13 GENNAIO 2017, ore 19:55

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Per un attimo, voglio concentrarmi sulla possibilità che Lisa sia davvero Dio e che davvero abbia la possibilità di estinguere la razza umana da questo Pianeta. Riuscirei ad essere imparziale? Riuscirei a svolgere il mio lavoro al meglio delle mie capacità o mi lascerei guidare dal cuore? La domanda più affascinante, per me, però, è un'altra. Nel caso in cui il cuore avesse la meglio e io decidessi di credere a Lisa e, per questo, di essere parziale, che tipo di scelta la aiuterei a prendere? Avere sotto un dito il pulsante che ti permette di annichilire il mondo è un'idea che può generare pensieri strani. Che cosa farei? La risposta più ovvia è: salverei il mondo. Ma sarebbe la cosa giusta da fare? Ce la meritiamo, un'altra possibilità o siamo proprio una causa persa?

Con Lisa ho appuntamento domani, per colazione, in ufficio da lei. Dopo la sfuriata che ha fatto a quel tale Uriel mi ha liquidato, dicendo che aveva altri impegni. Immagino che provvederà a procacciarmi la miglior colazione del mondo. Ora devo decidere che cosa fare. Mi infilo in bocca una manciata di anacardi (naturali, grossi, dolcissimi) e inizio a scarabocchiare appunti. Partirò dagli obiettivi ben formati? Inizierò a destrutturare convinzioni con le mie strabilianti magie linguistiche? Faccio fatica a concentrarmi, quando bussano alla porta.

MI alzo e, masticando anacardi (se saltasse fuori che Lisa è davvero Dio, dovrò ricordarmi di ringraziarla per averli inventati) e apro la porta senza pensare. A quest'ora può essere soltanto il mio vicino di casa, che di tanto in tanto viene a trovarmi con qualche richiesta di poco conto, dalla carta per la stampante alle indicazioni su dove mangiare vegano. Ho il sospetto che voglia attaccare bottone e creare una relazione di buon vicinato con me. E ho la certezza che tale desiderio resterà insoddisfatto a lungo.

Invece no. Non faccio in tempo ad aprire la porta che lui è già dentro. Vaniglia, penso. Prima di qualsiasi cosa, sento vaniglia e capisco che questa visita ha a che fare con Lisa. Il cervello, quando si tratta di odori, è strabiliante: processa le informazioni a velocità incredibile e si aggancia emotivamente a ricordi anche lontanissimi. Memoria olfattiva, la chiamano. Un po' come quando al supermercato senti profumo di cotone e compri più detersivo di quel che avevi pensato di comprare, senza sapere perché, visto che non te ne serviva poi così tanto. Dopo il profumo e dopo il pensiero "Lisa", riesco a metterlo a fuoco. Gigantesco, anche lui. Un altro vichingo, penso. Lisa se li sceglie davvero possenti, i suoi collaboratori, penso. E poi: che cazzo ci fa nel mio ufficio?

"Mi chiamo Raphael, sono un collaboratore di Lisa.", mi dice dirigendosi verso la mia scrivania. Il che non è esattamente il modo migliore di iniziare una relazione con me. Si siede e fissa la mia poltrona, che è vuota visto che io sono ancora in piedi davanti alla porta. La chiudo e lo raggiungo. Nessun sorriso, non ho la minima voglia di sembrare conciliante o gentile. Mi siedo e lo guardo. Il fatto che io sappia creare relazioni con chiunque in nessun modo implica che io voglia farlo sempre. Decido io con chi comunicare, decido io quando essere gentile e quando no. La mia filosofia è che se tu hai un unico modo di reagire di fronte ai comportamenti di altre persone, allora sei povero. Se, invece, hai più opzioni, allora sei libero. Quindi, potrei essere gentile e metterlo a suo agio. Non lo farò.

"Dica", esordisco facendo il possibile per apparire antipatico (non mi ci vuole moltissimo, in effetti).

"So che Lisa l'ha assunta per aiutarla a prendere una scelta importante", mi dice lui senza sembrare turbato dal mio approccio poco gentile. Anzi, pare che la cosa non lo sfiori nemmeno. È un gigante, per la miseria: lineamenti durissimi, occhi freddi, velo di barba su una mascella che neanche il povero Ridge dopo aver copulato con tutte le donne di Beautiful, parenti comprese. Nemmeno io, comunque, mi lascio impressionare facilmente.

"La questione per cui mi ha assunto Lisa è riservata. Perché è venuto da me?"

"Conosco molto bene il motivo per cui ti ha assunto" (è passato a darmi del "tu" senza chiederlo e, mentre lo fa, la mia vena giugulare inizia a pulsare con maggior intensità).

IL COACH DI DIO [storia completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora