The chain

1.4K 50 94
                                    

Ottobre 2020

L'anello nuziale è un simbolo importante.

Non avrei mai creduto di riuscire ad attribuire ad un oggetto una tale importanza, ma la piccola fede d'oro bianco che porto all'anulare sinistro da un anno, ormai, lo è.

È un bel promemoria, è un punto di arrivo, la fine che segna l'inizio di qualcosa e forse non è un caso, il fatto che sia circolare, a simboleggiare qualcosa di continuativo, duraturo e chiuso. Chiuso come un rapporto solido, basato su valori importanti. Chiuso come una protezione, come un recinto che impedisce ai problemi e alle cose negative di entrare.

Qualcosa però dev'essere andato storto. Le cose negative entrano, forse da un ingresso secondario, forse nei momenti di distrazione a ricordarmi che, per quanto un cerchio sia chiuso, questo non implica che non si possa spezzare.

La mia fede è ancora qui, al suo posto, al sicuro, ma la gioia che provavo nell'osservarla fino a qualche mese fa sta lentamente affievolendo. Non è svanita, in cuor mio so che non svanirà mai, ma lo stress e le incomprensioni, unite alla lontananza, fanno sì che le cose belle passino in secondo piano.

Mya però non passa mai, rimane sempre al primo posto; delle mie priorità, della mia felicità e di tutte quelle cose straordinarie che la sua nascita ha portato nella mia vita.

Ecco perché mi trovo qui, con lei, nella sua stanza, a spiegarle perché suo padre ritornerà fra qualche ora, per poi ripartire l'indomani.

Non erano questi i programmi, non erano queste le promesse che aveva fatto a me e a lei. E se io ci sono abituata, una bambina di tre anni follemente innamorata di suo padre, semplicemente non può. Non può perché, quando lo vede, i suoi occhi si riempiono di gioia. Non può perché lui è il suo eroe, perché a lui bastano due minuti per farsi perdonare dell'assenza. Perché, quando lui entra nella stanza, tutta la tristezza di mia figlia passa in secondo piano. Al primo ritorna ad esserci l'amore; l'unica costante della nostra piccola famiglia, sin da quanto si è formata.

L'amore è l'unico elemento che non potrei mai mettere in dubbio. Non posso mettere in dubbio il mio, nè quello di Harry nei confronti di Mya e viceversa. E questo, per il momento, basta a chiudere il cerchio.

"È ora di vestirsi, piccolina!"

La sua espressione imbronciata è sufficiente a comunicarmi il suo disappunto. "Sono già vestita!" Indica il suo pigiama rosa, spostandosi i capelli dal viso, e i suoi occhi verdi compaiono in primo piano. Loro sono il mio punto debole, lo saranno sempre, e a volte vorrei che non fossero uguali a quelli di Harry, perché sarebbe tutto più facile; dirle di no, e far sì che i suoi capricci non si trasformino in vizi.

"Un vestito vero, Mya. Papà arriverà a breve e dobbiamo andare dalla zia a cena, ricordi?"

Annuisce poco convinta, ma si alza in piedi, abbandonando il vestito della bambola che Jamie le ha regalato lo scorso Natale. "E poi voliamo?"

Sorrido davanti alla sua innocenza, davanti a quell'espressione speranzosa che le attraversa il viso, quando c'è la possibilità di un viaggio in programma. In questo caso c'era. I biglietti prenotati per il volo che partirà domani pomeriggio anche, ma i programmi di Harry sono cambiati e, con i suoi, i nostri. Noi non partiremo per Parigi, non andremo a Disneyland Paris, ed è una fortuna che avessimo deciso di farle una sorpresa, perché altrimenti le avremmo rovinato un piccolo sogno.

Se ne sarebbe dimenticata dopo poche ore, sarebbe bastato che Harry la stringesse e la coccolasse per un po' per allontanare tutte le delusioni, ma mi ero ripromessa di non dargliene, di evitare il più possibile che i suoi castelli crollassero, perché io sono sempre stata un'esperta in materia e non voglio che mia figlia possa ripercorrere i miei passi. So che non posso salvarla per sempre, so che ad un certo punto dovrò lasciarla andare, lasciare che la vita la travolga, come è giusto che sia, ma, finché posso, voglio solo che sia felice.

Flash  ||A Kind Of Magic||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora