Capitolo 12

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"Tay?" Sussurra qualcuno da dietro la porta, e non ci metto molto a capire chi sia..

"Sto... Sto bene. Scusami avevo bisogno d'aria.." invento la prima scusa.

"Avevi bisogno d'aria, quando stavi già fuori, e ti sei venuta a chiudere in una cabina?" Domanda stranito. Che idiota che sono.

"Oh... Ehm... Volevo.. volevo stare da sola." Tiro su col naso aprendo la porta.

"Su, vieni qui." Allarga le braccia e io corro subito a stringerlo e lui fa lo stesso.

"Scusami.. io... Io... Non so che mi sia preso." Inizio a singhiozzare.

"Sono belle le parole che hai detto." Mi sorride poggiando poi il suo mento sulla mia testa.

"Volevo sfogarmi. Quelle oche mi stanno altamente sulle palle. Per non parlare di quelli con le videocamere.. Andrà tutto in rete, ancora una volta, vero?" Chiedo staccandomi leggermente, per incastrare i miei occhi nei suoi, ma lui abbassa lo sguardo.

"Come immaginavo." Mi allontano definitivamente sedendomi sul piccolo muretto.

"Cosa posso farci?! Non posso avere una mia vita adesso. Ogni cosa che faccio, che farò, le mie fan le sapranno. Non posso farci nulla."

"È questo il punto! Sei troppo permissivo con loro. Devi smetterla di essere carino agli occhi degli altri anche quando ti fanno incazzare. Devi essere te stesso. Non pensare al giudizio delle altre!" Inizio ad urlare.

"Non posso di certo urlare contro ogni fan che mi sta sulle palle!!" Sbotta alzando le braccia.

"E cosa dovrei fare io?! Ogni volta che usciamo abbiamo un orda di fan alle calcagna che ci scattano miliardi di foto, ogni volta che parliamo qualcuno lo sa. Credono che io sia la tua ragazza e vogliono uccidermi. Sono stanca!" Sbuffo.

"Cosa vuoi allora?! Vuoi andare via e dimenticarmi per sempre?! Beh fa pure! Se questo ti serve ad avere la tua vita tranquilla fallo! Va via!" Stavolta urla anche lui. Cosa dovrei fare? Io non voglio una vita sotto i riflettori. Non voglio essere il pettegolezzo sulla bocca di tutti...

"Lascia stare. Vado via io." Va via. Forse... Forse è meglio così... Cosa cazzo dico?! Sono una demente. Non è colpa sua. È colpa di quelle brutte coglione che sono riuscite a dividerci. Alla fine vincono sempre loro. Che schifo.

"Cazzo." Sbuffo strattonandomi i capelli, facendo scivolare il mio corpo lungo il muro e diverse lacrime iniziano a scorrere sul mio viso. Devo sentire la sua voce. Devo ascoltare il dolce suono della sua voce mentre canta. Detto questo mi avvio al nostro ombrellone. Non c'è nessuno. Se n'è andato per davvero...

Abbasso il capo e inizio a frugare nella mia borsa alla ricerca del mio cellulare e quando lo trovo afferrò anche le cuffie e ritorno al posto di prima. Mi siedo per terra nella stessa identica posizione precedente, e mi lascio trasportare dalle note di Running low. Diceva che ero più per questa canzone... Forse è vero. Sto scappando mi dispiace ma devo andare... Tutti nella mia vita hanno fatto questo. Chi per volere proprio, chi per volere altrui, e chi con la scusa del <<Lo faccio per te>>.

"Tutto bene signorina?" Chiede un uomo sulla trentina, con il viso perfettamente liscio senza neanche un accenno di barba. Mi ricorda qualcuno, ma ora non so proprio chi.

"Ah.. ehm.. si tutto...Tutto okay." Mi asciugo le lacrime con il palmo della mano.

"Problemi con un ragazzo?" Domanda sedendosi al mio fianco.

"Già.." sbuffo.

"Voi adolescenti siete tutti uguali... Anche mio figlio ha problemi con una ragazza.. Dice di amarla ma per lei, lui è solo un amico. Ma io non credo sia così." Mi fa l'occhiolino.

"Beh... Le relazioni complicate sono la mia materia." Porto le ginocchia al petto.

"Si sistemerà tutto, vedrai." Mi poggia una mano sulla spalla.

"Ci siamo già visti da qualche parte?" chiedo alzando lo sguardo verso di lui.

"Beh.. Non conoscerai me, ma conoscerai di sicuro una persona che è cara a me, quanto lo è per te." Detto ciò si alza, lasciandomi completamente senza parole.

Dreams. |Shawn Mendes| SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora