"Voglio che tu stia con me"
Ian lasciò andare la testa nel cuscino e osservò gli occhi di Mickey, ovviamente tentanto di far luce su ciò che aveva appena udito.
"Cosa?"
Immediatamente Mickey si pentì delle proprie parole non appena gli erano uscite di bocca, e anche di più quando notò l'espressione di totale sorpresa sul volto di Ian. Aprì la bocca per provare a fare marcia indietro, ma non uscì nulla.
Invece, abbassò il capo, appoggiando la fronte sul petto di Ian. "Merda"
"Tutto qui?" disse Ian dopo alcuni imbarazzanti istanti di silenzio. "Mi dici una cosa del genere, e poi quando ti chiedo di spiegarti, riesci soltanto a dire 'merda'?"
Mickey sollevò la testa e si mise a sedere, voltandogli la schiena mentre si prendeva il capo fra le mani. "Non avrei dovuto dirlo"
Ian si mise a sedere lentamente. "Ma dicevi sul serio?"
"Eh?" chiese Mickey, facendo ciondolare la testa mentre tentava di stare al passo con la conversazione.
"Hai detto che non avresti dovuto dirlo, ma eri serio?"
"Anche se fossi stato serio, non ha nessuna cazzo di importanza ora, no?"
Ian non disse nulla, allora Mickey lanciò un'occhiata oltre la spalla e lo vide passarsi una mano sul volto. Il cuore di Mickey perse subito un battito quando si rese conto che Ian non stava esattamente saltellando di gioia dopo la sua ammissione. Mickey lanciò via le lenzuola ed uscì dal letto in tutta la sua gloriosa nudità.
"Dove stai andando?" chiese Ian.
Mickey non rispose e afferrò i boxer dal pavimento, infilandoseli. Udì il suono del letto che scricchiolava e le braccia di Ian lo avvolsero da dietro. Dopo un momento di esitazione, Mickey sospirò e si consentì di sciogliersi nel suo abbraccio.
"Ehi, mi hai soltanto colto di sorpresa, tutto qui" disse Ian, mormorando le parole contro la spalla nuda dell'altro.
Mickey sorrise e si voltò fra le sue braccia guardandolo cautamente. "Come potevi non saperlo?" chiese, di nuovo le parole scapparono prima che potesse organizzarle. Sospirò. "Senti, non voglio che le cose diventino strane, d'accordo? So che è una situazione incasinata e non ti voglio far pressione. Non mi aspetto nulla. So di cosa si tratta"
Ian si piegò e appoggiò la fronte contro quella di Mickey prima di allontanarsi. Mickey lo osservò dirigersi dall'altra parte della stanza e guardare fuori dalla finestra.
"Dovrei andare" disse Ian, finalmente interrompendo il silenzio pieno di tensione. Si voltò e guardò Mickey. "Penso di dover andare e di riflettere un po'" Tornò da Mickey e gli sollevò il mento. "Non è un male, okay? Non è affatto un male. È solo che ci sono in ballo molte cose e devo mettere ordine. Ho solo bisogno di un po' di tempo"
Mickey sollevò lentamente gli occhi, socchiudendo delicatamente le labbra. Non aveva mai pensato che Ian avrebbe seriamente considerato l'idea di stare con lui.
Ian gli sorrise dolcemente, poi si inclinò per un tenero bacio.
"Questo che cazzo significa?"
Ian sospirò e si separò da lui riluttante. "Significa che...per ora me ne vado. Me ne vado e vedo di riordinare il casino che ho in testa"
"Non devi andartene in questo preciso istante, no?" domandò Mickey scorrendo con la mano lungo il suo torso fino a raggiungere la sua erezione. Lo strattonò fermamente prima di abbassarsi a baciarlo sul collo. "Posso almeno perorare la mia causa?"
STAI LEGGENDO
The Wedding Planner. || Gallavich.
Fanfiction"Il campanello sopra la porta suonò e Mickey sollevò lo sguardo, aspettandosi il ritorno della sorella, ma invece si ritrovò a fissare un tizio dai capelli rossi. Un tizio dai capelli rossi che, quasi letteralmente, gli mozzò il fiato. Quell'uomo er...