26. La felicità di Valerie

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Valerie


Alle cinque in punto di martedì sei novembre sono in palestra per iniziare un'altra lezione di scherma.
Vedo Nathan entrare impettito, guardando davanti a sé.
Sorrido fra me e me e spero che mi noti.
Quando l'ho conosciuto non avrei mai pensato di interessarmi a lui, mai e poi l'avrei pensato, neanche fra un milione di anni.
Mentre lo osservo penso che da quando siamo usciti un pomeriggio per prendere quel famoso frullato, nove giorni fa, e a quando ci siamo visti alla festa di Halloween, dove abbiamo ballato insieme, e poi basta, non ci siamo più visti. Vorrei capirci qualcosa, vorrei fargli capire che sono interessata a lui e che vorrei provare a essere la sua ragazza. Sì, la sua ragazza.
Ad un tratto Nathan si volta e appena mi vede, mi fa un sorriso a trentadue denti. Mi manda un bacio, guardandomi fisso, e mi raggiunge.
«Ciao, bellissima.» mi saluta.
«Ciao.»
Nathan si avvicina al mio viso e mi dà un bacio sulla guancia.
«Come stai?» mi chiede.
«Benissimo. Tu?»
«Benissimo anch'io ora che ti ho visto.»
Gli sorrido, imbarazzata, ma l'imbarazzo finisce subito quando la signora Norton ci chiama tutti e dice di metterci in posizione e d'iniziare il riscaldamento.
Un paio d'ore dopo la lezione termina e raggiungiamo tutti gli spogliatoi.
Quando esco dallo spogliatoio femminile, mi sento chiamare da Nathan, così mi volto e mi fermo.
«Mi chiedevo se... venerdì sera avessi voglia di uscire con me?» mi domanda.
«Certo. Dove vuoi andare?»
«Non lo so, ma volevo organizzare qualcosa di speciale per il nostro primo appuntamento.»
Gli sorrido senza dire niente, ma poi gli chiedo:
«E quel pomeriggio in cui siamo andati a prendere il frullato, cos'era?»
«Non lo so, ma non era di certo speciale. Voglio qualcosa di veramente speciale. Per te, per entrambi. Va bene alle sette venerdì?» propone.
«Sì, va bene.»
«Perfetto. Ciao, bellissima.»
Nathan mi dà un bacio sulla guancia e poi esce dalla palestra in pochi secondi.
Inizio a saltare come una bambina strafelice il giorno di Natale nel momento dello scarto dei regali.
Okay, Valerie, stai calma, stai calma. È solo un appuntamento in fondo. Calmati.
Esco dalla palestra strafelice e con un sorriso da ebete, poi salgo nella macchina di Marcie e le racconto subito tutto.

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