Capitolo 8

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Audrey caracollò nello studio senza guardarsi indietro. Il cuore nel petto le batteva impazzito, cercando inutilmente di domare il respiro corto e affannoso; serrò gli occhi, e tentò inutilmente di ricordare gli insegnamenti al corso di yoga sulla respirazione, ma il ricordo di quel corpo massiccio e bagnato non glielo permetteva in alcun modo. '' Signore, quanto ben di Dio! Come può un uomo così stronzo, essere così sexy? Non poteva avere, che so, un po' di pancia e un principio di calvizie? '' pensò frustrata.

- Devo darmi una calmata. Ma che dico, dovrei trovarmi un uomo! – mugugnò mentre afferrava il telefono, componendo distratta il numero. Si guardò attorno. La stanza non era per niente minuscola e non era nemmeno cambiata molto da quel che ricordava; c'era ancora la biblioteca di Jonathan e di fronte c'era il grande armadio contenente grossi faldoni pieni di documenti sul ranch, accanto di trovava il vecchio mobiletto in legno pregiato dei liquori. Il vecchio soleva bere qualche bicchierino alla sera, quando ci si chiudeva dentro. La sua scrivania e la poltrona di pelle nera si trovavano sempre allo stesso posto, davanti all'enorme vetrata, un tempo amava sedersi lì per fare i compiti in santa pace.

Sulla superficie di legno c'erano vari fogli, un computer abbastanza nuovo e alcune fotografie. Storse il naso osservandole con attenzione: una raffigurava Anna e Jonathan il giorno del loro matrimonio; una su Heath e Blaise nella scuderia. L'ultima invece la fece sobbalzare, il cuore le si accartocciò nel petto: c'erano una donna e bambina; la signora non era molto alta ma era formosa, con un viso ovale e gli occhi azzurri, e lunghi capelli biondi raccolti in una treccia laterale. Indossava uno splendido vestito color pesca e teneva in braccio la figlia che sorrideva all'obbiettivo, mettendo in evidenza la finestrella del dente mancante, ed entrambe avevano un braccio alzato, probabilmente per salutare l'uomo dietro all'obbiettivo. La sua mano tremò quando toccò la cornice con riverenza; sua madre era bellissima, il suo sorriso dolce e premuroso portava il sole anche nelle giornate più brutte. Un singhiozzo triste le salì prepotente lungo la gola e faticò molto per trattenerlo, mentre veniva assalita dalla tristezza. '' Come mai è qui? Come mai Heath non l'ha tolta? O forse è stato Jonathan a tenerla lì? Ma a che pro visto come si è dimenticato in fretta di lei e di sua madre? '' pensò. Come può un uomo ferire qualcuno, quando non è nemmeno più in vita?

Una voce la ridestò da quei pensieri cupi. - Pronto? –

- Amanda! Sono io! – disse, cercando di mantenere la calma.

- Ehilà, straniera! Credevo di dover chiamare la polizia e far partire una squadra di ricerca! – ridacchiò l'amica – Avevi promesso che mi avresti chiamata appena arrivata, razza di screanzata! Dì la verità, hai un amante vero? Mi tradisci! –

Audrey alzò gli occhi al cielo e ridacchiò, stando al gioco – Amore, cosa dici? Non ti tradirei mai, lo sai che sei l'unica donna della mia vita! Sei il sale sulle mie patatine fritte, sei la cioccolata dentro ai bignè! –

- Ti sei appena salvata! Allora dolcezza, cosa mi racconti? Hai conosciuto qualcuno? Hai finalmente fatto inzuppare il biscotto nella tua tazza di latte caldo? Ti prego, dimmi che ci sono dei cavalcatori di tori dalle tue parti! –

- La finisci? Chi sei, mia madre? Vuoi vedermi sposata, per buttarmi fuori di casa eh? Comunque no, per ora non ho ancora avuto il piacere di vedere dei cavalcatori di tori, ma ci sono degli ottimi mandriani. Ad esempio, qui c'è Lucas, ma è troppo giovane, mentre l'altro è Samuel, ma temo sia già impegnato. -

- Maledizione! Come sempre: se son belli, o sono impegnati, o sono gay, oppure preti psicopatici! -

- Preti psicopatici? E da quando ne conosci qualcuno? –

- Dillo a quello che mi ha urlato: '' Vade retro, figlia del Demonio! ''; tutto perché alle superiori mi presentai in chiesa con i capelli color puffo. Comunque finiamola con le scemenze, come mai mi hai chiamato? So che c'è qualcosa ti morde lo stomaco, fiuto la tua ansia fin qui. –

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