Capitolo 7

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Entro nella grande struttura,è molto calda a differenza del gelo che c'è fuori,il pavimento è fatto tutto in ceramica bianca,e al soffitto sono appesi vari lampadari.Più che una casa editrice sembra un hotel.
Sono nervosa,il cuore mi pulsa nel petto ad una velocità immediata,le gambe mi tremano.Non so dove andare,magari è meglio rivolgermi a qualcuno che conosca il luogo.
Questa hall è davvero enorme ma nonostante ciò,riesco a trovare un grande bancone,probabilmente sarà la segreteria.Penso tra me e me.Queste persone mi mettono parecchio in ansia.Ho paura di non essere all'altezza..
Scaccio via questi brutti pensieri e mi concentro su questo momento.Se mi sottovaluto così non potrò mai fare una bella impressione,dimostrando di essere sicura di me stessa.
Arrivo alla scrivania,quando la sedia dietro di essa si gira,stile film,presentandomi una donna.Ha i capelli raccolti in uno chignon biondo,ordinato.Un paio di occhiali rotondi,che circondano gli occhi leggermente truccati,neri.Questa donna mi ricorda Josef.Non l'ho più chiamato,chissà se a quest'ora si trova in biblioteca.
Il pensiero di non aver telefonato a lui mi riporta a Daisy,avrei voluto chiamarla in macchina,o mandarle un messaggio,ma ero talmente tesa da essermene dimenticata.Spero di riuscire a farmi sentire più tardi.
-"Isabella Lewis?"- Mi chiede la segretaria.La sua voce sembra familiare.Abbassa lo sguardo su alcuni fogli e poi lo rialza.
-"Ehm sì,sono io"-La guardo per un attimo,poi mi sorride e io faccio altrettanto.
-"È in perfetto orario,la accompagno nell'ufficio del Signor Rogert,la sta aspettando."-Meno male,ho fatto in tempo.Sono arrivata giusto tre minuti prima dell'orario stabilito.
Si alza dalla grande sedia girevole di pelle,e inizia a parlare.
-"Allora,Miss Lewis,deve presentare alcuni manoscritti fatti da lei,giusto?"-
-"Esattamente"- Il rumore dei suoi tacchi emette un lieve rimbombo.
-"Eccoci arrivate,prego"- Bussa alla porta per me,poi mi lascia spazio.
-"Salve"- entro un po' più all'interno dell'ufficio.È spazioso e ha diverse scrivanie,ci sono dei quadri paesaggistici:uno lo riconosco:"Guernica".
Mia nonna era talmente appassionata alle opere di Pablo Picasso,che ne attaccava una ogni settimana,dopo un po' divenne un problema trovare lo spazio,infatti.
-"Miss Lewis,si accomodi pure"- mi indica la sedia davanti alla scrivania,poi dice alla segretaria di andare.Penso ci sia del tenero fra loro,si capisce dal modo in cui si guardano.
Sono ansiosa,tremo un po' e ho le mani gelide,la bocca asciutta.Spero di fargli una buona impressione.Lo spero davvero.
-"Allora,mi faccia vedere il tutto"-
Apro la borsa e tiro fuori i manoscritti e delle fotocopie contenenti il mio romanzo.Si intitola "Una stella fra le tante";parla di Joe,una semplice ragazza sottovalutata da tutti in ogni cosa.Joe è sempre stata costretta a trasferirsi con i suoi genitori adottivi,dato che il loro lavoro non aveva mai un ruolo fisso.
Un giorno Joe incontra Max,un ragazzo con la sua stessa situazione familiare.Max ha subito un passato complicato,fra la morte del padre e in seguito,il rapimento della madre.Cosi si ritrovò solo,fino a quando non incontro lei.Lui fu l'unico a definire Joe "unica".Una stella fra le tante,appunto.

Il signor Rogert sta leggendo alcuni scritti sparsi,frasi poetiche,biografie di personaggi e pezzetti di semplici storielle che ho scritto.Non ha ancora letto il pezzo forte,però.
Nota il mio disagio e la mia ansia,perché non riesco a nascondere quello che provo?Devo stare tranquilla,andrà tutto bene.
Mi ripeto più volte,tentando di mettere in pratica queste frasi calmanti.Non c'è motivo di agitarsi tanto,d'altronde.
-"Quanti anni ha,Miss Lewis?"- Il suo viso non esprime nessuno stupore,quando alza la testa dai vari fogli.Sto iniziando a preoccuparmi.E se non gli dovessero piacere?Il mio futuro sarebbe rovinato,in parte.
-"Diciassette,Signor Rogert,frequento il quarto anno di Liceo Linguistico."- Gli rispondo in tono calmo e pacato.Non voglio fargli credere di essere una ragazza impulsiva.
-"Sa,per una ragazza della sua età questo è davvero un bel traguardo,ma c'è da considerare il fatto che lei non abbia ancora terminato la scuola,ma potremmo pensare di farle fare dei corsi serali.Se non le dispiace,potrebbe inviarmi una mail delle sue medie?"-La sua voce è profonda,se lo sentissi parlare senza sapere chi fosse,devo ammettere che mi metterebbe timore.
-"Certo,gliela invierò il prima possibile."- Sono più tranquilla,e anche contenta.
Dopo una breve pausa di silenzio prosegue.
"Prossimamente leggeró il suo testo,poi la chiamerò per darle la conferma e ci organizzeremo anche con le questioni scolastiche.Lei ha grande talento,sarebbe un peccato sprecarlo!"- Oddio,il mio sogno potrebbe finalmente realizzarsi,non ci credo!Prometto a me stessa di metterci tutta me stessa in questo lavoro.

Ci alziamo in piedi,stringendoci la mano.È stato più veloce di quanto pensassi.
-"Grazie Signor Rogert,non posso crederci,per me è un opportunità più unica che rara!"-Mi trattengo dal mettermi a saltare per tutta la stanza per la felicità.Non posso crederci!Allora ciò che scrivo piace davvero a qualcuno!
-"Grazie,grazie mille,gliene sono davvero grata che lei si offra per leggere il mio racconto.Non la deluderà."-
Ride,ha capito il mio entusiasmo e questa mia passione.Spero davvero di arrivare oltre e ottenere il posto di lavoro.Non ci sarà problema spostare i corsi la sera.Infondo le mie medie non vanno sotto al sette.Sono piuttosto brava,eccetto in matemica.Quella proprio non la sopporto,ma si potrebbe chiudere un occhio.
-"Miss Lewis,la chiamerò una volta finita la lettura per metterla al corrente della situazione."- Mi mostra un largo sorriso,piuttosto contagioso.È un buon segno.
-"Si,grazie davvero"- Non posso fare a meno di sorridere,sono al settimo cielo,non vedo l'ora di dirlo a mia madre.Spero che almeno questa volta sia orgogliosa di me.

Usciamo entrambi dall'ufficio,quando mi squilla il telefono.È un numero sconosciuto,non salvato sulla mia rubrica.
Guardo il Signor Rogert per chiedergli il consenso di poter rispondere e lui annuisce.
-"Pronto?"-
-"Isabella,sono Brendon,tua madre non si è sentita bene e sono venuto a prenderti.Sono qui fuori."-
-Ehm si,arrivo"- Magari la mamma non si è sentita bene per il piccolo in arrivo.
-"Ti accompagno fuori"- Mi dice il Signor Rogert.Chiunque lo veda lo saluta cordialmente,perfino la segretaria,che saluta anche me con uno sorriso caldo e gentile.

-"Robby!"- Esclama Brendon dal finestrino aperto della macchina.
-"Brendon,ciao,da quanto tempo'!"-urla il signor Rogert,andandogli incontro.
Li guardo entrambi sorpresa.Sono un po' confusa..che cosa succede?

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