Capitolo 11

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Pochi secondi prima che aprisse gli occhi, Audrey sentì in lontananza il canto del gallo ed altri più lievi suoni che riempivano l'aria del mattino. Si guardò attorno. Il sole stava gettando raggi tenui sulla mobilia della stanza, dando loro calore soffuso. Si mise a sedere sollevandosi con il braccio destro, mentre con la mano sinistra si copriva il seno con il lenzuolo. Strabuzzò gli occhi rendendosi conto d'essere nuda, immagini confuse le riempirono la mente. S'appoggiò con la schiena alla testiera del letto posando una mano sul materasso e toccò qualcosa di caldo accanto a sé, girò il viso e s'irrigidì tutta, poi spalancò gli occhi e iniziò a boccheggiare in cerca d'aria. '' Oddio! Oh mio Dio! Sono andata a letto con Heath! '' pensò guardandolo steso a pancia in giù, con il capo posato su metà cuscino e semi nascosto anche dai capelli arruffati, le braccia sotto mettevano in risalto i muscoli e dalle vene in rilievo. Scese con lo sguardo e vide il sedere scolpito semi nascosto dal lenzuolo in cotone; si avvicinò con lentezza per non fare il minimo rumore e lo osservò con avidità. Tutto di lui le faceva ribollire il sangue: le labbra carnose semi aperte, le lunghe e folte ciglia che ombreggiavano sugli zigomi alti. Sentì il forte impulso di toccarlo. Con la punta delle dita sfiorò le spalle larghe e possenti, per poi seguire la curva dolce della schiena e finire poi alle fossette appena accennate sopra la curva delle natiche; deglutì ai pensieri poco casti che le passarono in testa, guardando tutto quel ben degli Dei sotto ai suoi occhi. '' Sono una pervertita, aveva ragione Amanda! Era da troppo tempo che non facevo sesso e questi sono i risultati! '' pensò abbassandosi verso di lui.

- Vuoi per caso una lente d'ingrandimento? Così puoi controllarmi meglio – sussurrò una voce sonnacchiosa, attutita dal cuscino che copriva in parte la bocca.

Audrey per poco non cadde a terra dallo spavento. Lo vide stiracchiarsi, come un guerriero dopo un lungo riposo, e girarsi sul fianco per poterla guardare meglio. '' Da quando era sveglio? Maledizione! '', arrossì sotto lo sguardo famelico dell'uomo, quando lo vide guardarle il seno con insistenza lo coprì velocemente facendolo ridacchiare maliziosamente. Lo vide mettersi a sedere e decise di spostarsi per non rischiare di impazzire.

- Non volevo svegliarti... Ora tolgo il disturbo... - disse balbettando e cercò di alzarsi, venne però tirata indietro con forza, tanto che ricadde a peso morto sul materasso. Percepì il suo corpo distendersi sul suo e ciò le fece aprire gli occhi di scatto: due profondi occhi brillanti di una strana luce la stavano fissando a poca distanza dal suo viso, e un sorriso malandrino. Lo vide muoversi sinuosamente e avvampò quando sentì qualcosa di liscio e duro scivolare sul suo ventre. Tentò di spingerlo via – Sei pesante. Spostati! – pigolò nervosamente, tentando inutilmente di non toccarlo e di scivolare lontana da quel corpo che invocava sesso e peccato.

- Io qui sto comodo. – le rispose, facendo sporgere il labbro inferiore come un bambino che aveva appena messo il broncio.

Audrey dovette resistere nel prenderglielo tra i denti e succhiarglielo. - Maledizione... Heath, indirizza quell'affare da un'altra parte! Non voglio quell'idrante a portata di mano. -

Heath le rise in faccia – Idrante? Accidenti, ne ho sentite tante ma questa le batte tutte! E comunque questo idrante stanotte t'è piaciuto! – mosse le sopracciglia su e giù rapidamente – Audrey... Non dirmi che ti vergogni... - le sussurrò roco all'orecchio, per poi scendere sul suo collo e mordicchiarglielo con fare dispettoso.

- Aspetta, fermati... - ansimò in risposta, mentre lo stomaco iniziava a contrarsi e il sangue ribollire. Santo cielo! Si sentiva come una ragazzina alle prime armi. Bè... non che fosse così esperta in campo! Solitamente quelle poche volte che aveva fatto sesso con un uomo, ci andava con i piedi di piombo, senza contare che in quegli anni era più interessata alla carriera che avere un uomo tra le sue lenzuola. Ma ora, in quel letto, sembrava che i suoi ormoni si fossero attivati di colpo, facendola diventare lasciva e sempre pronta. O forse era semplicemente Heath che la faceva sentire a proprio agio e bella tra le sue braccia.

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