Capitolo 23

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Mi svegliai nella mia stanza che in un primo momento mi sembrava estranea anche se ho vissuto qui tutti gli anni della mia vita. Dalla finestra filtrava molta luce che illuminava l'intera stanza, come se fosse estate anche se eravamo in pieno inverno.

Come la mia anima,arida e desolata...

Mi alzai dal letto e fui felice di sapere che erano le tre del pomeriggio. Scuola oggi no.

Mi guardai allo specchio ed ero assolutamente un disastro. Carnagione molto chiara, occhi demotivati di vivere, capelli arruffati e grasso, grasso dappertutto. Mi spogliai rimanendo in intimo e iniziai a fissare la mia figura riflessa nello specchio, ero un mostro!

Ciccia era tutto quello che riuscivo a vedere, un ammasso e poi quelli, i miei tagli insieme ai numerosi lividi.

La pancia è tutta viola con qualche macchia rossa e poi vari tagli causati da Liam e bella compagnia. Guardai l'ultima parte del mio corpo, quella che io odavo di più, i miei polsi, il mio piccolo segreto. Sono presenti vari tagli sia profondi che non che dimostrano il dolore che è presente dall'inizio delle superiori.

Mi odiavo, ero una persona schifosa che non era degna di stare in questo mondo di bastardi.

Non sopportavo più la vista del mio "corpo" e mi misi dei pantaloni e un maglione e solite cose. Avevo in ìntenzione di uscire quel giorno per prendere aria e non rimanere in questa casa dove tutto mi ricorda mia madre, la persona che in assoluto, ho deluso di più.

Scesi e non trovai nessuno, apparte un foglio con la scrittura illeggibile di mio padre.

"Carmela, scusa ma in officina avevano bisogno di me. Se hai fame c'è da mangiare nel forno, puoi riscaldarlo. Oggi fai quello che ti pare ,torno alle 10:00. Ciao, ti voglio bene <3"

Dopo un bel po' di tempo riesco a capire quello che ha scritto mio padre, e come consigliato da lui feci quel che mi pare. Presi la chitarra da camera mia e mi diressi verso il fiumiciattolo del boschetto.

La musica rilassava soprattutto quando sei tu a farla. Ormai ero migliorata molto e avevo ricordato tutti gli accordi che sapevo.

Senza neanche accorgermene avevo creato una melodia molto orecchiabile

'perfetta per una canzone!'

No, non scriverò mai più canzoni me lo sono promessa e io le mantengo la maggior parte delle volte!

Quando mi venne di nuovo in mente Giovanna smisi subito e scappai da quel posto così tranquillo. Non potevo crollare, volevo passare la giornata tranquillamente senza pensare ai problemi che mi affliggono ogni giorno. Andai al parco più vicino a farmi una passeggiata. Erano le 14:00 e la maggior parte degli studenti erano probabilmente ancora a scuola, meglio per me.

Guardavo i passanti e le tenere coppie di vecchietti che si tenevano per mano. Adorabili.

Sarebbero diventati così i miei genitori se non avessero divorziato e senza litigi? Forse no, ma io vorrei esserlo, basta trovare la persona giusta no?

Dopo un' ora di passeggiata mi riposo su una panchina rilassandomi contando tutte le nuvole che c'erano in cielo.

-hey Carmela!- abbassai lo sguardo e vedevo Zayn correre verso di me con una cane al guinzaglio, uno Spitz con precisione.

-ciao Zayn!- dissi abbracciandolo, mi mancava la sua compagnia

-non sei venuta a scuola... Ti cercavo-

-problemi famigliari, mi sono svegliata anche da poco!-

-la solita dormigliona-

-non è vero!-

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