Walls

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Giugno 2017

GRACE'S P.O.V

Le cornici che mi ha regalato Candy sono sempre qui, nella nostra camera da letto che, nonostante l'ampliamento, è rimasta la stessa. Sono gli stessi anche i sorrisi dei miei amici, racchiusi in queste cornici colorate che hanno molto più significato di quanto si possa pensare.

Nell'ultimo periodo mi sono trovata ad osservarle spesso. Sono il mio promemoria, il mio attimo di pace dallo stress e dalle preoccupazioni. Non dovrei averne, Harry dice che sono infondate, ma non riesco a pensarla come lui. Non riesco a vedermi con i suoi occhi, ad accettare il mio nuovo aspetto. Non riesco a non lavorare, non riesco a sentirmi inutile... non ci riesco.

Sospiro, sedendomi sul letto. Mancano poco più di due mesi al termine della gravidanza e non so in che condizioni ci arriverò. Sono enorme. Davvero enorme e non so più cosa indossare. Milioni di donne incinte riescono a mantenere dimensioni normali, ingrassando solo in punti specifici o, nei migliori dei casi, crescono solo sulla pancia, ma questo ovviamente non è il mio caso.

Harry minimizza, dice che sono bellissima, ma non riesco a crederci. Ogni volta che lo ripete vorrei solo stesse in silenzio perché ho ancora le capacità di guardarmi allo specchio senza che lui si sforzi di mentirmi.

È uno dei principali motivi dei litigi che abbiamo ultimamente, e ne abbiamo tanti, sempre più frequenti. Pensavo di riuscire a vivere questa gravidanza in modo sereno, ma sto scoprendo cose che non avrei mai creduto.

Ho scoperto che vorrei mia madre qui con me, che fosse presente fisicamente a consigliarmi qual è la cosa giusta da fare, ma non c'è. È dall'altra parte dell'oceano incapace di accettare ancora del tutto la mia scelta. Mi chiama spesso, riusciamo persino ad avere conversazioni lunghe e civili, ma non è come averla qui.

Mya scalcia, attirando le mie attenzioni su di lei. Appoggio la mano sulla pancia accarezzando i suoi piedini. Immagino di farlo ogni volta che fa sentire la sua presenza e nonostante tutto, non vedo l'ora che sia qui. È lei il principale motivo per cui sorrido, è lei il mio attimo di pace e anche la fonte delle mie preoccupazioni, ma la amo già così tanto che il tempo che manca non sembra finire mai. Vorrei averla qui, guardarla negli occhi e cullarla fra le mie braccia. Vorrei farle una foto e inserirla fra le mie cornici.

Il campanello della porta suona. I lavori di ampliamento sono ormai conclusi e non aspettavo nessuno. Forse è Harry che è già tornato dalla sua corsa serale.

Mi dirigo alla porta e la apro. Fra tutte le persone che mi sarei aspettata di accogliere, lui non c'era.

"Gregg?"

Ci vediamo spesso, per lo più di sfuggita e, nonostante Eloise cerchi di rendere la situazione leggera ogni volta che lui e Harry sono nella stessa stanza, la tensione si sente. Si sente la necessità di Gregg di starmi più vicino e la determinazione di Harry nel non permetterglielo.

"Devi dirmi perché.". Lo dice con una voce strana, più acuta del solito. Lo guardo negli occhi lucidi in cerca di risposte che trovo nella bottiglia di sambuca che tiene fra le mani. È ubriaco.

Apro la porta permettendogli di entrare e lui fa come sempre, come prima che Harry entrasse in questa casa, quando in un certo senso era anche sua. Si avvicina al bancone della cucina prendendo posto sul suo sgabello e appoggia la bottiglia di vetro sul tavolo.

Non l'ho mai visto in queste condizioni, non so perché sia qui, ma vederlo in questo modo mi stringe il cuore.

"Stai bene?" domando, prendendo posto davanti a lui.

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