Cinque giorni. Tanto erano durate le ricerche di Sherlock nella speranza di riuscire a ottenere informazioni sul possibile assassino del giudice Walker. Sebbene avesse raccolto una moltitudine di informazioni, nonostante il suo cervello avesse srotolato quantità impensabili di possibilità, dopo cinque giorni si era trovato ad avere fra le mani un nulla di fatto. L'omicidio del giudice gli era parso fin da subito qualcosa di comprensibile; era convinto sarebbe giunto alla soluzione corretta in breve tempo, eppure così non era stato. Il suo primo sospettato, ovvero qualcuno vicino a Darrell Scott era stato un sonoro buco nell'acqua. Scott era praticamente solo al mondo e benché Sherlock avesse fatto il possibile per trovare dei legami fra lui e altre persone al di fuori della prigione, non aveva ottenuto nulla. Perfino la sua infallibile rete di senzatetto non gli aveva fornito risposte, il che diede all'uomo la sicurezza sufficiente per convincersi del fatto che, con tutta probabilità, il nome di Scott poteva venir depennato.
Eliminato il più probabile degli indiziati il detective aveva quindi spostato le sue ricerche sugli altri nomi che aveva a disposizione. Tuttavia anche gli altri sei indiziati avevano smontato le sue teorie come ghiaccio al sole. Pareva che nessuno di loro potesse essere adeguatamente sospettabile, molti, oltretutto, avevano alibi così di ferro da rendere intoccabili se stessi e i famigliari dei gradi più lontani pensabili.
Nel pomeriggio del sesto giorno di indagini inconcludenti Sherlock era seduto alla sua poltrona, al 221B di Baker Street, come ogni pomeriggio prima di quello. Era di umore intrattabile da ormai due giorni e quella mattina aveva sollevato la soglia dell'indagine da uno a due cerotti alla nicotina. Per qualche motivo che sfuggiva a tutti quelli vicini al detective, quella ricerca lo stava perseguitando. Per quanto fosse convinto che le modalità con cui Walker era stato assassinato fossero solamente un richiamo all'operato di Jim Moriarty, una parte di lui non si dava pace. Voleva sapere chi c'era dietro a quell'omicidio, a costo di perdere il sonno per altri giorni interi.
Ricominciò a leggere mentalmente tutte le informazioni che aveva raccolto per l'ennesima volta, scorse ogni indizio in cerca di qualcosa che potesse essergli sfuggito, ma nulla cambiava.
Frenò il suo cervello di colpo appena sentì dei passi farsi strada lungo le scale. Riconobbe lo scricchiolio tipico del settimo gradino della rampa. Puntò istintivamente gli occhi all'ingresso dell'appartamento che, una volta aperto, permise all'ispettore Lestrade di entrare nel soggiorno. I due uomini si guardarono.
«Non sei occupato, vero?» chiese l'ispettore, una leggera nota sarcastica nella voce.
«Cosa vuoi?» replicò Sherlock, senza scomporsi.
Lestrade sollevò le sopracciglia con fare infastidito. «Bel modo di accogliere gli amici.»
Sherlock era pronto a replicare, ricordando a Lestrade che i suoi amici erano un numero molto ridotto e che, con tutta probabilità, lui non era fra loro, quando vide l'uomo estrarre dalla tasca del cappotto un pacchetto di sigarette. Focalizzò la sua attenzione su quelle; l'improvvisa voglia di nicotina lo aggredì, al punto che l'inutilità dei cerotti divenne palese come non mai.
«Posso?» chiese Lestrade indicando la poltrona di Watson.
Sherlock gli diede il via libera con un gesto e si mise a fissare con intensità la sigaretta appena presa in mano dall'ispettore. Lestrade osservò il detective di rimando, capendo che aveva il permesso – oltre alla benedizione – di portare una ventata di fumo malsano nel piccolo soggiorno.
Per qualche minuto nessuno disse nulla. L'ispettore inspirava ed espirava lunghe boccate dalla sigaretta, sentendosi in pace almeno per quei brevi istanti; Sherlock, di fronte a lui, si inebriava il più possibile dell'odore acre che saliva lento nella stanza e si mescolava all'ossigeno presente.

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The young redhead
Fanfiction«Bisogna avere pazienza quando si svolge un'indagine. Se l'assassino vuole comunicare con me troverà il modo di farlo ancora una volta» disse, lanciando un'ultima occhiata sicura alla ragazza. «Ma non temere, continuerò comunque a indagare su questa...