Primo Capitolo

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Now it's time, I realised
It's spinning back around now
on this road I'm crawling
Save me 'cause I'm falling

Runnin' ADAM LAMBERT









Qualche anno dopo...

Thomas se ne stava seduto sulla spiaggia con le gambe premute contro il petto, gli occhi leggermente chiusi, respirando l'aria del mare. 

Aveva sempre amato guardare i continui cambiamenti di quella lastra indefinita di un blu intenso. Gli trasmetteva un senso di pace, di benessere interiore.

Certo, aveva anche altri hobby oltre a contemplare la natura che lo circondava -che capitava di rado, poiché sempre indaffarato- ma cavalcava le onde, correva, e giacché era un po' impossibile fare entrambe cose in contemporanea, con la giusta attenzione, dedicava tempo a entrambe attività.

Per di più era all'ultimo anno della High school della sua città, strano ma vero. Ricordò a malapena il primo giorno di scuola, i ragazzi gli avevano riservato occhiate strane, non ne sapeva il motivo. Lo reputavano fuori moda, diverso? Beh come tutti aveva un cervello, due occhi, due braccia, due gambe eppure per certi versi si sentiva davvero diverso.

Per quanto fosse assurdo ammetterlo, si sentiva estraneo alla sua stessa vita. Gli capitava spesso la sera di chiudersi in bagno fermandosi a  osservare la sua immagine allo specchio. Quasi come se si facesse una radiografia, trovava strano quel "suo" modo di guardarsi, come se quel volto o quella voce non appartenessero a lui.

Si sentiva uno sconosciuto a se stesso.

Inizialmente non aveva dato importanza a quel disagio ma più non ne parlava, più cresceva in se stesso la paura di essere affetto da qualche disturbo psichico.

A distoglierlo da quei malinconici pensieri furono schiamazzi di qualche gruppo che era appena sceso in spiaggia, probabilmente per vedere la gara, di cui lui assieme al suo sfidante sarebbe stato protagonista.

Ancora non poteva credere di essersi fatto convincere da Brenda, la sua amica tutta pepe, e beh ... aveva calcato la mano anche Aris, un tipo introverso ma che da subito aveva notato la familiarità che Thomas aveva con l'acqua.

Era successo tutto velocemente. Erano a scuola quando il ragazzo concedendosi istanti di pazzia si immerse furtivamente nella piscina della palestra; quelli che a lui parvero solo pochi secondi, al cronometro di Aris furono sette. Sette minuti.

Stupiti da ciò, cominciarono a incontrarsi spesso, e muniti di cronometro, calcolavano il tempo per vedere se quella volta da sette minuti fosse stata soltanto una casualità, ma non fu così; i minuti da sette passarono a dieci fino ad arrivare al record di quindici.

Un numero impossibile.

Aris a quel punto sgranò gli occhi, e abbandonato ogni piccolo pezzettino di timidezza, esclamò:«Ma è umanamente impossibile!Ci sono modelle in topless?Se si amico, dimmi come fai. Sembra che respiri sott'acqua!»

No, lì sotto non respirava ma la sensazione di essere a qualche metro lontano dagli altri, di non sentire il rumore dei pensieri, lo faceva sentire al sicuro.

Aveva giurato che fosse la sensazione migliore che avesse provato da quando era nato.

Si grattò le ginocchia e voltò lo sguardo per guardarsi intorno.

Era come aveva immaginato, il gruppo di cui aveva sentito gli schiamazzi poco prima era il "team" di Winston, il suo rivale; solo perché si contendevano la vittoria, e in seguito il libero accesso in un prestigioso istituto, dove solo uno dei due avrebbe approfondito le conoscenze sportive a livelli agonistici.

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