XLIV capitolo

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"Forte e chiaro oh" concluse Rose più piano mentre gli altri ragazzi addetti agli strumenti seguivano gli spartiti costruendo la base per la musica.
Dalla porta d'ingresso entrarono poco dopo alcuni professori in compagnia di Harry Potter richiudendo il portone alle loro spalle.
L'uomo era in compagnia di una donna anziana.
Rose la guardò per pochi secondi e Scorpius la raggiunse baciandole le guance.
"Nonna" la vide sorridere leggermente mentre gli accarezzava la guancia posando poi lo sguardo poco sotto al suo orecchio.
Lui rise leggermente imbarazzato indicandole la giovane sul palco con un sorriso.
Narcissa Malfoy la studiò per poi annuire e, stanca, si diresse ad un angolo della stanza per sedersi.
Lei era sempre ospite di Harry, perché sapeva che senza la sua bugia a Voldemort, le cose non sarebbero andate in quel modo.
Scorpius guardò sua nonna avente lo sguardo basso e si diresse a passo spedito verso Rose.
"Mi faresti un favore?" La rossa si voltò verso di lui sistemandogli la camicia e poi la cravatta.
"Cosa?" Lo guardò mentre gli abbottonava il primo bottone.
Si avvicinò al suo orecchio e poco dopo lei annuì con un sorriso.
"Sei sicuro?" Gli domandò mentre dava le istruzioni agli altri ragazzi che semplicemente annuirono.
"Più che sicuro"
Rose sorrise avvicinandosi al magicrofono mentre le prime note dei violini cominciavano e Scorpius raggiunse sua nonna che aveva immediatamente alzato lo sguardo.
Chiuse gli occhi un attimo.
"La chiamano realtà, questo caos legale, di dubbie opportunità, questa specie di libertà" aprì gli occhi notando gli sguardi di tutti su di lei e Narcissa si alzò reggendosi al nipote camminando verso il palco e fermandosi a guardarla ascoltarla.
"Grande cattedrale, ma che non vale un monolocale, un monolocale!"
Un sorriso spuntó sulle sue labbra mentre cominciava il ritornello.
"Come sarebbe bello, potersi dire, che noi ci amiamo tanto ma tanto da morire eh. E che qualunque cosa accada ah, noi ci vediamo a casa" Narcissa chiuse gli occhi stringendosi a Scorpius e in quel momento, Rose capì, che stava rivivendo la paura provata ai tempi di Voldemort.
"Voi. E tutti i falsi eroi, verso il malaffare, vicino alla crudeltà, questa pseudo eredità, di forma culturale! Che da tempo non fa respirare, non fa respirare!" Le note iniziavano a diventare sempre più alte e Rose si sentì invadere da quelle bellissime parole.
Sulle spalle di Narcissa si posò un braccio e Draco Malfoy strinse a sé la madre guardando poi Rose con un leggero sorriso.
"Come sarebbe bello potersi dire, che noi ci amiamo tanto ma tanto da morire eh. E che qualunque cosa accada ah noi ci vediamo a casa. Come sarebbe bello potersi dire non vedo l'ora di vederti amore eh!" Molti professori si sorpresero nel sentire una nota così alta cantata perfettamente.
"Con una scusa o una sorpresa ah, fai presto e ci vediamo a casa" concluse piano la canzone notando solo in quel momento i suoi genitori poco lontani che la guardavano sorridendo.
Quella canzone Narcissa l'ascoltava e riascoltava durante la guerra e aspettava preoccupata che Draco tornasse a casa, con lei, più al sicuro che la fuori in missione.
Rose scese dal palco per andare dai suoi genitori ma l'anziana la raggiunse cercando di sbrigarsi, per quanto le gambe glielo permettessero.
Le baciò le guance con gli occhi lucidi e suo padre Ron spalancò la bocca, scioccato a quel gesto.
La diciassettenne arrossì leggermente ricambiando l'abbraccio nella quale l'aveva trascinata Narcissa.
Lo sguardo della donna però cadde sul collo della giovane, proprio sul piccolo fiore molto visibile.
Le accarezzò la guancia con uno sguardo malinconico ma Rose le sorrise.
Salutò sia la donna che Draco per poi raggiungere i genitori e abbracciarli.
"Non ho mai visto un fatto tanto strano" disse Ron ridendo.

La speranza dell'amore|| ScoroseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora