Gwen: Capitolo 4

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Gwen

Capitolo 4

 

Sul balcone dell’area ovest alle cinque, ripetei nella mente, eccitata e nervosa. Le lezioni erano terminate ed erano circa le tre. Appena l’ultima campanella era squillata facendo eco nell’immensa struttura, avevo visto il mio amico dileguarsi senza salutare, continuando a essere seguito dagli sguardi delle ragazze che durante la mattinata  lo avevano circondato con grande interesse. Non si poteva certo dire che Key fosse brutto, anzi era molto carino e il suo sembrare più maturo e misterioso riscuotevano un certo successo tra i cuori femminili, ma tutte quelle attenzioni erano state fin troppe.

Aspetta! Ma che cosa mi sta prendendo? Cosa mi salta in mente?, pensai tra me. Key era solo il mio migliore amico, niente di più. Allora perché sono gelosa?, chiesi alla mia coscienza, afferrandomi la testa con le mani. I dubbi non facevano altro che alimentare la mia agitazione, già fomentata dal fatto che le cinque parevano non volere mai arrivare.

Lentamente mi diressi verso l’area ovest dell’Istituto. Avevo indosso un paio di jeans stretti e una maxi-felpa della Duff, mi ero incipriata un po’ il naso e avevo dipinto un filo di eyeliner sulla palpebra superiore per avere l’aspetto più casual possibile. Avevo pensato che se mi fossi vestita diversamente dal solito avrebbe potuto fraintendere e non mi era parso proprio il caso. Certo, così messa e con i capelli legati in una coda di cavallo improvvisata, potevo sembrare tutt’altro che carina, ma sarebbe andato bene.

Mi sentivo una sciocca a recarmi al punto prestabilito con così tanto anticipo ma avevo pensato che magari un po’ d’aria fresca mi avrebbe aiutata a calmarmi. Giunta alla porta-finestra che portava al balcone, vidi una sagoma all’esterno che indossava la divisa nera della scuola. Per riuscire a vedere meglio senza essere avvistata mi nascosi rannicchiandomi dietro una tenda. Una figura slanciata e dalle proporzioni perfette stava appoggiata al muretto con la testa fra le mani: i capelli erano molto chiari, indistinguibili dal sole all’orizzonte. Capii all’istante. Non avevo mai conosciuto nessuno con dei capelli tanto lucenti. A parte Killian. Perché se ne sta lì tutto solo? Ancora era presto per il nostro incontro, ma guardandolo mi sfiorò in mente l’idea che potesse essere ansioso di vedermi, proprio come lo ero io. -Si, si. Non ci credere troppo. Sarebbe un sogno…-, mi dissi dubbiosa. Mi voltai e appoggiai la testa al freddo marmo nero della parete, pensando che magari in questo modo avrei raffreddato la mia mente. Non sapevo se fosse quella la verità, ma fantasticare era sempre stata una cosa in cui ero brava e in quel momento non riuscii più a trattenere i miei pensieri. Forse gli sono mancata davvero…

Ad un tratto, mentre mi stavo riprendendo da quel sogno ad occhi aperti, la tenda si tirò di scatto e per poco non morii dallo spavento.

A pochi centimetri dai miei, un paio di occhi violacei luccicanti mi stavano fissando con aria divertita. -Che ci fai qui così presto? E soprattutto proprio qui dietro?-, disse Key chinandosi verso di me. Da che pulpito!, commentai nella mia mente, stordita e frustrata.

Mi rimisi dietro l’orecchio una ciocca di capelli fuoriuscita dalla coda mentre con cautela avevo cominciato ad alzarmi. Una volta che fui in piedi di fronte a lui, gli pestai un piede volutamente. -Idiota! Mi hai spaventato a morte… E poi è proprio quello che volevo chiederti io-, domandai assumendo l’espressione più accusatrice che avessi in repertorio. Key sembrava ancora molto divertito, facendo teatralmente finta di zoppicare, e così continuai a fissarlo con aria di sufficienza. Ripresosi, assunse un tono serio e seducente. -Be’, mia cara, probabilmente stavo facendo quello che stavi facendo pure tu: ti aspettavo-. Sul suo volto si dipinse un sorriso malizioso.

Frozen Tear: La lacrima di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora