15 GENNAIO (forse), orario imprecisato

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"Ciao, io sono Bethany."

"E io sono Arael."

Sento le voci, poi il buio inizia a dissolversi in qualcosa di più luminoso, almeno così sembra, visto che ho gli occhi socchiusi e un forte senso di nausea. Richiudo gli occhi. Mi concentro sul corpo, una parte alla volta. Capisco di essere steso su qualcosa di morbido. Un letto, forse.

"Respira con calma", dice la prima voce (Bethany?), "mia sorella Arael ha il dono della guarigione e ti aiuterà a riprendere i sensi."

Guarigione? Riprendere i sensi? All'improvviso, il ricordo della riunione diventa palese. Apro gli occhi e mi metto a sedere, trovandomi di fronte due fra i più bei volti che io abbia mai visto. Forse, dopo tutto, troverò la forza per alzarmi. Mi metto seduto e il mondo gira velocemente intorno a me. Se non fossi in presenza di due creature angeliche di tale pregevole fattura, probabilmente mi butterei per terra a piangere e vomitare.

"Leonard", dice la voce dell'uomo più carismatico di tutti i mondi.

Per miracolo, tutto si placa e la vita riprende a scorrere in versione più o meno normale. Uno dei due angeli ritira le mani che aveva steso verso di me e a questo punto deduco che sia Arael, colei che guarisce. Le riesce bene. Appoggio i piedi per terra e prendo il bicchiere d'acqua che mi sta porgendo Lucifer.

"Che è successo?", chiedo muovendo velocemente gli occhi fra i tre personaggi presenti nella stanza.

"È successo", dice lui, "che sua Maestà ha perso le staffe quando l'hai pilotata con le tue domande. E, per un attimo, è emersa una parte di lei che è meglio tu non veda mai più. È intervenuto Gabriel a fermarla, altrimenti a quest'ora saresti altrove. È uno dei pochi che ci riesce. A parte me, naturalmente. Poi, Lisa è sparita e i due angeli qui presenti ti hanno portato nel mio appartamento. Ed eccoci qui."

"Avevo capito che lei non si poteva avvicinare a Lisa", replico a Lucifer.

"È così. Ma il divieto vale solo per lei. Posso interagire con le creature angeliche", dice e poi, con un sorriso indirizzato a Arael, "ed è anche alquanto gradevole, per inciso."

Affascinante. Lucifero in persona che se la fa con il coro degli angeli. A questo punto, penso di essere in un film.

"Nessun film", dice Bethany e a me saltano i cinque minuti alla velocità del vento, perché non sopporto questa cosa che qualcuno possa scoprire quello che penso. Ci ho lavorato tutta la vita, per essere imperscrutabile.

"Avete rotto il cazzo, adesso", dico alzandomi.

Le bamboline fanno un passo indietro. Ops. Il coach dice le parolacce.

Lucifer resta fermo davanti a me. Guarda e sorride, come sempre.

"Mi avete davvero rotto le palle, con questi giochini e i misteri e Dio e gli angeli e tutte le stronzate della lettura del pensiero. Non riesco a capire che razza di scherzo sia questo, ma è finito. Vi siete divertiti abbastanza. Domani mattina farò stornare il bonifico che ho ricevuto e dirò al vostro capo che i suoi soldi può infilarseli dove sa lei e che può usarli per farsi un guardaroba decente e una ceretta sotto il naso. Cristo!"

E gli angeli fanno ancora un passo indietro. Ops. Il coach nomina anche il nome di Dio invano.

"Leonard, lei non può restituire i soldi e non può declinare l'invito. Ha fatto un patto con Lisa", mi blandisce Lucifer.
"Me ne fotto. Mi faccia causa."

"Io temo che si tratti di qualcosa di diverso dal fare una causa, Leonard. Mancare a un impegno con Lisa significa avere il destino segnato, nel luogo da cui provengo. E, glielo assicuro, è l'ultima cosa che desidera. Mi creda. Lasci stare."

IL COACH DI DIO [storia completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora