Capitolo 18
Alzando lo sguardo alla volta celeste, osservo come la notte avvolga con la sua immensità, tutto quello che mi circonda e lo ricopra di una contemplativa aria di mistero.
Serenamente, sembra che ogni forma di vita lasci che l'invisibile oscurità
imprima nel proprio lato più vulnerabile, le tracce della sua presenza; i
silenzi sono ascoltati nella più completa attenzione per lasciare spazio pian
piano, al più assoluto riposo.
L'ora è tarda e tutti, nei dintorni, sono chiusi
nelle proprie abitazioni a godersi la pace della nottata, uno stacco dalla vita
quotidiana, la morte del giorno; solo io sono qui, immenersa nel fitto della foresta: tra i suoi freddi abbracci e il suo gelido respiro, a godermi la disponibilità del buio a farsi ammirare. Vedo che la notte
ha inghiottito la città portando calma e lieta serenità ; le luci delle piccole
stelle che in cielo brillano donano quel minimo scintillio per far capire che
ogni cosa sta solamente riposando, non ha ceduto il passo alla morte. Morte,
primo pensiero che mi risale nella mente osservando le tenebre: il "sonno
eterno" è un fatto singolare nella vita di ogni persona, e può essere vissuto in
due modi: il primo in cui si soffre perdendo una persona cara, e nel secondo
quando si perde la propria vita. In entrambi i casi, dona tristezza e
solitudine, come la buia oscurità senza stelle. E' una cosa naturale e va
accettata come quando, al calare del sole, la giornata finisce, e tutto diventa
un ricordo, seppur bellissimo.
Vedo una stella cadente, ma non esprimo un desiderio. Non ne ho la forza. Non ne ho voglia.
Non ne ho mai havuto l'opportunità.
La mia vità è sempre stata rappresentata da quelle quattro mura della mia abitazione: porte e finestre sbarrate. il buio era la sola mia unica consolazione.
Come esso io non avevo il diritto di vedere la luce, poichè appena essa si appare imponendo la propria figura sul mondo, le tenebre vengono rinchiuse, in gabbia. abbandonate a se stesse. e qui esse covano.
L' odio e rammarico provato per anni.
Tic, Tac, Tic, Tac
Esso si intensifica al passare di ogni secondo, ogni minuto. Poi i minuti si fanno ore, le ore si trasformano in giorni. I giorni in mesi e i mesi in anni.
Piano piano, questo nucleo trattenuto per troppo tempo in gabbia, si rafforza.
La gabbia comincia a cedere, il tempo ne a usurato le sbarre arruginendole. la vigliaccheria delle persone le ha rese deboli e la loro cattiveria le ha indebolite a tal punto da renderle deboli come cenere al vento.
Un tocco e queste...si smaterializzano in piccoli granelli di intemperia e tristezza che nel loro lungo viaggio verso l'ignoto a loro tanto escluso e vietato si rafforzano dando vita ad una cieca e obriosa rabbia.
Così forte e corrosiva che al minimo tocco è capace di divorare anche la più pura delle anime. E non vi è scampo.
Si può tentare di fermarla, di combatterla oppure ci si può arrendere ad essa e lasciarsi comandare.
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Like Water...Never Forget
Werewolf"Quella volta.....quella fu l'ultima volta! La volta in cui promisi a me stessa, che da quel momento in poi avrei pensato soltanto per me stessa." "[...] Per colpa Sua ho passato le pene peggiori dell'inferno. In questo caso dovrei odiarla, ma dall...