una bella coniglietta.»
Appenai fui abbastanza vicino mossi la mia spada verso di lui che indietreggio mentre una ciocca dei suoi capelli cadde a terra.
«Cosa vuoi fare Gabriel? Minacciare un re?»
«No... uccidere un re.»
Lucian ridette e sfoderó la sua spada. Lui fece la prima mossa mirando alle gambe, saltai e con un colpo di spada lo feci indietreggiare. Colpii nuovamente ma lui si paró, sul viso il suo sorriso beffardo scomparve. Con uno scatto deciso lo colpii al braccio facendo volare via la spada che atterró lontano. Il cane dagli occhi rossi uscì da dietro la tenda e ringhiando venne verso di me. Il signor gatto comparve nella sua forma grande e possente, il cane appena lo vide abbassó le orecchie e mugolando corse da dove era uscito. Con la spada sguainata camminai verso Lucian che era a terra, l'alzai la lama e la infilai nel pavimento vicino al suo collo. Iniziai a muovere la spada facendo toccare la lama fredda alla sua calda palle. Il signor gatto mi richiamó alla realtà e mi fermai. Estrassi la lama e mi avvicinai a Cristal, il signor gatto mi disse di fare una linea sul cerchio con la spada in modo da spezzare quel rito. Feci come mi era stato detto ed il cerchio smise di illuminarsi. Cristal si accasció e l'afferrai coprendola con la mia giaccia, dopo di ciò la presi in braccio per portarla via. Poco prima che varcassi la porta Lucian si mise a ridere, una risata da folle, mi girai ma Cristal mi mise le sue mani sugli occhi impedendomi la vista. Sentii lei pronunciare il suo canto sacro per poi sentire delle urla. Quando lei tolse le mani dagli occhi Lucian giaceva a terra immerso in un sonno pesante, Viktor si avvicinò e si chinó verso di noi dandoci le sue più sentite scuse. Cristal gli spiegò che l'anima del fratello era stata intrappolata da un demone per questo era cambiato, ma da quel momento in poi sarebbe tornato il normalr fratello soprattutto il re gentile e galante che tutti conoscevano. A causa di quell'evento tornammo prima nel mio regno, mentre eravamo nel treno lei mi ringraziò.
«Per cosa mi ringrazi?»
«Vuoi proprio che lo dica? Lo sai benissimo.»
«Invece no, non lo so. Avanti dillo.»
«Uff...Vabbene! Grazie per avermi salvata.»
«Di nulla, non potevo ignorare la tua voce mentre mi chiamavi.»
«Ma... io non ti ho chiamato, non l'ho fatto ad alta voce...»
Appena disse quelle parole, alzò una mano posandola sulla labbra e distolse lo sguardo verso l'esterno del finestino. In quel momento però mentre la vedevo lì seduta d'avanti a me non riuscii a non pensare ad una cosa. Non riuscivo a capire come mai io tenessi così tanto a lei, la rabbia che avevo rivolto a Lucian dopo averla vista. L'ira, l'odio, l'istinto omicida che era nato dentro, il desiderio, l'arduo desiderio di proteggerla anche a costo di uccidere qualcuno. Cosa avrei mai fatto se lei se ne fosse andata via da me?

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