Il precedente incontro era stato scioccante,ancora troppe cose da elaborare,ma stare con Toriel rendeva il nostro protagonista molto calmo,il suo modo di fare al quanto materno rendeva il tutto più leggero,nella lunga camminata verso la casa di Toriel,ella mostrava ogni angolo delle rovine,il posto era immenso anche se malandato,spesso si potevano intravedere solo pareti e ragnatele con affianco cartelli con su scritto "Pasticceria dei Ragni,Donate per i poveri ragnetti senza più ragnatele",e alle quali il ragazzo spesso lasciava piccole monetine che venivano raccolte da piccoli ragnetti.
Le rovine erano inoltre disseminate da tanti enigmi,ai quali Toriel sapeva stranamente già la risposta,come se questa non fosse la prima volta che venisse qui.Ad un certo punto si iniziò ad intravedere la casa,non era molto grande ma sembrava accogliente,e proprio davanti ad essa sorgeva un imponente albero nero al quale crescevano numerosi fiori gialli ai piedi,alla vista dei fiori Frisk sentì un brivido lungo la schiena,era difficile dimenticare ciò che era successo.Mentre furono sul ciglio di entrare Toriel si fermò e si mise a parlare:"Carina,no?...Certo è un po piccola ma sono sicura che ti sembrerà molto accogliente",appena finito di pronunciare tali parole,prese dolcemente il ragazzo per la mano e lo portò a visitare la cucina e la sua stanza,divise da un corridoio sul quale stranamente vi era presente una scala sbarrata,alla quale però non ci fece molto caso,arrivando così alla stanza:Era modesta,aveva un letto,un armadio ed una scrivania con un mazzo di fiori gialli e tanti pupazzi,sembrava che lì ci fosse stato già qualcuno,c'erano infatti vari disegni firmati "Asriel",ma comunque il suo pensare fu interrotto dal ding del forno,la torta era pronta e Frisk si recò in fretta verso la cucina,una volta arrivato Toriel era lì con la torta fra le mani pronta a servirla al ragazzino.
Una volta mangiata,Toriel si mise sulla poltrona a leggere un libro e chiese a Frisk di recarsi nella sua stanza a dormire,ma Frisk era un po stufo oramai,e cosi chiese all' mostro:"Come faccio a tornare a casa?",alla domanda Toriel cambiò rapidamente espressione,mostrando un aria preoccupata:"Ehm...oh ti piace questo libro?Si chiama "24 cose che non sai sulle lumache"!".Il ragazzo ripropose la domanda e Toriel sembrò ancora più preoccupata:"Ehm....qui dice che una lumaca cerca un guscio più grande quando perde quello vecchio,non è fanastico?",iniziava a balbettare e cercava mille scuse,ma il bambino rimaneva deciso nel sapere la risposta,e allora Toriel si alzò dicendo al ragazzo di aspettarla lì.
Il bambino non era fiducioso e seguì Toriel che scendette dalle scale blindate,le scale portavano ad un ulteriore corridoio,più lungo e stretto:"Non dovresti essere qui,torna in camera tua!",il suo tono si fece feroce ed autoritario,ma il ragazzo rimase DETERMINATO e continuò a seguire il mostro che continuò a parlare:"Tu non capisci,ora vattene non puoi fermarmi,c'è solo un modo per uscire dalle rovine ed è oltre quella porta lì in fondo,ed io intendo distruggerla,ti prego non cercare di fermarmi.",ma Frisk continuò a seguire Toriel che giunse davanti alla porta,e appena capì di essere seguita ancora dal ragazzo,si girò e cadde in un lieve pianto:"Tu non puoi capirmi,io ti sembrerò pazza ma lo sto facendo per te!Non sei il primo umano che viene qui,li ho accuditi,li ho curati,ma loro volevano andarsene ed io come una stupida li lasciai andare...loro arrivano...loro partono...loro muoiono,il re è crudele con gli umani,li uccide e ruba le loro anime...ti prego,non voglio farti del male,adesso però vattene e lasciami distruggere la porta!",Toriel continuò a piangere,ma Frisk non demordeva,voleva tornare a casa,ma al suo rifiuto,Toriel cambiò totalmente espressione:"Allora è cosi...huh?Ok ho capito...tu vuoi andartene nonostante i pericoli che tu nemmeno immagini,allora provami...prova a te stesso che tu sia abbastanza forte per SOPRAVVIVERE!",all'improvviso da sotto la gonna di Toriel uscirono lingue di fuoco che in un attimo pervasero tutto il terreno,nelle sue mani si generarono due palle di fuoco,sul suo viso si asciugarono tutte le lacrime,e Frisk si ritrovò contro un nuovo nemico,colei che sembrava gli esprimesse protezione,ora era lì contro di lui.
Nei suoi attacchi però c'era qualcosa che non andava,nonostante Frisk era lento nello schivarli,essi non lo colpivano,era come se qualcosa dentro Toriel le impedisse di fargli del male,ma dopo numerose palle da fuoco lanciate,una colpì Frisk in pieno,sentì in forte dolore e alla vista del ragazzo dolorante Toriel smise di attaccare,ma Frisk si rialzò,un colpo del genere avrebbe ucciso chiunque,ma lui era ancora lì.
Toriel a quel punto capì che non poteva rischiare di far del male a Frisk e con rammarico disse:"Ti prego vattene...non voglio farti del male,insieme potremmo vivere felici,abbiamo una casa,torte a volontà,libri sulle lumache...ti prego non fare come gli altri!",ma Frisk era deciso nel voler tornare a casa e Toriel non potette far altro che rinunciare,si era troppo affezionata a lui,fargli del male non era nella sua natura e col cuore a pezzi esclamò:"Non posso fare niente,non sono capace di difendere un singolo bambino,sono inuti...",non riuscendo a vederla stare così male Frisk le si avvicinò e le diede un grosso abbraccio,nonostante tutto lei era stata gentile,l'aveva difeso,nutrito,e tutto ciò che poteva fare per lei era disciogliersi in un caldo abbraccio,al quale il mostro ricambio con una lacrima al viso ed un sorriso:"Solo una cosa...ti prego resta vivo,fallo per me!",il bambino annuì e l'abbraccio si sciolse,mentre Toriel pian piano si allontanava.
Frisk era lì,davanti a lui la porta,dietro di lui il mostro più "umano" che avesse mai conosciuto,e senza indugio entrò nella grossa porta con sopra un grande cartello con su scritto "Snowdin"
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Undertale: La Storia di Frisk
FantasiC'era una volta un mondo,in cui vivevano due razze opposte UMANI e MOSTRI. Gli umani erano esseri con una forte anima, superiore a quella di ogni mostro I mostri erano esseri con una possente forma fisica, ma la loro anima era molto debole. Si dice...