Capitolo 8

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Capitolo 8

  

La nottata precedente era stata bellissima: la festa, le rose, il regalo di Key, il nostro ballo. Moltissima gente mi aveva avvicinata per porgermi i propri auguri e congratulazioni, ma l’unica persona a cui stavo pensando era lui, sempre ad un passo accanto a me.

Avevo finalmente aperto gli occhi e capito ciò che provavo. Ne ero più che certa.

Non me ne ero mai accorta prima di quel momento ma non pensavo che a lui. Lo cercavo in continuazione, il mio cuore smetteva di battere ogni volta che incrociavo il suo sguardo e, quando quei suoi occhi colmi di mistero mi osservavano intensamente fino a farmi bruciare la pelle, sentivo ardere in me una passione infinita, che mi consumava l’anima. Non volevo nessun’altro.

Ed ero pronta ad amarlo. Ma lui? Mi ricambia? E se lo facesse, la sua è solo la solita cotta passeggera o prova un sentimento più profondo?

-E-e se lui non mi volesse bene… i-in quel senso?-, borbottai tra me dopo aver lavato via anche l’ultima traccia di dentifricio dal contorno-labbra. -S-se lui mi vedesse solo come un’amica e io avessi frainteso? Rovinerei tutto!-. Ingerii in un solo sorso il collutorio e  per poco non ci rimisi la pelle.

Ero conscia di essere sempre l’eterna insicura e del fatto che Key mi avesse lanciato alcuni segnali. Anche l’occhio vigile di Stephanie mi aveva assicurato riguardo i suoi sentimenti. Ma ancora non ci riuscivo. Non riuscivo a rischiare. E per che cosa poi? Per il mio egoismo? No! Doveva essere lui a fare il primo passo. Solo così sarei stata sicura di non andare incontro alla completa distruzione del mio cuore. Potevo aspettare. Non c’era fretta. Se il destino lo voleva, prima o poi sarebbe successo. 

-Ma mi ascolto? Sono così confusa. Se son certa di ciò che provo perché mi rifiuto di crederci? E per di più perché sto parlando da sola?-, sbuffai appoggiando i gomiti al lavello e portando le mani al volto per nasconderlo.

Dopo aver inspirato profondamente, passai le dita tra i capelli e alzai lo sguardo verso il mio riflesso allo specchio. Raddrizzandomi, sciolsi la coda alta che mi ero fatta per non bagnarmi i capelli e lunghe ciocche di capelli nerissimi si adagiarono accanto al ciondolo regalatomi da Key. Osservai curiosamente la figura che si stagliava alta di fronte a me. Non pareva il mio riflesso, ma quello di un’altra ragazza da occhi nocciola più limpidi dei miei. Riflettevano una strana malinconia. Né triste né nostalgica, ma difficile da decrittare. Una malinconia simile a quella che aveva sempre tempestato gli occhi color malva di Key e che avevo tentato disperatamente di allontanare da lui. I sedici anni fanno davvero quest’effetto?                                                                                                                  Il mio riflesso continuava a fissarmi intensamente e lo sguardo fu come attratto dal pendente che scintillava al contatto con la forte luce proveniente dalla finestra. Non potevo credere nemmeno a quella goccia: era davvero la mia ultima lacrima.

Quando era accaduto quell’episodio circa sette anni prima, ero rimasta incantata da ciò che pensavo fosse un trucchetto di magia, ma, nell’istante in cui avevo percepito la freddezza della goccia sullo sterno, avevo avuto l’impressione che ci fosse molto di più sotto. Ero sicurissima che quella lacrima non fosse un falso: portandola appesa al collo, riuscivo perfettamente a percepire il nostro legame. Era come se fossimo state fatte della stessa materia.

Tutto ciò mi inquietava un po’, ma questo mistero rendeva Killian ancora più bello e intrigante ai miei occhi. Aveva sempre posseduto uno strano legame con il freddo e con il ghiaccio che avevo intenzionalmente ignorato, ma non comprendevo ancora come avesse fatto a cristallizzare così, su due piedi, una lacrima.

Frozen Tear: La lacrima di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora