Capitolo 9

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Ti amo Alice
Mi stacco dall'abbraccio incredula di quello che avevo sentito, lo guardo un po' storta, devo essere sicura di quello che lui mi ha appena detto.
Mi fissa sorridente e mi dice "ti amo, ti ho sempre amata".
"Anche io".
"Ora devo andare Alice..." dice tristemente.
"Dove?"
"Devo tornare a Sotto Mondo"
"Perché non puoi restare?"
Mi guarda con gli occhi lucidi, i suoi bellissimi occhi verdi pieni di lacrime.
"Mi dispiace Alice.."
"Cappellaio aspetta!"
E sparisce davanti ai miei occhi.
"Alice dove sei? Dobbiamo andare" mi chiama Margaret.

Finito il funerale torniamo a casa. Salgo velocemente le scale e mi lancio sul letto in lacrime. Perché piango? Ormai non lo ricordo più. Piango da tutto il giorno. Il Cappellaio non lo vedrò forse mai più e mia madre è morta!
Devo trovare un modo per tornare a Sotto Mondo. E Margaret?  La porterò con me! Sperando che ci sia un modo.

È giorni che aspetto di vedere il Coniglio Bianco, o la Regina o il Cappellaio, insomma qualcuno che possa condurmi a Sotto Mondo.
Ne ho parlato a Margaret e il risultato è stato "Alice stai impazzendo, hai perso il lume della ragione ormai" in un mare di lacrime.

"Cappellaio" dico correndo incontro all'uomo dai ricci rossi. "Regina" urlo piangendo. Mi abbracciano.
"Aiutatemi vi prego"
"Alice cara.." mi accarezza la guancia la Regina.
".. so cosa hai intenzione di fare, ma Margaret non potrà venire con te. Tu sei l'unica che potrà restare con noi".
"Perché allora tutti voi non venite nella mia casa?"
"Perché non possiamo..." dice abbassando lo sguardo il Cappellaio.
"Ma perché non potete?"
"Alice svegliati" apro gli occhi e vedo Margaret "stavi parlando nel sonno" dice.
Mi tocca la fronte "Scotti Alice, domani mattina chiameremo il medico". Mugugno qualcosa e richiudo gli occhi sperando di rivedere il Cappellaio e la Regina.

Mi sveglio e Margaret sta ancora dormendo. Ne approfitto per fare una passeggiata nei dintorni. Mi metto il mio abito di pizzo azzurro e le scarpette nere, ed esco.
Vado nella stalla e cerco il mio cavallo.
Lo vedo sul fondo della stalla, è bianco con la criniera marrone. Si chiama Pandora, è stato un regalo di mio padre per il mio decimo compleanno.
Lo accarezzo e lui china un po' la testa verso la mia mano.
Gli salto in groppa e inizia a correre per il bosco dietro casa mia.
Quando penso di essere abbastanza lontana da casa inizio a farlo rallentare. Scendo per camminare e lo lego ad un albero vicino a un torrente.
Adoro la natura, è magica, sento il profumo dei fiori e gli uccellini che cantano. Su un albero vedo uno scoiattolo che si arrampica.
Intravedo un prato pieno di fiori, torno indietro a prendere Pandora.

Arrivati al prato mi sdraio e Pandora gira intorno.
Il sole è caldo sul mio viso, mi rilasso e chiudo gli occhi. Ad un certo punto qualcosa mi copre dal sole. "Pandora puoi gentilmente spostarti?"
Niente. La sento nitrire lontano da me.
Cosa mi sta facendo ombra?
Apro gli occhi e rimango senza parole.

Alice e il Cappellaio MattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora