Capitolo 3

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Tutti insieme usciamo da quel castello maestoso con un giardino bellissimo, e davanti al cancello ci aspettano un cane, che assomiglia a quello che c'era in ospedale due omini paffutelli che mi ricordano gli infermieri. Mi salutano e io mi scuso perché non mi ricordo di loro. Ci rimangono male, ma il coniglio e l'uomo dai boccoli rossi li consolano dicendo loro che tutto andrà per il meglio.
Dal fondo del viale arriva correndo un gigante animale peloso, bianco con qualche macchiolina nera, gli occhi piccoli e la bocca grande con dei dentini affilati. Il mio primo istinto è quello di scappare ma rimango ferma come se sapessi che non vuol farmi del male. In un secondo me lo trovo a un millimetro dal mio viso e inizia a leccarmi la guancia lasciando una scia di bava lunghissima. Lo abbraccio. È il mio Grafobrancio.
Mi guardo intorno riconosco tutti, c'è la Lepre Marzolina, il Coniglio Bianco, lo Stregatto, Bayard, il Dodo, Pincopanco e Pancopinco, la Regina Bianca in tutto il suo splendore e la sua eleganza. Ed ecco il Cappellaio, sul fondo che mi guarda sorridendo pieno di gioia. Gli corro in contro e gli salto al collo, abbracciandolo e gli dico "Anche tu mi sei mancato Cappellaio". Mi stringe forte "Ti riconoscerei tra mille Alice".

Alice e il Cappellaio MattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora