42. Sono pronta

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Laurie


Febbraio è già iniziato da tre settimane e il quindici ho festeggiato i miei sedici anni con una festa.
Marcie è sempre più depressa per la morte di Eddy e non esce di casa dal giorno del suo funerale. Elijah va a trovarla un giorno sì e un no, e solo da una settimana è riuscito a portarla in giardino.
Ci ha confessato che teme che lei si stia facendo del male e che prenda qualcosa e che addirittura voglia tentar il suicidio, quindi è per questo è sempre con lei.
È il ventuno febbraio e io e Jonah siamo a casa sua per festeggiare per il nostro mesiversario.
«Passami il sale, per favore, tesoro.» dice Jonah, mentre stiamo cucinando la cena insieme.
Prendo il sale dal mobile della cucina e lo passo a Jonah, che condisce la Caesar salad e la bistecca americana.
«Direi che possiamo iniziare a mangiare.» esclamo.
«Sì. Portiamo tutto in tavola.»
Mentre ceniamo, chiacchieriamo del più e del meno, guardando la tv e baciandoci.
Quando abbiamo finito la cena, mettiamo i piatti e le posate nel lavello.
«Vuoi anche il dolce, vero?» mi chiede Jonah.
«Sì.»
Il mio ragazzo apre un cassetto e ne estrae una benda, che mette davanti ai miei occhi, per poi dire:
«Ho una sorpresa per te, piccola.»
«Dici sul serio?»
«Sì, altrimenti non ti avrei bendato. Stai ferma lì e non ti muovere.»
«Okay.»
«Ora puoi aprire gli occhi, tesoro.» esclama poco dopo, togliendomi la benda.
Abbasso lo sguardo e vedo una torta al cioccolato, con lo zucchero a velo sopra e una dedica speciale con scritto "I love you, Laurie". Mi porto le mani alla bocca e gli chiedo:
«Oh mio Dio! L'hai fatta tu?»
«Sì, mia madre mi ha aiutato, ma poco.»
«Grazie. E... ti amo anch'io, Jonah.» confesso.
«Ti amo, Laurie.»
Ci baciamo e poi tagliamo insieme due fette di torta e ce le mangiamo, guardando un episodio di una nuova serie tv americana chiamata The Carrie Diares.
«È davvero buona la torta, tesoro.» salto su.
«Sono contento che ti piaccia.» dice lui, sorridendomi e poi baciandomi.
Jonah si stacca da me, prende i due piattini con i tovagliolini dove c'erano le fette di torta e li appoggia sul tavolino davanti al divano dove siamo seduti, e poi riprende a baciarmi.
«Voglio che mi fai sentire bene come la sera dell'Homecoming.» confesso.
«Come quando...?»
«Sì.»
Ci guardiamo per alcuni secondi e poi esclamo:
«Sono pronta, Jonah.»
«Per... fare... l'amore?» mi domanda.
«Sì, voglio fare l'amore con te.» dico, decisa.
«Sei sicura?»
«Sì, sono sicura, ma non qui, per favore.»
«Andiamo in camera mia allora. Ma prima voglio preparati qualcosa di speciale, quindi aspetta qui.»
«Eccomi! Possiamo andare su ora.» esclama Jonah, arrivando in sala circa dieci minuti dopo.
Quando arriviamo al piano di sopra lui mi copre gli occhi con la benda di prima, e quando ci fermiamo chiedo:
«Dove siamo?»
Jonah mi toglie la benda da davanti gli occhi e io rimango nuovamente a bocca aperta nel giro di poche ore.
«Ecco perché ci hai messo così tanto.» esclamo, osservando la vasca da bagno piena d'acqua con tanto di schiuma di fronte a me.
Jonah mi viene davanti e dice:
«Voglio che ti rilassi il più possibile e che non ti agiti.»
«Sei dolcissimo, Jonah. È uno dei motivi per cui ti amo.» affermo, sorridendogli.
«Potrei dire lo stesso di te, signorina Laura McHope.» dice, sorridendomi anche lui.
Ridacchio e ci baciamo.
«Sei ancora sicura di volerlo fare?» mi domanda.
«Sì.»
Jonah mi sorride e poi si avvicina un po' di più a me e inizia a baciarmi il collo. Poi passa dall'altra parte e lentamente mi toglie la maglietta, che appoggia su un mobile del bagno. Continua a baciarmi il collo e poi comincia a baciarmi sul petto.
Quando si stacca da me ne approfitto per togliergli la maglietta, lasciandola cadere a terra, poi ci baciamo.
«Scusami se sono un po' impacciata.» dico.
«Non fa niente. È normale, non preoccuparti.» mi rassicura lui.
Gli sorrido, poi lui mi sfila la gonna, e quando me l'ha tolta la getta sul tappetto.
Mi osserva un attimo ed esclama:
«Sei bellissima, tesoro.»
Poi mi dà un bacio e successivamente mi toglie anche i collant.
Quando rimaniamo entrambi in intimo ci guardiamo per alcuni secondi prima di baciarci e continuare a spogliarci a vicenda.
Dopo che Jonah mi ha tolto il reggiseno, vedo che nota la pelle d'oca sulla mia pelle.
«Scusami. È che... sono in imbarazzo e ho freddo.» dico.
«Ti riscalderei in fretta, piccola.»
Gli faccio un piccolo sorriso, mi mordo il labbro e poi mi lascio baciare sul seno.
Poco dopo Jonah si allontana da me e si toglie i boxer, così lo osservo e deglutisco, poi mi sfilo le mutandine.
Ci guardiamo per un po' e poi entriamo nella vasca da bagno. Ci baciamo e ci tocchiamo, poi Jonah mi fa un ditalino, proprio come durante l'Homeconing Dance.
Ci rilassiamo un po' dentro la vasca, baciandoci e toccandoci e scoprendoci a vicenda.
Ad un tratto gli sfioro il pene e sento la sua erezione, così sussulto e lui mi sorride subito e mi bacia.
Quando decidiamo di uscire dall'acqua ci avvolgiamo in un accappatoio, stretti stretti.
«Ti amo, Laurie.»
«Ti amo anch'io, Jonah.»
Ci baciamo e poi raggiungiamo la camera da letto.
Jonah sposta la coperta e mi chiede ancora una volta:
«Sei proprio sicura?»
«Smettila di chiedermelo. Sono sicura.» rispondo.
«D'accordo. Vieni qui allora.»
Mi tira a sé e mi bacia, poi andiamo sotto le coperte e ci coccoliamo un po'.
Poco dopo Jonah mi guarda sotto di sé e mi accarezza il viso, per poi dire:
«Sei bellissima, amore.»
«Non è vero. In questo momento sto morendo dall'imbarazzo.»
«Non mi sembri così imbarazzata. E certo che sei bellissima. Sei davvero bellissima, Laurie. Mi piace un sacco il tuo seno. Non è né troppo grande né troppo piccolo. È perfetto.» dice lui.
«Mi fai arrossire così.»
«È proprio quello che voglio fare, amore.»
Arrossisco e gli sorrido, poi mi dà un piccolo bacio e mi accarezza il seno, ed infine mi bacia.
«Ho paura.» confesso.
«Anch'io, ma stai tranquilla, okay? Se ti faccio male, dimmelo, d'accordo?»
«Sì.»
Jonah si sposta da sopra di me e prende la bustina di preservativo che c'è sul comodino e la strappa. Si infila il preservativo e poi torna sopra di me.
«Senti male?» mi domanda mentre facciamo l'amore.
«Sì, ma... è sopportabile.»
«Okay.» dice, sorridendomi subito e poi baciandomi e accarezzandomi per farmi sentire più a mio agio.

«È stato bellissimo e magico stasera. Ti amo, Jonah.» dico, più tardi, davanti al portone di casa mia.
«Lo è stato anche per me, piccola. Ti amo anch'io.»
Ci diamo un bacio e poi entro in casa.
Quando salgo in camera mia, mi svesto e mi sistemo per andare a letto, e quando sono sotto le coperte, al buio, sorrido fra me e me.

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