14 GENNAIO 2017, ore 09:00

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Sarà un gran giorno, oggi: stamattina inizierò il lavoro con Lisa e a pranzo mi vedrò con Lucifer, salvo ulteriori incontri pseudo angelici dell'ultimo minuto. Per la mia mente curiosa che rifugge la noia della routine, si tratta di manna dal cielo (è il caso di dirlo, a quanto pare).

Quando entro nell'ufficio di Lisa, lei è sola, già seduta alla scrivania. Davanti la poltrona riservata a me, un sacchetto di Pret A Manger e un gran bicchiere di caffè fumante, sento l'aroma dalla soglia.

"Buongiorno, Lisa", dico sedendomi senza troppi convenevoli.

"Buongiorno, Leonard. Le ho preparato qualcosa da mangiare."

"Ottimo, lei è davvero molto gentile", rispondo (ringraziare senza dire grazie, come sempre).

Scarto il pacchetto, mi infilo in bocca il mio panino integrale (cosa darei per un paio di noci), prendo dallo zaino il mio quaderno e l'astuccio.

"Iniziamo, Lisa. Io scriverò alcune cose, per tenere traccia di quel che ci diciamo."

"A che ora si incontra con Lucifer, oggi?"

Ci sono poche cose al mondo che non sopporto e una di queste è essere colto alla sprovvista. Negli ultimi due giorni sta capitando spesso. Prima, il vichingo che mi legge nel pensiero, ora lei che sa in anticipo quello che devo fare. Per una persona ossessionata dal controllo, direi che non è niente male. Non sopporto che la gente possa scoprire le mie carte. E lei lo fa ogni minuto.

"Vi siete sentiti? Gliene avrei parlato tra poco, per chiarezza."
"No. Lo so."

Ci metto un attimo a agganciare le risposte alle domande.

"E allora come fa a saperlo, Lisa?"
"Decida lei come faccio a saperlo. Io so tutto, prima durante e dopo. Il che, mi creda, è una questione che a volte mi dà una noia incredibile. Ma lei non crede né in Dio né in queste cose, Leonard, quindi decida lei."

I miei tre cervelli si mettono al lavoro. Il cervello rettile, quello legato all'istinto primordiale, guarda Lisa e pensa che la cosa migliore da fare sarebbe scappare lontano da Camden Town, lontano da Londra, lontano da qualsiasi posto in cui possa esserci anche solo odore di vaniglia. Ha paura, e sta producendo adrenalina, come se potessi sentirla scorrere nel sangue. Il motivo per cui il mio cervello rettile ha paura mi è al momento ignoto (se lo sapessi, del resto, non sarebbe materia del rettile e non potremmo chiamarlo istinto). Di solito, abbiamo paura di quel che desideriamo di più, o di quel che potremmo essere se solo non temessimo di tradire le basse aspettative di chi ci ha accompagnato durante il viaggio. Il cervello limbico, invece, vuole restare, perché lui ama le storie e ama più di qualsiasi altra cosa potersi appassionare. Romantico, lui. Vuole sapere chi è Lisa e perché sembra così determinata a distruggere il mondo. E vuole sapere chi è Lucifer, e perché è così terribilmente fico. E vuole sapere come ha fatto il vichingo a sapere quello che pensavo. Solo a immaginare la risposta a tutte queste domande, il cervello limbico si eccita e mi promette che, se gli fornisco queste risposte, rilascerà così tanta ossitocina e così tanto glutammato che mi verrà voglia di abbracciare il primo cucciolo che incontro per la strada. Ipotesi risibile al momento ma non si sa mai: con sufficienti dosi di ossitocina in corpo, le donne parlano con i cani scambiandoli per esseri umani. Io potrei persino abbracciarne uno.

E poi c'è il ragazzino scemo, la neocorteccia, quella che fa i conti approssimativi, quella che valuta il vino più buono se costa caro, quella che prende cantonate dieci volte al giorno e al quale, nonostante tutto, noi esseri umani ci appelliamo sempre. Usa la ragione, ci dicono. Come se fosse possibile. La neocorteccia io la amo e la odio: ci faccio un sacco di conti e, se adeguatamente addestrata, può dare grandi soddisfazioni. Ma è sempre pronta a commettere errori e, purtroppo, fa il possibile per dimostrare di aver ragione. Come quando sai che non dovresti richiamare quel ragazzo che non si è presentato all'appuntamento (cervello rettile), ma inizi a pensare cosa potrebbe essere successo (cervello limbico) e alla fine ti convinci che sicuramente non è venuto all'appuntamento per qualche ragione. Del resto, sei talmente splendida che la sola idea che a lui, di te, frega un cazzo, contrasta con tutto quello che sogni sul mondo (neocorteccia). Vero?

IL COACH DI DIO [storia completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora