Aspettando che la tempesta finisca

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Prima che Mickey riuscisse anche solo ad oltrepassare la porta dell'appartamento, l'altro si stava premendo contro di lui da dietro e si allungò per toccare la sua erezione attraverso i pantaloni, il suo respiro caldo sul collo di Mickey.

Era il terzo tizio che Mickey aveva portato a casa in quattro sere nel disperato tentativo di dimenticare e passare oltre Ian Gallagher.

Il primo era stato un tipo da 'niente stronzate, andiamo dritti al punto', proprio come piaceva a Mickey. A malapena si erano detti due parole per tutto il tempo. Quel tizio aveva scopato Mickey rudemente, velocemente e volgarmente, poi se ne era andato senza quasi guardarsi indietro.

Il secondo era stato più sexy del primo, ma si era rivelato totalmente opposto, volendo conoscere le faccende private di Mickey; tipo la sua età, il suo lavoro e stronzate del genere. Aveva anche accennato a passare lì la notte, ma Mickey non ne aveva avuta alcuna intenzione. Mickey gli aveva consentito comunque di scoparlo, era venuto dopo pochi minuti, immediatamente dopo lo aveva spedito da dove era arrivato.

C'era solo una cosa che tutti questi ragazzi avevano in comune: non erano Ian...ed era quello il punto. Era esattamente ciò che gli serviva; qualcuno che non fosse Ian.

Eppure, anche dopo essere stato posseduto da loro, si sentiva comunque vuoto e insoddisfatto. Immediatamente dopo averli cacciati e aver chiuso la porta, era ancora Ian la persona a cui pensava mentre si sdraiava e rimaneva sveglio, incapace di dormire.

Il ragazzo che aveva portato a casa quella sera (Todd o Tim o Ted, non si ricordava, né gli importava affatto di ricordarlo) parlò e lo destò dalle sue fantasticherie.

"Bel posto"

"Sì, non ho voglia di parlare adesso. Togliti i pantaloni" ordinò Mickey immediatamente iniziando a slacciargli la cintura. Spinse i jeans e i boxer giù sulle ginocchia, poi si voltò per aggrapparsi al bancone della cucina, proprio dove di solito Mandy si sedeva per godersi il suo caffè mattutino.

Ciò che Mandy non sapeva non l'avrebbe ferita.

"Non perdi tempo, vero?"

"Mi scopi o no?" scattò Mickey. Dopo una preparazione affrettata e superficiale, il tizio si premette contro di lui e lo penetrò con un grugnito di soddisfazione. Mickey ansimò e serrò gli occhi mentre si adattava al dolore pungente. Questo tipo aveva decisamente l'uccello più grosso dei tre.

Eppure, anche se il sesso fu ottimo e rude – mentre faceva la sola e unica che pensava potesse fargli superare Ian -, fu il volto di Ian che vide quando chiuse gli occhi.

Era successo qualcosa a Ayden quella mattina.

Di tanto in tanto, Ayden aveva l'improvvisa e inspiegabile urgenza di cavalcare Ian. Non succedeva molto spesso, ma quando succedeva, Ian toccava il fottuto cielo con un dito. Ogni volta che Ayden diventava un po' selvaggio a letto, per Ian andava bene.

Quel mattino, tuttavia, Ian non si trattenne dall'avere la sensazione che si stesse forzando. Certo, era piacevole – ogni cosa che comprendeva un uccello di solito lo era – ma quel mattino era diverso, come se stesse semplicemente compiendo dei movimento...come se dovesse costringersi.

Mentre Ayden lo cavalcava, le sue dita si attorcigliavano e graffiavano il petto di Ian nel modo che di solito Ian apprezzava, ma Ian si ritrovò a sforzarsi per concentrarsi. Ian affondò le dita bruscamente nei fianchi del fidanzato e piantò i piedi sul letto, serrando i denti e spingendo velocemente, tentando di lasciarsi andare e incazzandosi con se stesso perché non ci riusciva.

The Wedding Planner. || Gallavich.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora