Quinto Capitolo

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N.B:Carissimi lettori mi scuso per il ritardo, ma è stato un periodo un po' così. Questo capitolo più che gli altri non rispetta le caratteristiche dei personaggi di TMR, se vi stava simpatico Alby non credo che qui avverrà lo stesso. Non mi ha mai detto nulla come personaggio e, anche se salvasse l'intero pianeta, non credo cambierebbe qualcosa.Ci vediamo giù!


Come to me in the night hours

I will wait for you

And I can 't sleep 

'Cause thoughts devour 

thoughts of you consume...

War of hearts 









Thomas quella sera non riuscì a chiudere occhio.

Era sdraiato su quel letto grande e comodo, ma la testa aveva troppi pensieri per concedersi un riposo.

Le aveva provate tutte ma per una giornata come quella, scorsa troppo velocemente, era impossibile cestinarla come se niente fosse; con i pensieri ne ricalcò tutti i momenti e fu meravigliato come in ogni stacco ci fosse sempre quel giovane -probabilmente suo coetaneo- dalla chioma dorata.

Pensò che in una sola giornata aveva rischiato svariate volte di sfiorare la morte -o rompersi una gamba- ma un angelo dall'aria dannata lo aveva salvato.

Provò a tornare indietro con i pensieri, a eliminare dalla mente almeno per un po' quel ragazzo di cui il nome restava un mistero, aggrappandosi a quei pochi ricordi che aveva di Denver.

Si stupì constatando che anche un amico taciturno come Aris poteva mancare così pure l'insopportabile vivacità  di Brenda che lo sfiancava sette giorni su sette, ma che comunque gli rendeva la giornata priva di umorismo, noiosa. Non che in quella appena trascorsa poteva trovarci qualcosa di piatto, giacché aveva sfrecciato a destra e manca in un posto nuovo.

Si tirò a sedere sul letto, rivolgendo un'occhiata di circospezione a quella stanza che- momentaneamente- sconosciuta, sarebbe diventata "sua". 

Gli piaceva. Gli spazi vuoti erano ben coperti da mobili utili.Arredata in modo sobrio,  il mobilio sembrava fatto proprio su misura. C'era poco ma l'essenziale.

Certo, l'idea di restare lì non gli andava per niente a genio, ma in fondo... lì dov'era?

Doveva davvero credere di trovarsi ad Atlantide, e che prima aveva conversato con il semidio dell'amore? Beh, Chuck gli aveva dimostrato di essere in grado di far infatuare un uomo scagliando una freccia, e con la mira che si ritrovava, era anche semplice intuire l'esistenza di coppie impossibili che vediamo tutti i giorni. Ciò per quanto inusuale, aveva dato una risposta ai dubbi che non solo aveva Thomas ma l'intera umanità: il discendente di Eros non aveva assolutamente una bella mira.

Accennò un ghigno pensandoci su. Chissà forse quella gente dai costumi strani e dai modi altrettanto bizzarri non era tanto male.Gli era sempre stato detto « mai giudicare un libro dalla copertina .» ma dimenticava chi gli  aveva dispensato quella perla di saggezza.

Erano tante le persone che aveva incontrato il primo giorno: il vecchio Zedd, quei tre che ridevano e di cui gli erano stati detti anche i nomi ma che ricordava soltanto Chuck, quella ragazza di nome Teresa che somigliava tanto a Xena-una guerriera di una serie tv che guardava da piccolo- e quel biondo, che sebbene  il nome non l'aveva voluto rivelare, occupava costantemente i suoi pensieri.

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