21° CAPITOLO

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Sono sdraiata sul freddo pavimento di questa orribile e umida cella che è ormai diventata la mia seconda casa, ho le ossa rotte perché è da più di due settimane che non dormo come si deve e soprattutto in un letto degno di essere chiamato tale. E' da ieri sera che sono scossa da violenti brividi e fatico a reggermi in piedi. Mi tocco la fronte e... cazzo scotto! Ho la febbre presumo. Sono chiusa qui dentro tutto il giorno, non mangio come si deve da un po', ho anche perso qualche chilo e dormo poche ore a notte. Le mie difese immunitarie si sono andate a far fottere. Eh ci credo! Ho la vista annebbiata e le voci all'esterno sono ovattate. Sento dei rumori provenire dalle scale, così mi alzo a fatica per dare un'occhiata, ma barcollo. Dopo qualche istante qualcuno apre la porta della mia cella: è Riccardo che mi prende per un braccio e mi tira fuori con forza. << Mi fai male>> protesto reggendomi in piedi a fatica. << Beatrice>> chiama una voce. Alzo lo sguardo turbido e vedo Christian davanti a me braccato da due uomini. Riccardo fa pressione sul braccio e mi tira su in piedi. << Sta male>> fa notare Christian preoccupato. Riccardo mi prende il viso fra le mani e mi scruta, << no sta benissimo>> sentenzia infine con un sorrisetto. Mi avvicina alla sedia e mi ci fa sedere buttandomi come fossi un sacco di patate. Guardo verso Christian e per un attimo mi perdo in quelle iridi azzurrissime. Vorrei correre fra le sue braccia e chiedergli scusa per essere stata così stupida e ingenua, vorrei dirgli che so che non ha fatto nulla, vorrei dirgli che non avrei dovuto dubitare del suo amore e, sì... vorrei baciare ogni centimetro delle sue bellissime labbra. Lo devo ammettere a me stessa, dopo tutto quello che è successo non posso dire di aver mai dimenticato Christian, lui è sempre stato una parte fondamentale di me, mi ha dato un amore di cui avevo bisogno, mi ha protetta e si è messo da parte perché mi amava troppo. Eh sì, ha sbagliato, ma come me si è fidato della persona sbagliata, si è fatto abbindolare da quello unghie smaltate e ciglia lunghissime, ma non posso fargliene una colpa, perché in fondo lui non ha mai fatto nulla. Per un periodo ho sperato di averlo dimenticato, ma mi è bastato incrociare di nuovo quegli occhi che il mio mondo si è frantumato come ghiaccio al sole. << Allora...>> dice Riccardo distraendomi dai miei pensieri,   << il carico di droga arriverà fra una settimana, Christian sa già quale sarà il suo compito, tu piccola Beatrice>> dice toccandomi il viso con l'indice, << dovrai solo venire con noi>> spiega infine.     << Non toccarla>> ringhia Christian forzando la presa dei due tipi che lo tengono fermo. Riccardo si volta appena per guardarlo di sottecchi, poi riporta la sua attenzione su di me          << come dicevo... tu verrai con noi, così ci assicureremo che Christian porti a termine il suo compito>>. Riccardo fa un sorriso malefico e guarda prima me poi Melissa appoggiata al tavalo anche lei tutta divertita dalla situazione. << Non potete fare questo... Beatrice non puo' venire... mettereste a rischio anche la sua vita>> dice un Christian furioso. Guardo le persone davanti a me, sono diventate all'improvviso dieci, le loro voci si allontanano sempre di più e inizio a tremare come una foglia. << Cazzo, Beatrice>> impreca Christian, << lasciatemi>> urla senza alcun risultato. << Ma la vuoi smettere? >> lo fronteggia Riccardo avvicinandosi pericolosamente, e con un gesto fulmineo gli tira un pugno sul labbro aprendo di nuovo la ferita appena guarita. Christian riesce finalmente a liberarsi dalla presa e si fionda sul corpo di Riccardo stampandogli a sua volta un pugno in pieno viso. Riccardo barcolla tenendosi il labbro sanguinante, fa un sorriso sardonico e si avvicina nuovamente a Christian colpendolo questa volta allo stomaco. Christian cade a terra in ginocchio. << Potrei ammazzarti in questo momento brutto figlio di puttana, hai capito?>> tuona Riccardo estraendo una pistola dai pantaloni e puntandola contro Christian. Alzo lo sguardo, una scossa di adrenalina mi da la forza per alzarmi e pararmi davanti al corpo di Christian ancora accasciato per il colpo. << NO>> dico perentoria fissando Riccardo, << prima dovrai ammazzare me>> dico con sangue freddo. In questo momento non ho paura di nulla... che prema pure il grilletto, non ho più nulla da perdere, dopo tutto farei qualsiasi cosa pur di salvare Christian e se questo qualcosa significa dare la mia vita, beh sono ben felice di farlo. << Abbiamo un'ammazzone...>> ironizza Melissa mettendosi al fianco di Riccardo, e i due si guardono complici, << hai visto è corsa in soccorso del suo Christian>> continua. << Voi siete malati>> dice a fatica Christian mettendomi una mano sul fianco. E il tempo per un momento si ferma, sembra come se fosse tornato indietro, come se stessi varcando ancora una volta la soglia di quel campo estivo, quella stessa scossa che ho percepito quando ci siamo stretti la mano, quella sensazione che mi ha percorso lungo tutta la schiena e mi ha fatto perdere in quegli occhi così profondi, quella stessa sensazione la sto provando ora a quel contatto. << Che teneri>> se la ride di gusto Riccardo. << Siete delle persone meschine e senza cuore... ancora non lo avete capito che Christian non centra nulla con la storia dei vostri padri? Se si trovano dietro le sbarre è perché forse è un male che si sono cercati o no?>> sbotto all'improvviso alzandomi in piedi e fronteggiando i due mostri davanti a me. Ma nel momento meno opportuno la testa gira ancora più forte, la stanza si mette sottosopra e le figure si sdoppiano, anzi si quadruplicano, le gambe non riescono a reggermi e mi attacco così al bordo del tavolo. Il sudore mi imperla la faccia e un senso di pesantezza si fa strada nel mio petto. << Cazzo... Beatrice>> chiama Christian prendendomi appena in tempo.

" Papà?" chiamo varcando la soglia di casa, " papà, sono tornata." Mi avvicino al salotto mi guardo un po' giro e mi dirigo così in cucina, ma di mio padre nessuna traccia. Questa casa è come me la ricordavo, dopo tutto quello che è successo sono finalmente tornata a casa, questo posto mi è mancato come l'aria e non vedo l'ora di parlare con mio padre. Devo dirgli che non ha sbagliato nulla, che sono stata io una stupida e ingenua bambina che ha creduto alle belle favole. Tocco con la punta dell'indice le fotografie sulla mensola e mi soffermo a guardarle. Come è bella la mamma in questa fotografia, è così radiosa e felica fra le braccia di papà. E questa accanto è la mia preferita: noi tre in riva al mare, mio padre che guarda mia madre in completa ammirazione mentre io sono tutta intenta a fare il mio castello di sabbia. Quanto mi manca la mamma, soprattutto in questi momenti avrei così bisogno di lei. " Papà" chiamo ancora. Faccio qualche altro passo fino a quando non arrivo al suo studio, forse è qui, starà sbrigando sicuramente qualche faccenda di lavoro, o almeno spero. Apro la grande porta in vetro ed entro. Quando ero piccola amavo venire qui e giocare alla piccola donna d'affari, sedermi su quella sedia di pelle nera e battere a computer cose a casaccio. Dietro la scrivania mio padre ha appesa una grande fotografia di noi due insieme, dev'essere stata scattata l'anno scorso quando siamo andati dalla nonna in campagna. " Papà?", faccio il giro della scrivania. "Merda... papàaaaaa" urlo disperata. Mio padre è accasciato a terra con la testa sanguinante, gli occhi sbarrati, privi di emozione e non da cenno di muoversi. "No, no, no... papà" chiamo accasciandomi sul suo corpo. Lo tiro su prendendomi il suo busto in grembo e continuo a chiamarlo, senza alcuna risposta. Il polso è assente. " No papà ti prego.... noooo" urlo fra le lacrime. Mi guardo in torno piangendo disperata, qualcuno ha sparato un colpo di pistola, e magari quel qualcuno si trova ancora in questa stanza. " Ciao Beatrice" dice un voce. Si fa avanti alla luce e riconosco la figura di Riccardo. Impugna una pistola che tiene puntata contro di me, preme il grilletto e spara.


L'AMORE CAMBIA CHI SIAMO 2 COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora