Apro poco gli occhi,e fuori dalla finestra vedo un paesaggio spettacolare.Il sole splende illuminandomi il viso,e i palazzi che ci sono fuori sono tutti di un colore diverso.Mi piace molto.Se ogni giornata iniziasse così,potrebbe esserci almeno una minima speranza che qualcosa vada bene in questa grande città.
Prendo il telefono e guardo l'ora:sono le undici e trentacinque.
Ho due chiamate perse da Daisy e un messaggio da Christian:
"Ehy,come stai?Ti piace lì?:)" nonostante i sentimenti che mi ha detto di provare per me non sono imbarazzata,se ripenso a quel bacio mi viene da farmi due domande,ma non ci dò peso.
-"Buongiorno Chris,sto abbastanza bene,oggi penso che andrò a fare un giro per la città per ambientarmi un po'"-
-"Mi fa piacere,ci sentiamo più tardi Bell"- mi risponde subito,e probabilmente sarà al bar,a quest'ora.È aperto anche il sabato mattina.
Mi stropiccio gli occhi,prendo le mie cose e vado in bagno.
Abbasso la maniglia,ma la porta è chiusa a chiave.Così busso.
La porta si apre di scatto e mi ritrovo davanti a Jack.Adesso condividiamo anche lo stesso bagno?
Ha una maglietta a maniche corte nera,abbastanza larga.Ha un fisico che non lascia per niente a desiderare,ma non mi concentro su ciò.I capelli ricci sono spettinati,quasi quanto i miei, e i suoi occhi assonnati.Lo guardo irritata,non sono abituata a vedere gente di prima mattina gironzolare per casa.Eccetto mia madre,che sa perfettamente che appena sveglia non deve rivolgermi la parola,sembra una cosa egoista,ma non lo é.
-"Buongiorno"- mi sfodera un sorriso smagliante,e io non posso fare a meno di guardare il piercing che luccica sul suo labbro.So che non fa altro che prendermi in giro.Avrà già pianificato tutte le battute da farmi durante la giornata.
Non voglio avere niente a che fare con questo ragazzo maleducato.
-"Ciao"- mi limito a dire cercando di sorpassarlo sulla soglia,ma lui me lo impedisce,spostandomi nella direzione in cui stavo per andare.
-"Ieri sera penso che non fossi dell'umore per calcolarmi,il tuo nome?"-
Sbuffo,ma gli rispondo.
-"Isabella,adesso lasciami passare per favore."-
-"Bene,Isabella.
Io sarei al settimo cielo se di prima mattina vedessi un tipo come me,ma non siamo tutti uguali"- Ride e io mi trattengo dall'urlargli in faccia i peggio insulti,ma cerco di contenermi.
Ci ho parlato mezza volta e già non lo sopporto.
-"E per fortuna!"- Gli dico,alzando gli occhi al cielo,scansandolo dalla porta.Sento la sua risata rimbombare per tutto il corridoio,non è poi così male..
Eh?No,non lo devo nemmeno pensare.
Mi chiudo dentro al bagno ed entro nella doccia.Una volta finita,infilo l'accappatoio e prendo un'asciugamano per asciugare i capelli.
Ho le guance abbastanza rosse e non sono in condizioni pessime,così decido di evitare di truccarmi.
Esco dal bagno e rischio di sbattere contro Brendon.Sono piuttosto imbarazzata.Indossa giacca e cravatta e tiene in mano una valigetta.Non ho ancora avuto l'occasione di conoscerlo meglio,ma penso che approfitterò di un momento in cui siamo soli.Devo anche parlargli per quanto riguarda la scuola e il mio libro..
-"Oh,scusami." perché vado sempre a sbattere contro alle persone?Cavolo!
-"Sta' tranquilla"-,mi dice in tono dolce.
Proseguo verso la mia camera ma lui mi blocca.
-"Hai conosciuto Jack?"- si guarda intorno,nervoso.
-"Ehm si,ieri sera.."- avrei voluto mi avvertisse del fatto che avesse un figlio,ma ormai è fatta.
-"Beh spero andiate d'accordo"- mi mette una mano sulla spalla e poi cammina verso le scale.
Entro in camera e prendo la valigia,mettendola sul letto per scegliere i vestiti.Oggi sistemerò ogni cosa.
Magari non sarà così male vivere qui,a parte quel particolare..lui,Jack.Convivere assieme ad un ragazzo che manco conosco mi mette parecchio a disagio.Ma ciò non mi impedirà di girare per casa con la tuta e i capelli spettinati,per esempio.Prendo un leggins nero e una felpa grigia,poi infilo le pantofole.
Mi impianto davanti al grande specchio e asciugo i capelli.Dopodiché li lego in una crocchia e metto gli occhiali.
Scendo nella sala da pranzo per fare colazione,la tavola è imbandita con marmellata,burro d'arachidi,latte e biscotti.
Mia madre starà ancora dormendo,altrimenti sarebbe già in cucina a preparare i suoi amati pancake.
Sento una voce canticchiare sulle scale,è Jack.Si siede al tavolo di fronte a me.
Mi guarda e ride.
-"Mi spieghi che razza di problema hai?Prima mi impedisci di entrare in bagno,poi mi guardi e ridi di me.Che cosa vuoi?"- sono consapevole del fatto che lo sto trattando male,parecchio anche,-e non é da me trattare male le persone-,ma non capisco che razza di problema abbia.
-"Niente,passami il latte"- dice lui,facendosi serio.
-"Prenditelo"- rispondo secca.
-"Sei davvero pallosa,lo sai?Non ti si può parlare"- si sporge sul tavolo e prende il latte,io lo guardo,fissandolo.
-"Smettila di fissarmi"- dice,mentre versa il latte nella tazza.
-"Mi dà fastidio"- alza lo sguardo per un secondo e poi lo riabbassa sul tavolo.
-"Non..ti sto fiss.."-
-"Stavi per sbavare,ammettilo.So di essere il ragazzo dei sogni,ma serve un minimo di contegno,ragazzina."-mi interrompe,seccandomi ancora di più e facendomi l'occhiolino.Non stavo affatto per sbavare.
Insomma,non è il mio tipo,ecco.
I suoi occhi oggi sono più chiari,magari cambiano in base al tempo..
-"Ma per favore,l'unica che ti sbava dietro è quell'ochetta della tua ragazza"-dico,alzandomi.Evito di chiederle dov'è,dato che ieri sera avevo capito che avrebbe dormito qui.
-"Non ti azzardare a parlare così di lei,ragazzina.Sei appena arrivata,non conosci lei è tanto meno me,quindi sta'attenta."-si alza dalla sedia e mi si impianta davanti,puntandomi un dito contro.
Non mi mette alcun timore.
-"Ah si?Allora dì a lei di andare ad abbaiare da qualche altra parte.Ho sentito che cosa ti ha detto ieri sera."-mi sento soddisfatta quando queste frasi mi escono così spontaneamente.
-"Cos'hai detto?"-
-"Mi hai sentita,adesso lasciami passare."-lo scanso,spingendolo per un braccio.
Il suo corpo è caldo e al mio tocco una scossa lo pervade.È abbastanza pompato,ma non esageratamente.
I miei occhi verdi non sono poi così lontani dai suoi azzurri.Una cioccia di capelli gli ricade sulla fronte.
-"Dove vai?"- mi chiede in un sussurro.
Lo guardo per un attimo,ma all'improvviso si allontana da me e torna a sedersi al tavolo per finire la colazione,quando scendono mia madre e Brendon dal piano di sopra.Spero che fino a questo punto la storia vi piaccia,prometto di impegnarmi ancora di più per quanto riguarda i prossimi capitoli. <3
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Dal niente al tutto
ChickLitIsabella Lewis,una semplice ragazza di Liceo, spronata a seguire il suo sogno da scrittrice.Dopo il suo trasferimento a Denver con sua madre e Brendon,è convinta del fallimento di ogni suo sogno e certezza,ma qualcosa in lei cambia quando è costrett...