Presi un respiro profondo. Le dita del Conte lambivano dolcemente ogni centimetro della mia pelle, percorrendo con estenuante calma l'orlo del mio intimo bianco.
Chiusi gli occhi, stringendo i denti sul labbro inferiore. Quelle carezze non facevano altro che aumentare l'ansia e la paura dentro di me.
Per quanto cercassi di impedire che succedesse, il mio corpo non rispondeva ai miei comandi e, sollecitato dal tocco sapiente del Conte, era teso in ogni fibra come una corda di violino. Un solo movimento inaspettato e sarei impazzita, l'attesa mi stava consumando.
La punizione che il Conte voleva infliggermi non era mai una tortura solamente fisica. Riusciva a portarmi al limite, a farmi scoprire delle sensazioni totalmente inaspettate e che, seppur all'apparenza sbagliate, non potevo non apprezzare e soprattutto non desiderare.
La tensione a cui sottoponeva il mio corpo, come fossi una bambola di pezza abbandonata alle sue mani e al suo volere, mi portava in una tale condizione fisica e soprattutto mentale che mano a mano che le sue dita approfondivano quel tocco sulla mia pelle non potevo sopprimere il desiderio incalzante di essere punita.
Dovevo essere pazza. Desiderare una punizione? Anche solo pensarlo mi rendeva una peccatrice. Eppure la colpa non poteva essere solo mia.
Non ero io quella strana. Non era nella mia indole desiderare di essere punita. Era il modo in cui mi trattava, come approfittava di me in un modo molto più profondo dei tentativi maldestri di Colman.Forse anche quello era solo parte del suo piano. Salvarmi da Colman così che acquistassi fiducia in lui, che mi abbandonassi completamente a lui.
No. Era piuttosto improbabile. Anzi, era pressoché impossibile che lui avesse architettato un modo per approfittare al meglio di me. Stava solo traendo vantaggio dalla situazione circostante.
Ero solo una stupida cameriera, era impensabile che io occupassi anche solo un infimo posto nella sua mente. E, sopratutto, mi avrebbe potuta avere in ogni caso. Volente o nolente, gli appartenevo.Al primo colpo urlai. Era riuscito a cogliermi di sorpresa e, più che il dolore, era stato proprio il gesto inaspettato a farmi gridare.
"Uno" mormorai, mentre la mano del Conte tornava ad accarezzare la mia pelle.Attendevo il secondo schiaffo, quasi tremante, le ginocchia che iniziavano a cedere sotto il mio peso. "Due" gridai, seguito immediatamente da un "Tre" soffocato.
Dopo ogni colpo le dita del Conte tornavano inesorabili a disegnare minuscoli cerchi sulla mia pelle come per lenire il dolore, quando in realtà l'unico risultato era prolungare e rendere più insostenibile l'attesa.Al settimo colpo non avevo più fiato nel petto. Il mio corpo era sfuggito da ogni mio controllo, le ginocchia tremavano appena, il petto si alzava e abbassava, il labbro inferiore tremava sotto la forte pressione dei denti.
"Per favore" sussurrai, le dita avvolte attorno alla gamba del Conte, "non ce la faccio più" mugolai.Le sue dita continuarono ad accarezzare la mia pelle, le sue labbra non proferirono parola.
Non era il dolore a spingermi ad implorarlo di smettere. Era la paura.
Paura per quella strana sensazione che sentivo dentro di me e che non riuscivo a spiegarmi.Quella continua attesa, le carezze intervallate da i colpi forti, l'altra sua mano che accarezzava piano i miei capelli, il silenzio che riempiva l'aria, interrotto solo dai miei gemiti e respiri. Tutto contribuiva a darmi quella percezione di scomodità, a farmi sentire sbagliata, fuori luogo. Un calore soffuso si irradiava dalle mie cosce fino al mio petto. Ad ogni colpo il dolore diveniva sempre meno percepibile e, al suo posto, avanzava un piacere sbagliato, peccaminoso.
"Dieci" gridai all'ultimo colpo. Rimasi immobile, cercando di riportare il mio corpo alla normalità, le gambe che poco alla volta smettevano di tremare.
Il Conte continuò ad accarezzarmi per qualche minuto, poi mi costrinse ad alzarmi.
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Sold! {daddy h.s.}
FanfictionContea di Hawkshead, 1763 "Prenderò la ragazzina" aggiunse il Conte, tutto d'un fiato. L'uomo impallidì. "Con tutto il rispetto, non posso darle mia figlia." Il Conte alzò le spalle. "Non la sto esattamente chiedendo. E non mi pare nemmeno che lei s...