Settimo Capitolo

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Spazio Autrice: Questo capitolo è 6804 parole, ne ho scritti di più lunghi ma anche più corti, spero non sia una noia...Le leggende che troverete hanno fatto la storia della Grecia, quindi ne saprete anche di più. Ho tagliato molte parti,  descrizioni, sperando di non annoiarvi, alcune cose ho dovuto scriverle per forza,  altrimenti in seguito alcuni momenti dolciosi non avrebbero avuto senso. Questa è una Newtmas ma deve avere anche una trama ben piantata, altrimenti facevo una PWP one shot.  Non trovate? Beh...detto tutto ci sentiamo giù!

A fallen angel, in the dark

never thought you'd fall so far

Fallen angel, close your eyes

I won't let you fall tonight

Fallen Angel


Non era successo nulla, e allora perché si sentiva in colpa? Aveva parlato con il biondo, non era antipatico come gli era apparso, ma per essersi alzato con la velocità di uno che scappava via da una tarantola nel bel mezzo di una conversazione, doveva aver qualche disturbo di vulnerabilità. Ci pensò un attimo:no, il collante poteva sembrargli uno fuori dal comune ma era sano di mente, lo sapeva e si vedeva.

Provò a calcare i brevi attimi trascorsi insieme, non pareva che fosse andato qualcosa storto, si era soltanto alzato di tutta fretta quando Thomas aveva detto il suo nome. Che fosse quello il problema? Un'ipotesi da prendere in considerazione sebbene priva di senso.

"Qualcuno può esserti antipatico per il nome che ha?"

Era probabile sebbene assurdo, in fondo il biondo nonostante fosse a conoscenza del suo vero nome, aveva continuato a chiamarlo "pivello" senza neanche rivelargli il suo. Sbuffò, mentre con le dita tamburellava sulle ginocchia coperte dalla lunga toga.

Silenziosamente si ripeté che avrebbe dovuto smetterla di dar conto a quel ragazzo, forse la cruda verità si limitava ad un'antipatia che il discendente di Apollo provava nei suoi confronti. Non c'era bisogno di tanti pensieri e pippe mentali.

"Ma se fosse stato così, perché farmi bere dalla sua brocca?"

Fu in quell'attimo che pensò al gesto. Non ci aveva dato peso, ma era qualcosa di molto intimo per due che si conoscevano da un giorno. Era stato un miscuglio di salive che Thomas non aveva mai permesso a nessuno prima d'allora, e con quello era avvenuto tutto in maniera fluida, senza alcuna esitazione. Stava diventando un altro Thomas, e non era convinto che gli sarebbe piaciuto il nuovo se stesso.

"Sono tutti strani, hanno modi bizzarri, perché essere pignolo sui loro comportamenti? Chuck è mangione e fissato con l'amore, quello che si chiama Alby si crede un Dio, il collante è molto riservato, Gally è troppo violento, l'asiatico... un tipo ubriaco da non classificare neanche."

Accantonò i pensieri, non poteva farne un dramma ogni volta. Abbassò lo sguardo sulla scritta, che marchiata sulla pelle, pulsava come se fosse un secondo cuore:Newt.

Un nome che non aveva mai sentito e che si sforzava di credere che appartenesse a una ragazza.

Lui era etero, la sua anima gemella non poteva essere un uomo. Sicuramente qualcuno lo stava prendendo in giro e se avesse scoperto la sua identità, non avrebbe risparmiato a mostrare la sua ira.

Circuì il polso sinistro con la mano destra, intento a coprire il nome. Si alzò, e in un gesto fugace, afferrò la pietra nera, nascondendola in una sottospecie di taschino che la toga aveva lungo i fianchi. Si girò intorno, accertandosi che nessuno l'avesse visto.

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