Quattro

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Quattro. Sono tornati.

Gerard P.O.V.

"Gerard!"

Aprii velocemente gli occhi per vedere Mikey di fronte a me. "Che c'è? Perché mi hai svegliato così presto?"

"Ti stavo cercando! Non sei più tornato a casa ed io stavo andando nel panico e-"

"Aspetta." I miei occhi esaminarono lo scenario in cui mi trovavo. Il cimitero, ero ancora lì. Dovevo essere svenuto, per non parlare del mal di testa che in quel momento mi stava uccidendo. "Mi dispiace Mikey, non volevo farti preoccupare."

"Sei venuto qui per bere? Pensavo che avessi smesso di bere!"

"Volevo solo che tutto si fermasse e bere mi aiuta."

"No, peggiora solo le cose."

"Beh sto bene." Non appena provai ad alzarmi, la mia testa iniziò girare come una stupida trottola facendomi nuovamente cadere per terra. "Oww."

"Sul serio?"

"Sta zitto e aiutami ad alzarmi." Mi porse la mano e riuscii a tirarmi su e a rimanere in equilibrio. "Hai portato l'auto?"

"No. Gerard, ho quindici anni, non guido."

"Quindi dobbiamo camminare? Sarà un suicidio."

"Smettila di fare il melodrammatico. Andiamo, non è così lontano."

"Si, sono solo dieci minuti di distanza." Risposi roteando gli occhi.

Mentre stavamo per uscire dal cimitero, i miei occhi catturarono qualcosa che sembrava familiare.

"Aspetta un momento." Presi la mano di Mikey, facendolo fermare.

"Che c'è?"

"Guarda quella lapide."

"Che ha di così interessante?"

Camminai verso di essa, guardando con attenzione la data lì incisa.

R.I.P

FRANK ANTHONY IERO

31 OTTOBRE 1996 – 14 DICEMBRE 2011

"Mikey, questo è il giorno dell'incedente. Ho... Ho ucciso qualcuno?"

"Gee, è solamente una coincidenza."

"Si, hai ragione."

"Dai andiamo."

La camminata di dieci minuti per poco non mi uccideva, a causa dei postumi della sbornia. La preoccupazione di Mikey ora si era trasformata tutta in rabbia, potevo vederlo dalla sua espressione. Quando mia nonna morì, promisi di non bere più, ma a quanto pare non ero riuscito a trattenermi. C'era troppo dolore nella mia vita in quel momento, e nessuno era in grado di vederlo tranne me.

Quando arrivammo, mi buttai sul divano, Mikey mi lasciò solo.

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Mikey P.O.V

Vedere Gerard in quello stato mi faceva male, era troppo da sopportare. A volte non potevo evitare di pensare che gli incubi sarebbero presto tornati.

Mentre Gerard dormiva sul divano, mi preparai del caffè cercando di distrarmi. Non stava funzionando. Essere solo in due in casa era noioso e ti faceva sentire solo. Non avevamo degli amici che venissero a trovarci e i nostri genitori, beh non sapevamo nemmeno dove fossero.

"No! No! Ti prego, non lasciarmi!"

Gli incubi di Gerard stavano tornando. Corsi in soggiorno e lo trovai in lacrime sul pavimento, ma non era sveglio. "Gerard svegliati!"

"Ti prego, non andartene!"

"Gerard." Lo scossi cercando di svegliarlo, e i suoi occhi rossi e gonfi si sbarrarono. "Va tutto bene."

"Sono tornati. Sono tornati."

"Lo so, ma noi li affronteremo insieme." Lo strinsi forte mentre lui pianse nelle mie spalle. Ha dovuto superare tante cose, e non sapevo se avrebbe resistito ancora per molto. Non potevo perderlo. Era l'unica persona a cui tenevo, il mio unico amico.

"Perché non vanno via?"

"Non lo so. Proprio non lo so."

Gli incubi erano la parte peggiore della sua vita. Vedere la persona a cui tieni più al mondo morire ancora e ancora davanti ai tuoi occhi, è una cosa orribile anche se non è reale. Ed oltre ad avere incubi mentre dormiva, aveva iniziato a vedere delle cose anche da sveglio. Mi spaventava così tanto, pensare che avrebbe potuto perdere la testa e fare qualche pazzia. Non potevo lasciare che accadesse di nuovo.

"Vuoi un po' di caffè?" Gli chiesi anche se sapevo già quale sarebbe stata la sua risposta.

"Si, grazie."

Mi alzai lasciandolo di nuovo solo in soggiorno. Non mi ci volle molto dato che ne avevo già fatto un po' per me. Tornai da Gerard, ma lui non era lì.

"Gerard!" Dannazione, l'avevo lasciato solo due minuti ed ora lui era scomparso.

"Gerard dove sei?" Posai la tazza di caffè su un piccolo tavolo accanto al divano. Tutte le stanze erano vuote, l'unico posto che non avevo ancora controllato era quello in cui ero preoccupato di entrare. Le luci del bagno erano accese, ma non sentivo un singolo suono. "Gerard!" Bussai forte alla porta sperando che sarebbe uscito. "Gerard ti prego vieni fuori!"

La porta improvvisamente si aprii facendomi tirare un sospiro di sollievo. "Non posso neanche pisciare in pace?"

"Scusa, pensavo che ti stessi-"

"Tagliando? No. Sto bene, non preoccuparti per me." Sapevo che quella era una bugia, sapevo che lui non stava bene.

"Okay bene, il caffè è in soggiorno."

"Grazie fratellino." Camminò verso il piccolo tavolino e io lo seguii. Ci sedemmo in due divani diversi guardandoci intorno prima che uno dei due rompesse il silenzio. "Pensi che io sia pazzo?"

"Cosa? No."

"Io mi sento come se lo fossi. Voglio dire, posso vedere qualcuno che non è nemmeno qui, non è normale."

"Gerard, è solo al tua mente che ti gioca dei brutti scherzi."

"Ma lo odio! La mia vita non è altro che un casino!"

"Calmati. Tu non sei un casino."

"Smettila di mentirmi! Sai che lo sono! Tutti quanti sanno che lo sono! Perché pensi che i nostri genitori ci abbiano lasciato? A causa mia!" Si alzò e corse in camera sua. Avrei solo voluto che lui potesse stare bene. Non volevo perderlo.

Like Ghost In The Snow.// Frerard.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora