Terzo Capitolo

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I'd never dreamed  that 

 I'd meet somebody like you

And I'd never  dreamed 

that I'd lose somebody like you

No I don't wanna fall in love

with you...

WICKED GAME










Dopo essere sfuggiti a chiunque fosse sulle tracce di Thomas, Newt lo aveva aiutato, conducendolo alla sua dimora: il famoso monte dell'Olimpo.

Sin dal primo momento che Thomas aveva posato gli occhi su quell'alta montagna, l'aveva assoggettata a una calamita che lo chiamasse a sè,  come poli opposti che si scontrano e urtano.

Affannato, provava a contare gli scalini fatti, sembrava volerci una vita.

«Che idea geniale ...» proferì col fiatone, anche stavolta il cervello non aveva agito in tempo per frenare la bocca.

Il biondo, che stava qualche scalino più su, si voltò incuriosito dalle parole dell'altro. Alzò un sopracciglio guardandolo, e quasi gli scappò una risata vedendo le sue condizioni; sembrava atletico ma stava morendo per aver salito quaranta scalini.

«Cosa? » domandò incrociando le braccia, aspettando che il moro lo raggiungesse.

«Queste scale sono infinite ... -con la mano si asciugò il sudore dalla fronte, stremato- nessuno penserebbe di derubarti.» proferì costatando che fosse un'impresa peggiore che scalare una montagna a mani nude.

Newt accennò un'espressione fintamente pensierosa riportando lo sguardo all'insù, dove tanti altri gradini li attendevano.

«Nessuno penserebbe di derubare qui a prescindere dalle scale.» disse netto, poi guardando in avanti riprese a camminare.

«Sei un cavaliere oscuro, qualche scagnozzo, signorotto del posto? » domandò a raffica senza ironia, piegandosi in avanti e portando le mani sulle ginocchia, estenuato.

Respirava a fatica, e la sicurezza di "non farcela" aumentava in modo direttamente proporzionale alle occhiate che rivolgeva alle scale che ancora doveva superare.

«Sono tutto e niente, come tutti gli altri.» enunciò umile, proseguendo.

«È una bella frase. » elogió Thomas restando a bocca aperta, era profonda e piena di significato. Lo aveva stupito, ma dopotutto... era ciò che aveva fatto dal primo istante che si erano incontrati.

«Sono, ho o faccio qualcosa di brutto?» fece domanda il biondo in modo ironico non accennando a fermarsi.

«No.» rispose sicuro Thomas, si morse la guancia pentendosi di non aver esitato anzi, era stato determinato come non mai.

Era meravigliato di quel suo atteggiamento, e anche Newt gli aveva lanciato uno sguardo interessato, per poi sorridere quasi come se volesse schernirlo.

In un certo senso gli aveva detto che era perfetto, privo di difetti.

Il moro indugiò per cambiare argomento, aveva fatto una gaffe, una di quelle da seppellire la testa sotto terra come gli struzzi. Gli stava antipatico e poi lo lusingava?

Beh, forse la sua era una tattica sconosciuta al suo stesso cervello.

Cercò di ricomporsi, provando ad assumere un po' più di dignità e a non sottomettersi a quegli occhi color miele, che ogni volta che gli si puntavano addosso gli facevano andare la pelle a fuoco.

Figli Dell'Olimpo|Newtmas|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora