Prologo

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Tutte le anime degli uomini sono immortali,

ma le anime dei giusti

sono immortali e divine.

Socrate













Gli scienziati studiano nell'oscurità, nel segreto. Ipotizzano. Era quello che stava facendo la dottoressa Ava Paige, e il suo braccio destro Janson attendeva impaziente l'esito di quella nuova simulazione.

Un laboratorio sotterraneo lungo chilometri e chilometri si stendeva sotto il suolo di Middleton, città degli Stati Uniti d'America, situata in Wisconsin, nella contea di Dane.

Era lì che la dottoressa aveva rilegato i suoi studi scientifici, le sue supposizioni riguardo a esseri umani meravigliosi: capaci di rimanere illesi a virus mortali, uscenti da intere catastrofi,  salvi, con solo qualche graffio.

Sin da sempre,  la dottoressa aveva confidato in quell'idea,  e la prova di quell'assurda teoria (reputata così dal congresso degli scienziati della W.I.C.K.E.D) si era concretata esattamente dieci anni fa, quando un virus mortale,  colpendo l'intero mondo e struggendo l'intera razza umana, aveva risparmiato solo poche persone.

I superstiti furono per lo più bambini, e la donna assieme alla sua équipe si assicurò di prenderli tutti. Li avrebbe studiati per capire cosa avessero di speciale, e non le sarebbe importato quanto tempo avrebbe impiegato «Anche tutta la vita se necessario»aveva detto alla conferenza, dove tutti stavolta si erano congratulati per il suo intuito e i continui successi.

I bambini erano definiti "piccoli prodigi", la loro memoria veniva manomessa dalla Wicked,  che con  strani cip installati all'interno della loro testa rimuoveva la maggior parte dei ricordi, rimembrando a malapena il nome. Altra cosa che poteva paragonarli a topi da laboratorio era l'essere suddivisi in gruppi in base al sesso: A quello maschile e B quello femminile, riconoscendoli con dei numeri.

Sedati, venivano messi in capsule tecnologiche funzionanti attraverso un'interfaccia mentale. Il ragazzo poteva trasferirvi il corpo e la sua coscienza. Era una sorta di sdoppiamento: una  parte dormiva in laboratorio e l'altra, nella simulazione, era sveglia. La prima prova aveva riguardato il labirinto, dove già alcuni non ce l'avevano fatta come Alby e Ben. La seconda era stata la zona bruciata, e anche qui,  non tutti erano riusciti ad arrivare al compimento della missione. La terza...l'eruzione,  si predisponeva ancora più complicata delle precedenti.















Paige storse il naso,  irrigidì la mascella, e strinse i pugni vedendo un "FAILED" sul monitor vitale(quello che ogni capsula aveva di fianco, mostrando i battiti cardiaci del soggetto). Come gesto di rabbia colpì la scrivania larga e bianca che aveva dinanzi e, prendendo il microfono, avvisò i suoi sostenitori di interrompere la prova per A5.

Ci furono attimi di silenzio. Si guardava intorno con uno sguardo che non aveva mai avuto,  notò Janson, non aveva mai visto quegli occhi spaesati sul volto della sua superiore, donna sempre decisa e imperturbabile. Brutto presagio.

«Quindi... è stato Thomas?» furono le uniche parole che proferì in un soffio,  a bassa voce. Fissava atterrita il video che le aveva appena mostrato il suo braccio destro. Era raro che la cancelliera proferisse il nome di un suo "topo da laboratorio", solitamente si limitava a dire i loro numeri,  nel caso del ragazzo appena nominato era il due. 

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