XVII capitolo

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Il ventitré dicembre arrivò molto presto, troppo presto e le lezioni si conclusero proprio quella mattina, ponendo fine al primo trimestre.
Tutti i ragazzi erano stati impegnati a studiare giorno e notte per recuperare le materie con i voti più bassi.
Gli studenti del quinto e del settimo anno sentivano l'ansia crescere sempre di più in vista degli esami, così, quando l'orologio scoccò anche la conclusione dell'ultima ora non esultarono tanto quanto gli altri.
Ma, alla fine, tutti ce la facevano, per essere bocciato dovevi proprio non fare niente.
Rose raccolse i suoi libri infilandoli nella borsa per poi dirigersi fuori seguita da tutti gli studenti delle altre case.
Salì le scale e dopo aver detto la parola d'ordine rientrò nel suo dormitorio prendendo il baule già pronto.
Gettò gli ultimi libri con tanto di borsa scolastica e si cambiò.
Coprì la maglietta con un maglione azzurro che le arrivava fino a coprire la cintura per reggere i jeans stretti fino alle caviglie.
Infilò il mantello caldo per poi uscire e scendere fino alla sala grande dove Scorpius l'aspettava.
"Finalmente" la rimproveró lui seduto sul suo baule, con le mani che reggevano il suo viso e gli zigomi pallidi.
"Ci ho messo pochissimo" si lamentò Rose guardandolo e lui le mostrò il pollice in su per poi alzarsi.
Lo vedeva strano quella mattina ma se ne rese ancora più conto quando, una volta saliti sul treno un bambino del primo anno gli finì addosso.
"Attento a dove metti i piedi" ringhiò tra i denti entrando in uno scompartimento vuoto.
La rossa lo seguì abbassando la tendina e chiudendo a chiave.
"Mi spieghi?"
Tacque un attimo.
"Che cosa?" Borbottò lui passandosi una mano tra i capelli.
"Per cosa sei nervoso?"
"Chi ti dice che io sia nervoso?"
Sorrise sedendosi accanto a lui e appoggiando una mano sul suo ginocchio.
"Ti passi sempre una mano tra i capelli quando lo sei"
Si guardarono negli occhi e le circondó le spalle con il braccio.
"Domani incontrerò i tuoi..."
"Li piacerai, non preoccuparti."
"Ti devo ricordare dell' eterna battaglia Weasley-Malfoy"
Lei rise appoggiandosi a lui ma subito si staccò iniziando a tossire.
Lo sentì di nuovo.
Dentro di lei, lo stomaco bruciava, lo sentì quasi strapparsi e faceva sempre più male.
"Scorp-ius" lo chiamò continuando a tossire.
Lui la guardò mentre il panico gli contorse le viscere.
"Il m-mio zain-no!" Lo indicò mentre l'altra mano continuava a stare davanti alla bocca.
Sentì la mano un po' sporcarsi di un qualcosa di caldo, il suo sangue.
Era cominciata l'ennesima emoraggia e sempre più forte. Sentì Il sangue salire, tanto faticava a respirare. Era una malattia molto contorta la sua e il sangue poteva finire ovunque.
Il ragazzo aprì in fretta lo zaino riconoscendo un farmaco.
Versò anche se un po' a fatica due gocce della pozione nella bocca di Rose che dopo gli ultimi colpi di tosse si calmò un po'.
Scorpius prese un fazzoletto ancora un po' scosso e le pulì le labbra e la mano.
"Scusa..."
"Non dirlo neanche per scherzo Rose."
"È orribile. Me ne vergogno così tanto" si voltò rattristandosi e dal suono della sua voce credette di vederla piangere da un momento all'altro.
Quando però la fece girare verso di sé, nessuna lacrima rigava il suo viso, solo tanta malinconia.
Si abbracciarono ed insieme decisero di andare a prendere una boccata d'aria fresca.

La speranza dell'amore|| ScoroseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora