11) Lotte clandestine

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La ramanzina di Sam è durata ben venti minuti buoni. Pensavo non la finisse più. È uguale al fratello sotto certi aspetti. Si preoccupano entrambi per me, ma oggi se l'è presa perché la Rosie ubriacona non gli piace.

Non è stata una gran fatica promettere che non avrei più bevuto in modo spropositato. In realtà non mi piacciono nemmeno le persone che lo fanno. Mi hanno sempre dato l'impressione che lo facciano per mettersi in mostra, per dimostrare che sono tipi a posto che si divertono.

Comunque dopo aver dato tutte le dovute spiegazioni al mio amico, Ginnie e io torniamo a casa a cambiarci. La mia amica si fa prestare la macchina dalla madre e passa a prendermi.

Arriviamo in ritardo al Chase a causa del traffico del venerdì sera mentre lei racconta i dettagli dei suoi appuntamenti con Ash. Sono carini insieme. Mi piacciono, formano una coppia che scoppia di energia.

Trovato il parcheggio dopo venti minuti, ci dirigiamo verso l'entrata. «Sam ci aspetta all'ingresso. Ha detto che...» mi fermo di colpo.

«Che...?» incalza Ginnie.

Non rispondo, non proseguo perché l'unica cosa che cattura la mia attenzione è una figura molto familiare che esce dalla sua auto seguito da una ragazza dai capelli lunghi e neri con la carnagione scura. Noah e la sua fidanzata. Lei si stringe al suo braccio stampandogli baci sul collo mentre camminano. Sapete quando una medusa ti si attacca addosso? Stessa cosa. Solo che il bruciore lo sento io allo stomaco e non mi piace affatto.

Non mi sono accorta di aver stretto la mano a Ginnie fin quando è lei a liberarsi dalla mia presa.

«Ehi, cos'hai? Sei fatta?» agita la mano all'altezza del mio viso.

Le faccio cenno col capo nella direzione in cui sto guardando e quando si gira le escono un paio di imprecazioni che non voglio neanche ripetere.

«Ma guarda chi c'è» usa un tono di voce mellifluo. Poi prende di nuovo la mia mano. «Andiamo a rifarci gli occhi con Jamie» mi porta dentro quasi trascinandomi perché continuo a seguire con lo sguardo la scenetta che ho a pochi metri di distanza.

Aver rivisto Noah è una strana sensazione, non so se sia panico o rabbia. Ho il cuore che pompa come un pazzo e le gambe molli come gelatina. Un brutto presentimento si insinua sotto la pelle e sapere che è qui d'istinto mi fa venir voglia di correre così veloce da farmi arrivare i piedi dietro la testa.

La musica è assordante e non me la sto godendo come al solito. Il nervoso mi fa stare sugli attenti con gli occhi spiritati di chi ha paura di vedere un fantasma. Sam ci invita ad andare sul retro dove si trova la band, ma non mi va di vedere Jamie se c'è l'eventualità di incontrare Cassandra o Noah con la sua ragazza. Quindi si intrattiene con noi a ballare per non lasciarci sole.

Ginnie e io, mettiamo in scena il nostro piccolo spettacolo con la mini coreografia che abbiamo ideato insieme per gioco. Sam se la ride a crepapelle e intanto, intorno a noi, si è formato un piccolo cerchio che ci incita, ma un po' per l'euforia del paio di cocktail che ho ingurgitato senza rendermene conto e un po' perché non voglio rovinarmi la serata a riflettere troppo, continuo a ballare. A noi si uniscono altre persone e in poco tempo mi sembra di essere in uno dei film "Step up", in cui l'unica cosa che conta è danzare.

Mi sento leggera come una piuma e sono felice di essere qui con i miei due migliori amici. Forse mi lascio troppo influenzare dalla parte emotiva di me, che si allarma perché Noah lo stronzo e sotto il mio stesso tetto.

E come succede spesso quando pensi a qualcuno e compare come per magia, Noah tra la folla è spuntato dal nulla e sta guardando proprio me, con quel ghigno compiaciuto sulle labbra. Quando i nostri occhi si incastrano, il suo sorriso si allarga e con uno strattone stringe a sé la sua ragazza. E con ancora lo sguardo fisso su di me la bacia. Un bacio passionale, intenso, pieno di trasporto che mi fa tornare con la mente alla sera del mio compleanno e a quando ha baciato me in quel modo. Il mio cuore manca parecchi battiti e il mio corpo si ferma contro la mia volontà.

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