26° CAPITOLO

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 Siamo seduti nel soggiorno di Christian; da quando hanno saputo quello che Sara ed io abbiamo fatto, Luca ed Elisa si sono trasferiti qui. Sanno che Riccardo sicuramente mi starà cercando per quello che sono riuscita a prendere dal suo studio e hanno paura per me, in fondo non li biasimo conoscendo quell'essere. Mio padre però non sa nulla di tutto questo, ho voluto nasconderglielo perché so che non approverebbe e poi non voglio dargli troppi pensieri più di quelli che già ha. << Ma perché quel dottore è scappato?>> chiede Luca passandosi una mano fra i ricci. << Probabilmente perchè ha paura delle conseguenze... Riccardo non ci metterà molto a fare due più due>> risponde Sara appoggiando dei panini caldi sul tavolino. << Ragazzi che ore sono?>> chiedo prendendone uno. << Le due e mezza>> risponde Elisa. Alle quattro apre l'orario di visita per le carceri e beh sapete già da chi devo andare. Mi manca così tanto e soffro così tanto a saperlo chiuso lì dentro così ingiustamente. << Sara ma tu non lavori?>> chiedo alla bionda seduta vicino a me. << Ho preso qualche giorno... non posso lasciarti sola e lasciare solo Chris>> risponde. La guardo e la ringrazio senza dire nulla, Sara è davvero un'ottima amica e sono contenta che sia a fianco di Christian, si merita di avere persone che lo amano e lo proteggono, persone che sarebbero disposte a tutto per lui.

Alle tre e mezza sono sull'audi nera di Christian, sotto la stretta sorveglianza del biondino che non mi molla un secondo: ah, cosa non farebbero gli amici? Mi ritengo fortunata. Parcheggio davanti a questa orrenda struttura grigia, scendo dall'auto e mi guardo un po' intorno. Il classico carcere da film, mura alte in cemento con del filo spinato tutto attorno e delle torrette di controllo su ogni angolo. Luca scende con me e mi indica la porta da cui si ha accesso all'interno della struttura, varchiamo la soglia e ci dirigiamo allo sportello. << Siamo qui per una visita>> parla Luca. << Certo>> risponde l'agente dietro il vetro, questi si alza, chiama una collega e insieme ci raggiungono per perquisirci. << Lasciate ogni effetto personale in questo contenitore>> dice la poliziotta << questi sono i vostri cartelli di riconoscimento>> e ci consegna un tesserino con su scritto ' Visitor'. Il poliziotto ci accompagna verso una porta inferita, preme un pulsante e questa si apre dando accesso ad un lungo corridoio...

 Il poliziotto ci accompagna verso una porta inferita, preme un pulsante e questa si apre dando accesso ad un lungo corridoio

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<< Voi siete qui per...?>> chiede l'uomo. << Christian Riccardi>> rispondo prontamente. Lo seguiamo fino ad una stanza con dei tavolini dove ci sono sedute già altre persone: donne che salutano i propri mariti, e anche qualche uomo che parla con la propria moglie. L'agente ci dice di prendere posto e con Luca scegliamo il tavolo vicino alla parete, quello che secondo noi è più appartato rispetto agli altri. Non appena mi siedo mi rendo conto di essere nervosa, ho le gambe che tremano e le mani che sudano, sto per vedere Christian e questo è l'effetto che mi fa. << Pianoo>> impreca una voce familiare. Alzo lo sguardo e lo vedo. Ha i capelli arruffati più del dovuto e i vestiti stropicciati, gli stessi vestiti che aveva l'altra sera, quando sono venuti a prenderlo. Sta guardando in cagnesco il poliziotto che lo teneva stretto per un braccio e aspetta che gli tolgano le manette; mi si apre una ferita al centro del petto a vedere tutto quello, ma non appena si volta e mi vede il suo sguardo cambia, si calma notevolmente e la sua bocca si allarga in un sorriso. Si avvicina al tavolino e si siede di fronte a noi. Vorrei alzarmi e buttarmi su di lui, vorrei abbracciarlo e baciarlo, vorrei portarlo via da questo schifo perchè non ha nulla a che fare con tutta la gente che gira qui dentro, ma non posso devo rimanere al mio posto, nessun contatto, nessuna scenata. << Ciao amico>> dice salutando prima Luca, poi si volta verso di me e mi guarda con quegli occhi tremendamente malinconici << ciao piccola>> dice poi. Ed ecco che mi si forma subito un nodo, grande quanto una palla da bowling, non riesco a far uscire nemmeno una parola, sono travolta dalle emozioni, ma devo mantenere la calma, lo devo fare per lui. << Allora come te la cavi qui dentro?>> chiede Luca cercando di smorzare la situazione, << se non consideri il mangiare, il letto, la compagnia e le ore d'aria... non me la cavo male>> risponde ironizzando. Come fa ad essere così anche in questa situazione? << Christian stiamo facendo di tutto per tirarti fuori il prima possibile>> lo informa Luca << la polizia sta indagando e sai com'è la giustizia qui...>> lascia in sospeso Luca grattandosi la nuca. << Cosa state facendo?>> chiede Christian incupendosi. << Abbiamo trovato il certificato di nascita di Riccardo>> mi intrometto. << Come lo avete trovato?>> chiede lui e sulla sua faccia si dipinge la preoccupazione più pura << Beatrice, non dirmi che...>> dice lasciando le parole a metà. << Christian devo fare qualcosa... non è giusto che tu rimanga un secondo di più qui dentro... è Riccardo quello che deve marcire in una cella>> dico sprezzante. << Vi lascio soli>> dice Luca alzandosi << guardati le spalle>> dice salutando Christian e si allontana scomparendo oltre il corridoio. Christian si fa più avanti per potermi guardare meglio, << mi manchi così tanto>> dico poi cercando di trattenere le lacrime. << Anche tu piccola>> controbbatte. << Sono riuscita a trovare il dottore che ha firmato il certificato di nascita>> lo informo. Christian mi guarda con un'espressione accigliata. << E' strano che Riccardo tenesse un certificato di nasciata nascosto, per quale motivo? La polizia non crede ancora che lui sia il figlio di Alan... poi controllando il nome del dottore ho scoperto essere lo stesso che mi ha curato quella sera in cui sono stata male...>> proseguo << Christian quel dottore sa più di quanto pensiamo... è l'unico che potrebbe confermare la mia versione dei fatti>>. << Beatrice...>> chiama cercando il mio sguardo << lascia che sia la polizia a fare le indagini, ti prego...>> chiede supplicante. Allunga una mano e sfiora appena la mia cercando di non farsi notare dagli agenti che controllano. Io invece abbasso lo sguardo e lo rivolgo altrove << non posso Christian>> è la mia risposta.           << Perchè non puoi, Bea?>> chiede cercando la mia attenzione. << Perchè non ce la faccio a convivere con l'idea di te rinchiuso qui dentro... mi si distrugge l'anima saperti qui solo>> dico alzando lo sguardo appannato su di lui. Mi porto un palmo sul viso per asciugare le lacrime che mi stanno bagnando le guance, << starò attenta Christian te lo prometto...>> aggiungo per rassicurarlo. Mi fa un sorriso debole, ma lo stesso bellissimo, che mi riempie il cuore di una nuova speranza. << Sai, sembra strano, ma questa è la dichiarazione d'amore più bella che potevi farmi>> dice allargando il suo sorriso. << Ti amo Christian... e farei qualsiasi cosa per te...>> rispondo, sorridendogli a mia volta.

Dopo altri dieci minuti passati a parlare, un agente si avvicina informandoci che il tempo è scaduto. Christian mi ribadisce ancora una volta di stare attenta e mi ripete quanto mi ama e io faccio lo stesso. Esco ripercorrendo il lungo corridoio di poco fa e raggiungo Luca all'estero. Il venticello mite che soffia in questo momento mi permette di riossigenare i polmoni e fermarmi per un secondo. Guardo il sole ormai rosso che torreggia sopra la città e la colora d'estate, è una magnifica visione e vorrei che Christian fosse qui a vederlo. Salgo sull'auto e mi metto nel traffico che popola le strade a queste ore del giorno. Gente che sta rincasando dopo una lunga giornata di lavoro, donne che non vedono l'ora di tornare dai propri figli e uomini che non aspettano altro che farsi una bella doccia e sprofondare nel divano per fare zapping davanti alla tv. Prendo una stradina secondaria e dico a Luca che voglio fermarmi in un panificio per prendere un po' di foccaccia e qualche biscotto, adoro le cose che fanno qui e per una golosa come me va a nozze. Prendo quello che mi serve e facciamo ritorno all'appartamento di Christian. << Papà...>> dico non appena entriamo. Vedo la figura di mio armeggiare dietro i fornelli, mentre Laura con l'aiuto di Elisa e Sara preparano una tavola tutta imbandita. << Ma che succede qui?>> chiedo appoggiando le buste sopra la mensola della cucina. << Va a farti una doccia e vestiti, noi ti aspettiamo>> dice mio padre sfoggiando un sorriso a 32 denti. Lo guardo un po' storta per cercare di capire cosa mi sta nascondendo, ma Elisa mi raggiunge spingendomi verso il bagno << vado, vado>> dico scocciata. Prendo un vestito color amarena e lo preparo lisciandolo sopra il letto, prendo anche della biancheria pulita e mi chiudo dentro il bagno. Sciolgo il capelli pettinandoli e apro il getto d'acqua fredda precipitandomici sotto. Prendo ogni sensazione che lo scorrere dell'acqua produce sulla mia pelle, è una sensazione rilassante, anche se non riesco però a rilassarmi del tutto. Prendo dello shampoo e lo strofino sui lunghi capelli raccogliendoli in una massa informe sopra la testa, faccio una maschera per renderli morbidi e li pettino per evitare i nodi. Li asciugo lisciandoli con la spazzola e li guardo ricadere splendenti lungo le spalle, esco e vado ad indossare il mio abito. << Mmm pesce>> esclamo annusando l'odorino che emanano i piatti in tavola; prendo posto accanto a Sara e guardo quello che mio padre ha cucinato. Spaghetti con scampi e vongole, il mio preferito. << A cosa devo questo onore?>> chiedo con la bocca piena, e mentre arrotolo gli spaghetti sulla forchetta mi rivolgo a mio padre vicino a Laura. I due si scambiano un'occhiata complice, si fanno un sorriso, poi si alzano entrambi in piedi. << Mi devo preoccupare?>> chiedo prendendo un sorso d'acqua ghiacciata. << Beatrice... so che magari questa non è una delle situazioni migliori in cui ci siamo trovati, e so quanto tu stia soffrendo per quello che sta succedendo, però tutta questa cosa mi ha fatto pensare molto... >> dice mio padre e fa una piccola pausa per controllare la mia espressione e poi riprende << fino a qualche giorno fa pensavo di averti persa per sempre, pensavo che non mi volessi più come padre dopo quello che ti ho fatto, ma quando mi hai chiamato dicendomi che era successo qualcosa... lì ho temuto il peggio... la vita non è stata proprio clemente con noi Beatrice, ne abbiamo passate tante e tante altre ancora ce ne aspettano... ma non voglio che tutto questo mi impedisca di vivere comunque, non voglio che la paura mi renda prigioniero e mi porti un giorno a chiedermi se ho realmente fatto abbastanza, voglio vivere questa vita con le persone che più amo, tu per prima... ho avuto la fortuna di conoscere una donna splendida come Laura, che mi è stata affianco nonostante le mille difficoltà della nostra famiglia, non si è arresa e ha aspettato in silenzio, dimostrandomi quanto mi ama...>> fa un'altra pausa prendendo la mano della donna vicino a lui, << ecco è per tutte queste ragioni che ho deciso di chiedere a Laura di diventare mia moglie>> dice infine. Ascolto tutto questo in religioso silenzio, con tutti gli sguardi delle persone presenti addosso, che aspettano una mia reazione. Si sposano. << Dio papà è la notizia più bella che potessi darmi>> dico alzandomi per abbracciarlo.

L'AMORE CAMBIA CHI SIAMO 2 COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora