16° CAPITOLO

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CHRISTIAN'S POV

Una luce fioca mi colpisce il viso svegliandomi. Ieri sera sono crollato e mi sono dimenticato di chiudere bene la tapparella, apro gli occhi a fatica e mi giro su un fianco per controllare la sveglia sul comodino. Sono le dieci, ho dormito abbastanza, sì decisamente. Mi alzo e vado a spegnere il condizionatore. Ah se non ci fosse quello, con il caldo che c'è fuori, sarei già morto. Prima di fare colazione però decido di fare una doccia così mi aiuterà a svegliarmi meglio. Tolgo quello che mi resta addosso e vado sotto il getto d'acqua fredda, è così rilassante. Sono tornato ormai da due settimane, e non riesco a non pensare a quello che è successo. Ho perso, il lavoro, ancora, un'altra volta. Sembra che negli ultimi sei mesi io non riesca a tenermi un lavoro per un tempo necessario. Ma non è questo quello che mi importa veramente, l'unica cosa che mi interessa è lei. Non ha detto nulla, non ha fatto nulla, anzi ha amesso quello che quel lurido bastardo ha detto. Non mi sarei mai permesso di farle del male, mai. Sbatto un pugno sulla parete della doccia, un'improvvisa rabbia mi pervade tutto. So che se lei è così, è anche e soprattutto per colpa mia. L'ho ferita troppo, le ho fatto del male segnandola nel più profondo e di questo mi maledisco ogni giorno, perché se avessi la possibilità di tornare indietro nel tempo cancellerei tutti gli sbagli che ho fatto, le farei capire in tutti i modi quanto la amo. Sì, perché la amo ancora, non ho mai smesso. E' stata dura per me abbandonare quell'ospedale senza dirle nulla, senza avere la possibilità di spiegarle. Però l'ho vista quel giorno, era lì sdraiata su quel letto che dormiva. Sembrava una principessa, anzi una guerriera perché portava sul corpo i segni del dolore che stava passando. Avrei voluto svegliarla e darle un ultimo bacio, ma non potevo, doveva dimenticarsi di me e iniziare una nuova vita. Dopo quell'incidente la mia vita è cambiata, mi sono sentito come intrappolato in eterna apatia, mi sentivo svuotato e privo di emozioni. Le ragazze quando mi vedavano al bar ci provavano con me, ma a me non interessava, avevo sole lei in mente. Sara mi è stata molto vicina in quel periodo, non mi ha lasciato solo nemmeno per un momento, è stata lei a suggerirmi di raggiungere Beatrice a Bologna, dovevo fare qualcosa, dovevo farle capire quanto ancora l'amavo, ma lui me lo ha impedito, si è messo in mezzo e non me l'ha permesso. C'è qualcosa in lui che non mi convince, anche quando sono venuti a Cagliari non faceva altro che darle ordini e baciarla solo quando c'ero io. Ma lei è felice con lui, o almeno così mi vuole far credere. Ho visto i suoi occhi non sono luminosi come quando stava con me, lo so che magari puo' essere un pensiero egoista, però è così. Quella sera quando è venuta da me in piscina, mi ha dimostrato che qualcosa ancora le importa di me, lo so dev'essere così altrimenti non si sarebbe presentata. Era così bella ed era di nuovo lì davanti a me, era come se nulla fosse cambiato, se non che lei ora sta con un altro. Uno spregevole essere che la tiene sotto la sua volontà e lei non oppone alcuna resistenza. Non ho potuto non baciarla, mi mancavano tremendamente quelle labbra, mi sembra ancora di sentire il suo profumo su di me. Porto istintivamente l'indice sulle mie labbra dove sono state le sue. Vorrei averla qui con me, stringerla forte e lenire le sue ferite che ha a causa mia. L'unica cosa bella che mi è capitata in questa mia squallida esistenza ho saputo lasciarmela scappare, sono proprio uno stupido. Butto la testa sotto il getto d'acqua e scrollo via tutti i pensieri negativi. Esco e asciugo i capelli alla rinfusa, indosso un paio di bermuda della tuta e rimango a petto nudo. Qualcuno bussa alla porta, così mi affretto ad andare ad aprire. << Buongiorno belloccio, come andiamo?>> urla sprizzando gioia da tutti i pori questa pazza della mia amica. << Buongiorno anche a te Sara>> rispondo chiudendo la porta. << Ho portato dei cornetti>> mi informa appoggiando una busta sul piano dell'isolotto. Si avvicina alla macchina del caffè e comincia ad armeggiare, io intanto mi siedo su uno sgabello e la guardo mentre prepara il tutto. << Allora come stai?>> chiede voltandosi e guardandomi con il suo sguardo indagatore. << Bene>> rispondo guardandola negli occhi. Si acciglia alla mia risposta perché sa che le sto mentendo, ma come fa a saperlo? Lei sa sempre tutto quando riguarda me, mi conosce così bene. << Mi riprenderò Sara, sul serio>> rispondo facendole un sorriso. << Come fai a rimanere così calmo, io lo avrei ammazzato quel tipo... come ha fatto Beatrice a mettersi con uno come quello, la pensavo una ragazza più sveglia>> controbbatte un po' irritata. << Non parlare così di lei, alla fine l'ho spinta io fra le sue braccia>> riesco a dire con l'amaro in bocca. << Ma non è tutto finito, tu puoi ancora fare qualcosa, insomma la ami, questo non dovrebbe bastare?>> chiede esasperata. << No>> ringhi a denti stretti sbattendo un pugno sul marmo del ripiano, << non c'è più niente che io possa fare... Sara, Beatrice ha già fatto la sua scelta, non mi resta che mettermi da parte e lasciarla andare... e questa volta per sempre>> e lo dico più a me che a lei. Mi sento sconfitto e ferito perché ho rovinato tutto, vorrei picchiarmi da solo se potessi per tutti gli sbagli che ho commesso. Sono uno sbaglio vivente, dal tronde sono nato per caso, mia madre nemmeno mi voleva e mio padre non so nemmeno chi io sia. Sara si avvicina e mi mette un braccio attorno alle spalle nude passandomi una tazza di caffè. La guardo in quei suoi occhi così azzurri e la ringrazio per tutto quello che fa per me, è la migliore amica che si possa desiderare. << Se ti vesti potremmo andare a fare un giro al mercato, voglio vedere se trovo una borsa>> propone Sara mettendo le tazze sul lavandino. Mi alzo e vado in camera a recuperare qualcosa da indossare, poi torno di nuovo da Sara che mi sta aspettando in salotto. << Sempre brutto tu eh?>> ironizza lei mentre scendiamo le scale, << se non fossi lesbica ti sarei già saltata addosso.>> E non posso non sorridere alla sua genuinità, è sempre così spontanea.

L'AMORE CAMBIA CHI SIAMO 2 COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora