Colpito al cuore

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Ian sorrise assonnato senza nemmeno aprire gli occhi avvertendo un paio di morbide labbra che gli sfioravano le palpebre. Si stiracchiò e inarcò la schiena verso il calore dell'altro, mentre le sue labbra si soffermarono su entrambe le guance e poi sul mento.

Aprì gli occhi e si ritrovò davanti a due splendide iridi blu e, per qualche istante, si dimenticò come si faceva a respirare.

"Giorno" mormorò Mickey roco.

"Giorno" disse Ian, con in faccia lo stesso sorriso stupido e impigrito che aveva Mickey. Sollevò il capo colmando i pochi centimetri che li dividevano e posò le labbra sulle sue in un bacio soffice e affettuoso. Quando tornò con la testa sul cuscino, attirò Mickey con sé.

Mickey gemette e si spostò sopra di lui, il ginocchio sfiorò l'erezione di Ian mentre le loro gambe si incastravano sotto le lenzuola di cotone grezzo. Aprì la bocca e le loro lingue si intrecciarono mollemente mentre Mickey gli si metteva a cavalcioni.

"Che ore sono?" grugnì Ian quando Mickey si scostò per mettersi a leccare e mordicchiare giocosamente la sua gola.

"Quasi le sette" mormorò Mickey distrattamente, leccando fino al suo orecchio e mordendogli il lobo.

Ian stava per dire qualcosa, ma fu immediatamente zittito dalle labbra di Mickey che tornarono sulle proprie. Fece scivolare la mano lungo la schiena di Mickey, i polpastrelli erano come piume contro la sua pelle calda, e Mickey iniziò oziosamente a sfregarsi contro di lui, i loro sessi si strofinarono. Ian infilò le mani sotto le lenzuola e afferrò il suo fondoschiena, trattenendolo maggiormente.

"Voglio cavalcarti" disse Mickey, il respiro caldo contro il suo collo.

"Che cazzo stai aspettando allora?" fece Ian aggrappandosi con più forza al suo sedere, divaricando le natiche.

Proprio mentre Mickey si stava piegando verso il comodino per prendere preservativi e lubrificanti, ci fu un colpo alla porta della stanza. "Ma che cazzo" grugnì. Abbassò la testa e con riluttanza scese da Ian (guadagnandosi una bella pacca sul sedere), intenzionato ad andare alla porta prima che Mandy potesse entrare come era solita fare.

Aprì la porta di pochi centimetri, a sufficienza per sbucare fuori con la testa in disordine. "Che cazzo vuoi?"

Mandy era lì con espressione impassibile, le braccia incrociate. "Hai portato qualcuno a casa ieri sera? Stai esagerando un po', no?"

"Sì, ho portato qualcuno" disse Mickey piatto. "Che cazzo ti frega?"

"Qualcuno che conosco?" chiese Mandy con una scrollata di spalle rigida, sollevando sarcasticamente gli angoli delle labbra.

Mickey la guardò cautamente, il cuore gli martellava in petto. "No. Solo una checca che ho trovato al bar. Abbiamo finito? Posso tornare a letto?"

Mandy abbassò le braccia. "Piantala con la recita. So che Ian è qui, stronzo!"

"Di che cazzo stai parlando?!"

"Il suo fottuto telefono è sul pavimento del nostro salotto, insieme ai suoi vestiti!"

Mickey sollevò le sopracciglia e si sfregò il collo, non sapendo che dire.

"Sei fuori di testa, cazzo?!"

Senza avvertire, Mandy calciò la porta aprendola, esponendo Ian, che era nudo e steso in mezzo al letto, l'unica cosa che gli copriva le parti basse era un angolo del lenzuolo.

"Ehi" disse Ian lentamente, le guance rosse per l'imbarazzo.

"Sì...EHI" disse Mandy insipida prima di tornare con sguardo di disapprovazione sul fratello. "Spero che tu sappia cosa cazzo stai facendo" disse con tono cupo. "Devo andare al lavoro"

The Wedding Planner. || Gallavich.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora