L'organizzatore di matrimoni

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"Che ne pensi di assumere un wedding planner?"

Ian sollevò la testa e alzò un sopracciglio. "Un wedding planner?" chiese con la bocca piena di cereali, una goccia di latte che scivolava lungo il mento. Si ripulì con il dorso della mano guardando cautamente l'altro uomo.

"Sì" disse il suo fidanzato scrollando le larghe spalle mentre stava in piedi contro l'isola della cucina in granito di fronte a Ian, sorreggendo la propria tazza di cereali. "Che c'è di sbagliato nell'avere un wedding planner?"

"Niente. Non c'è nulla di sbagliato. Pensavo solo che avremmo optato per qualcosa di ristretto...qualcuno della famiglia e alcuni amici?" Ian fissò la sua straripante tazza di cereali colorati e troppo dolci, poi guardò la poltiglia marrone, senza gusto, salutare del fidanzato. I loro cereali erano differenti tanto quanto lo erano loro due.

Aveva conosciuto Ayden due anni prima, quando Ian aveva iniziato a lavorare come barista al club.

Ayden - che indossava un costoso abito e la cravatta quella volta - aveva chiesto a Ian un Apple Martini, poi poco dopo gli aveva chiesto il numero. Ian non si era trattenuto; aveva sempre avuto un debole per un bell'abito e una cravatta. Erano andati a casa insieme quella prima notte, ed erano rimasti insieme praticamente sempre da allora.

Quando Ayden metteva gli occhi su qualcosa che voleva, solitamente lo otteneva. Ian non aveva fatto eccezione.

Ayden era tranquillo, moderato, organizzato e rilassato; invece Ian era chiassoso, spericolato, incasinato ed estroverso. Non c'erano due persone più differenti di quanto potessero esserlo loro. Ma Ayden era esattamente ciò che a Ian serviva nella vita...qualcuno che lo mantenesse sano e salvo, qualcuno che lo aiutasse a tenere sotto controllo il suo culo bipolare.

A volte tuttavia - Ian riusciva ad ammetterlo solo a se stesso - le cose tendevano a diventare troppo convenzionale per quanto riguardava la loro relazione. A volte desiderava che le loro conversazioni andassero oltre ciò che accadeva quotidianamente e quelli che erano gli eventi di attualità. A volte desiderava che il sesso fosse un po' più sconcio (okay, che fosse un sacco più sconcio). A volte desiderava che Ayden potesse imparare a non avvertire il bisogno di impressionare costantemente le persone. Ian desiderava che Ayden ridesse di più.

In generale, desiderava soltanto che Ayden, ogni tanto, si togliesse quell'enorme palo che aveva nel culo e che si godesse la vita.

La loro relazione non aveva nemmeno quella scintilla che la maggior parte delle persone cercavano nel desiderio di trovare il grande amore, ma a Ian andava bene così. Poteva sopportarlo.

Apprezzava Ayden. Ayden andava bene per lui. Era abbastanza per Ian.

Quindi quando Ayden gli aveva fatto la proposta un paio di settimane prima durante un'esageratamente costosa cena a base di aragosta in un ristorante serioso e lussuoso, Ian non aveva esitato a dire di sì, perché sapeva che Ayden avrebbe potuto farlo felice, sapeva che Ayden era disposto e in grado di prendersi cura di lui.

La loro relazione era sicura, comoda e stabile, e Ian non ci avrebbe rinunciato perché non aveva mai avuto una cosa del genere in vita sua. Non aveva mai avuto la stabilità e la sicurezza prima, e sapeva di meritarsele.

"Allora, cosa ne dici?" insistette Ayden prima di portare delicatamente alla bocca i suoi cereali. Non parlò finché non ebbe deglutito appropriatamente. "Non c'è niente di male nell'essere organizzati e nel pianificare un po'"

"Okay, possiamo prendere un wedding planner" disse Ian sollevando la tazza e bevendo rumorosamente il latte, e seppe che ciò gli guadagnò un'occhiataccia dall'altro, ma lo fece comunque tanto per irritarlo, "ma lo scelgo io"

The Wedding Planner. || Gallavich.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora